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Eco di Biella | LUNEDÌ 15 OTTOBRE 2018
PROVINCIA
LA LUNGA STORIA DEI ‘CUMULI’
L’oro dei Salassi
ZUBIENA Dune di sassi, formate da grossi ciot-
toli arrotondati e multicolore, intervallati da val-
lette dove la vegetazione è riuscita, a riconqui-
stare i suoi spazi, e sullo sfondo la corona spet-
tacolare delle montagne biellesi: è il paesaggio
lunare della Bessa. Per raccontarla occorre par-
tire dal ghiacciaio Balteo, che nel Pleistocene
scendeva dal Monte Rosa trasportando a valle
una quantità di detriti. Ritiratosi il ghiacciaio, i
detriti rimasero, formando l’anfiteatro morenico
il cui braccio orientale prende il nome di Serra. Il
suo terreno era ricco di pagliuzze d’oro, traspor-
tate dai torrenti e ri-sedimentate sotto forma di
sabbie aurifere, e i Salassi - la popolazione di
etnia celtica-ligure che abitava la zona - inizia-
rono probabilmente ad estrarle già dal V-VI se-
colo a.C. La fama di queste miniere d’oro a cielo
aperto (in latino ‘aurifodinae’) attirò i Romani,
che dopo aver sconfitto nel 140 a.C. i Salassi, si
impadronirono dell’attività di estrazione, utiliz-
zando la popolazione - fino a 5mila uomini se-
condo lo storico Plinio - come manodopera.
U n’attività di sfruttamento sistematica durata al-
meno un centinaio di anni. Per estrarre l’oro, il
terreno veniva prima dissodato, liberandolo dai
ciottoli più grossi che venivano accatastati ai lati.
Nel tempo, si sono formate le imponenti dune di
pietra, alte anche 10 metri, che rendono ancora
oggi il paesaggio della Bessa così peculiare.
l S.P.
AMBIENTE Il Parco insieme alle associazioni fa “rete” per valorizzare l’area
Bessa “malata”, i cumuli a rischio
Lanciato l’allarme manutenzione: «Servono pianificazione e controllo»
ZUBIENA Quest’anno la festa
della Bessa ha portato una no-
vità importante, che potrebbe
far fare un salto di qualità al
parco: una convenzione tra
l’Ente che gestisce l’area e le as-
sociazioni locali per valorizzare
questa particolarissima risorsa
dal punto di vista ambientale,
culturale e turistico. L’a n nu n c i o
è stato dato domenica scorsa a
Vermogno dal management del-
l’Ente di gestione e dai rappre-
sentanti delle associazioni coin-
volte: in primis le realtà che da
anni tengono viva la piccola fra-
zione - Vermogno Vive, l’Asso -
ciazione biellese cercatori d’oro
e l’Ecomuseo Valle Elvo e Serra,
a cui fa capo il Museo dell’Oro e
della Bessa - e poi le altre as-
sociazioni attive nella zona: le
Pro loco di Cerrione, Zubiena e
Mongrando, l’associazione Fa-
miglie della Serra, e il gruppo ‘L
Pais ‘d Mongrand.
Il modello è quello già adottato
dal Parco Burcina che - grazie
alle convenzioni recentemente
stipulate con associazioni e real-
tà locali, a cui mette a dispo-
sizione le proprie strutture - sta
tornando ad essere un centro di
educazione ambientale e un vi-
vace laboratorio culturale. Il
perché di questa strategia lo ha
spiegato Adriano Fontaneto,
presidente dell’Ente di gestione
delle aree protette del Ticino e
del Lago Maggiore: «Il nostro
ente gestisce 14 aree protette,
molto eterogenee e distribuite su
quattro province: impossibile,
con le poche risorse umane e
finanziarie di cui disponiamo,
riuscire a valorizzarle tutte al
meglio. Per questo è necessaria
una sinergia con le associazioni
attive sul territorio che possano
mettere in campo iniziative e
progetti per ogni singola area».
«Siamo felici che il Parco abbia
scelto questa festa e questa sede -
ha commentato Andrea Polido-
ri, vicepresidente di Vermogno
Vive - per annunciare questa de-
cisione: una forte e importante
stretta di mano tra istituzioni e
realtà sociali, che speriamo
inauguri una stagione positiva
per la Bessa, finora considerata
una realtà periferica nel vasto
territorio amministrato dall’en -
te. Ma la convenzione deve an-
che offrire l’opportunità di un
confronto sui problemi, a partire
dalla gestione dell’area: oggi gli
interventi di ordinaria manuten-
zione vengono considerati que-
stioni straordinarie, per le quali
occorre aspettare un apposito
bando, mentre invece andrebbe-
ro programmati e gestiti come
un processo continuo. La nostra
associazione si mette a dispo-
sizione, ma l’ente deve affron-
tare con noi i nodi strutturali
della Bessa, che sono tanti: a
partire dai ‘c u mu l i ’ che, se non si
interviene per contenere la cre-
scita di piante e arbusti, tra cin-
quant’anni potrebbero essere
del tutto sommersi dalla vege-
tazione. Una risorsa paesaggi-
stica e archeologica come la Bes-
sa va gestita, cosa che finora non
è stata fatta».
