Portfolio 2018 | Page 7

LUNEDÌ 12 FEBBRAIO 2018 VITA & ARTI | 41 | Eco di Biella INCONTRI CON L’AUTORE Da “Giovannacci” Da Pantani al “Disobbediente”: la cinquina di storie in libreria La libreria “G i ova n n a c c i ” di Biella annuncia i nomi degli ospiti, attesi in settimana. Ecco il primo, attra- verso le sue parole: “Giro d’Italia, 30 maggio 1999. Marco Pantani arriva primo sul traguardo a Oropa. Al- l’arrivo, confuso tra la folla in delirio, c’è don Fausto, grande tifoso del Pirata. Da quell'impresa leggendaria, che a tutti sembrava impossibile, troverà la forza di af- frontare quello che fino a poco prima anche a lui sem- brava impossibile: abbandonare la tonaca e sposare Sandra, dalla quale aspetta un figlio...”. È Michele Mar- ziani (in foto), autore de “Nel nome di Marco” (Edi- ciclo), che sarà a Biella mercoledì - 14 febbraio - alle ore 18. Il secondo ospite, invece, si presenta così, dal titolo del suo libro, divenuto famosissimo: “Il disobbediente” (PaperFIRST). Prefazione di Gian Antonio Stella. Po- stfazione di Raffaele Cantone. È il 2015, quando An- drea Franzoso, all’epoca funzionario dell’internal audit di Ferrovie Nord Milano, scopre che il suo presidente utilizza denaro pubblico per i propri interessi. Sarà da “G i ova n n a c c i ” giovedì - 15 febbraio -, alle 18. Sabato, invece, - 17 febbraio - sempre alle 18 e sempre alla libreria “G i ova n n a c c i ” sarà la volta di Renata Ber- tero (“Il Mistero del Giaguaro d’Oro”), Michele Carini (“Giants and Beggars”) e Filippo Carini (“La prote- sta”). MOSTRA E CONFERENZA Il racconto dello storico De Luna, le foto di Gatti «Il miracolo della resistenza ha favorito l’Italia costituzionale» U n atto di disobbedienza etica e civile, prima ancora che politica: questo è stata la Resistenza. Una scelta individua- le di libertà e dignità sorprendente, in tanti giovani cresciuti ed educati nella ferrea ideologia fascista. Ma anche una scelta collettiva che ha consentito all’Italia del ’43 - una nazione vinta, distrutta dalla guer- ra, spaventosamente arretrata - di compiere un percorso di riscatto morale, materiale e sociale che la porterà in pochi anni ad una de- mocrazia compiuta, capace di do- tarsi nel ’48 di una Costituzione tra le più avanzate, e al boom econo- mico del decennio successivo. Un miracolo, secondo Giovanni De Luna, storico e docente universi- tario, autore di pubblicazioni quali “La Resistenza perfetta” (2015) e “La Repubblica inquieta. L'Italia del dopoguerra. 1945-1958” (2017). Un miracolo perché il fa- scismo non è stato - secondo lo stu- dioso - una parentesi, un incidente di percorso nella nostra storia ma piuttosto una «autobiografia della nazione, il lato oscuro della nostra coscienza collettiva, fatto di auto- ritarismo, intolleranza, maschili- smo, razzismo, omofobia». Per que- sto la Resistenza - un guizzo, un’im - pennata imprevedibile della storia, MOSTRA E CONFERENZA De Luna con Finiguerra (Bi-Box), Pagano (Istituto storico) e Gatti: a destra alcune sue fotografie che ha spinto l’Italia verso il futuro - «è stato un miracolo, da ricordare e difendere: perché il fascismo è sem- pre lì, acquattato in ciascuno di noi e pronto a riemergere». Se ne è parlato venerdì scorso a Palazzo Gromo Losa, in un incon- tro dal titolo “Il miracolo della Re- sistenza e la Costituzione”, orga- nizzato dall'Istituto per la storia della Resistenza e da BI-BOx Art Space, che ha inaugurato la mostra “Hanno memoria le querce”, una selezione di lavori del fotografo Massimiliano Gatti sul tema della Resistenza, esposta a Palazzo Fer- rero (info: venerdì-domenica ore 15-19, fino all’11 marzo). E la lettura - proposta da De Luna - della Resistenza come ‘scintilla’, momento fondante della successi- va rinascita nazionale trova una rappresentazione visiva nelle im- magini presentate dalla mostra: storie di partigiani, raccontate at- traverso gli oggetti quotidiani della vita clandestina e attraverso i bo- schi che offrirono rifugio ai ribelli, le querce secolari che restano, sem- pre più sole, a conservare la me- moria di quegli eventi. E poi at- traverso i ricordi dei protagonisti, raccolti in un bel video, realizzato da Massimiliano Gatti con il re- gista Massimo Leonardi: un rac- conto semplice e sincero, lontano da ogni retorica e mitizzazione, che ci svela le ragioni - intime, per- sonali e profonde - di tante piccole scelte individuali che, insieme, hanno disegnato la storia della na- z i o n e. l Simona Perolo IL GIORNO DEL RICORDO A scuola Foibe e dintorni: lezione di Miletto agli studenti “Confini orientali, foibe, esodo” è il titolo della conferenza tenuta mercoledì e giovedì scorso dal dottor Enrico Miletto e destinata agli allievi delle quinte di Liceo scientifico delle scienze applicate e di Istituto tecnico dell’IIS “Q. Sella”. L’ini - ziativa si colloca nell’ambito delle attività legate al Giorno del ricordo, che è stato celebrato sabato, istituito nel 2004 al fine di conservare e rinnovare “la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo do- poguerra e della più complessa vicenda del con- fine orientale”. Il ricercatore dell’Università di Torino ha aperto l’incontro con una panoramica geostorica di Istria e Dalmazia per poi passare all’analisi dei trattati che hanno interessato il confine orientale nel primo dopoguerra e del co- siddetto “fascismo di confine”. Miletto ha parlato agli studenti delle leggi emanate dal regime e volte alla italianizzazione forzata di sloveni e croati e dei campi di internamento e prigionia riservati ai cosiddetti “a l l o ge n i ”. Dal ’43 lo scenario storico muta e così anche la nazionalità dei perseguitati: per i “nemici interni” dell’esercito di Tito, cioè tutti coloro che si oppongono all’annessione alla Jugoslavia, viene creato un sistema repressivo che ha il suo culmine nell’infoibamento di centinaia di persone. L’ultima parte dell’incontro è stata dedicata all’esodo giuliano-dalmata, di cui sono stati esaminati i numeri, i tempi, le motivazioni, le direzioni e le mete: l’accoglienza in Italia - Biella compresa -, i centri di raccolta profughi e i borghi giuliani che parlano di realtà che la storia ci- clicamente propone. l R.E.B.