Anche Adriano Vineis, vicesin-
daco Zubiena, ha posto l’accen -
to su questo tema: «Il nostro Co-
mune ha creduto e investito nel-
la Bessa, in particolare nell’area
camper, ma ci sono molti in-
terventi urgenti e necessari per
garantire la fruizione del parco:
dalla cartellonistica, alla siste-
mazione del centro visite, fino
alla manutenzione della passe-
rella in legno realizzata sui cu-
muli che, in assenza di manu-
tenzione, si sta rapidamente de-
teriorando».
BESSA L’incontro tra Ente parco e associazioni, nella suggestiva sala della
Casa dell’arco di Vermogno, recentemente restaurata. Sopra, la passerella
in stato di degrado. In basso artigiani e animazione a Vermogno Vive
E quello della manutenzione -
secondo le associazioni parte-
cipanti all’incontro - sembra es-
sere oggi il punto più critico: il
volontariato può infatti offrire ai
parchi un forte valore aggiunto
in termini di attività - ambien-
tali, scientifiche, culturali - ma
certo non può sostituirsi alle isti-
tuzioni nelle funzioni di conser-
vazione e manutenzione, che
rappresentano la base della ge-
stione di un’area protetta. È ve-
ro, c’è un problema di risorse
scarse: ma proprio per questo è
necessaria una ripartizione ocu-
lata e razionale dei pochi soldi
disponibili, in modo da concen-
trare gli sforzi nelle aree e nei
periodi in cui gli interventi sono
più necessari e urgenti e, soprat-
tutto, verificando che vengano
realmente effettuati. Un proble-
ma che l’Ente parco non sembra
ancora avere risolto, come ha
confermato il direttore Benedet-
to Franchina: «Trovare i soldi è
difficile ma non impossibile; la
cosa difficile è gestirli efficace-
mente: individuare le priorità su
cui concentrare le risorse, pro-
grammare gli interventi, anzi-
ché correre dietro alle emergen-
ze, dare certezza e continuità
agli interventi. E poi istituire un
efficace sistema di controllo:
questo è uno degli obiettivi del
mio mandato, su cui sto con-
centrando i miei sforzi».
l Simona Perolo
IN BESSA A VERMOGNO
Vermogno rivive per un giorno Tutto il fascino della mela
tra mercatino e filmati
il sabato conferenza e aperitivo
ZUBIENA La passata, è stata una do-
menica di festa, nella piccola frazione
di Zubiena, per la 26a edizione di ‘Ve r -
mogno e la Bessa’, l’iniziativa che ogni
anno invita a conoscere un angolo sug-
gestivo - ma purtroppo poco noto - del
Biellese. La bella giornata di sole ha
permesso ai visitatori di godersi, con la
guida esperta di un guardiaparco, una
visita storico-naturalistica alla riserva
naturale della Bessa, di sperimentare
dal vivo la tecnica della ricerca del-
l’oro, di visitare il piccolo ma inte-
ressante Museo dell’Oro, di ammirare
le peculiarità naturalistiche della zona
con i filmati di Maria Grazia Schiap-
parelli, di riscoprire antichi mestieri e
sapori locali con il mercatino di ar-
tigiani e hobbisti. E poi di gustare le
specialità del parco: risotto e frittelle
dolci ai fiori d’acacia. E così per un
giorno la borgata di Vermogno, con le
sue caratteristiche case rurali dai bal-
latoi in legno - tra cui la bella ‘casa
dell’arco’, recentemente restaurata -
prende vita, affollandosi di visitatori,
bancarelle, cibo, musica, incontri e
cultura: un assaggio di quello che l’a-
rea della Bessa, se adeguatamente va-
lorizzata in un’ottica turistica, potreb-
be forse un giorno diventare.
l S.P.
ZUBIENA Tutto sulla mela: le antiche
origini, le tante varietà, i suoi derivati,
le ricette, le tecniche per coltivarla e i
consigli per avviare una attività di
produzione di tipo professionale, fino
ad una esercitazione pratica sul cam-
po. Continua la serie di incontri or-
ganizzata dall’associazione Vermogno
Vive con il contributo della Crb. I primi
incontri hanno riguardato le tecniche
di coltivazione del melo, con una
relazione del professor Michelangelo
Regis, e la storia di questo frutto, con
una conferenza degli archeologi An-
gela Deodato e Federico Barello che
hanno raccontato l’agricoltura in Pie-
monte in epoca romana.
Gli incontri - aperti a tutti, ma si
richiede iscrizione all’associazione - si
svolgono presso la sede dell’associa-
zione a Vermogno, e terminano con un
aperitivo a buffet. I prossimi incontri:
sabato 20 ottobre ore 16-18: le at-
trezzature e le ricette tradizionali,
esperti locali; sabato 27 ottobre ore
16-18: come elaborare un business
plan - bandi e opportunità in corso,
Rosanna Chabert; sabato 10 novembre
ore 16-18: esercitazione pratica con
Michelangelo Regis.
l S.P.