18 | PROVINCIA
Eco di Biella | GIOVEDÌ 1 FEBBRAIO 2018
LA STATISTICA Ma non nel Biellese
Piccoli agricoltori crescono
A livello nazionale, dopo anni di continuo calo, nel
2015 il numero di attività agricole è tornato a cre-
scere, segnando un +5,7% rispetto all’anno prece-
dente: anche se molte aziende hanno chiuso i bat-
tenti, sono state avviate oltre 56mila nuove attività e
il trend positivo è continuato nel 2016, con oltre
57mila nuove imprese. Delle nuove attività agricole
nate nel 2016, il 27% sono state avviate da impren-
ditori al di sotto dei 35 anni (l’anno prima erano
meno del 20%, grafico a lato: fonte: Mef. Osser-
vatorio partite Iva): merito probabilmente delle mi-
sure di sostegno - in particolare il Programma di
Sviluppo Rurale 2014-2020 - specificamente rivolte
ai giovani. Ciononostante, il settore agricolo resta
ancora uno dei più ‘ve c c h i ’: tra gli imprenditori che
hanno avviato un’attività agricola nel 2016, un
quarto ha oltre 50 anni e il 12% oltre 65 anni. Nel
Biellese, le cose sembrano però andare un po’ di -
versamente: il numero di aziende agricole continua,
lentamente ma inesorabilmente, a calare: -7.4% dal
2000 ad oggi. Sulle 1.500 aziende agricole registrate
nel 2016, la quota delle imprese giovanili è stabile,
ad un livello molto basso (attorno all’8%, secondo i
dati della Camera di Commercio di Biella), e solo
nel 2016 è salita al 10%, restando comunque ben al
di sotto del dato nazionale del 27%.
l S.P.
IL FENOMENO Contadini innovatori
Ritorno alla terra,
tra passione
e (anche) necessità
ANDORNO MICCA Giovani agricolto-
ri, che recuperano il passato ma guar-
dano al futuro: sono loro la novità, la
speranza di un settore fondamentale
del Made in Italy. Negli ultimi anni,
complice la crisi economica, molti ra-
gazzi e ragazze hanno scelto di tor-
nare alla terra, settore considerato ob-
soleto ma che invece è stato uno dei
pochi a saper reggere alla bufera del-
l’ultima devastante crisi economica.
Per chi fa questa scelta, il mestiere di
agricoltore è ricco di continue e pro-
fonde soddisfazioni: il contatto con la
natura, con la terra, coi propri ani-
mali; il lavoro manuale, dove si rac-
colgono concretamente i frutti del
proprio impegno; la vita all’aria aper-
ta, con ritmi e tempi scanditi dalla
natura e non dall’orologio della fab-
brica o dell’u f f i c i o.
Ma c’è anche l’orgoglio di crearsi una
attività propria, indipendente e senza
padroni, di vederla crescere e miglio-
rare, di riuscire a trovare il proprio
spazio in un mercato tutt’altro che
facile. E di farlo senza piegarsi ai di-
ktat del mercato globalizzato, che im-
pone la corsa al continuo ribasso dei
prezzi e dunque della qualità, ma of-
frendo invece prodotti buoni e genui-
ni, capaci di soddisfare le richieste di
A mbientalisti
tecnologici e attenti
al marketing: ecco
i ‘nuovi ’ a g r i co l to r i
un pubblico sempre più esigente e at-
t e n t o.
Una scelta controcorrente e per nulla
facile: anche se, soprattutto negli ul-
timi anni, le politiche a sostegno del-
l’agricoltura hanno offerto un sup-
porto concreto, il lavoro in questo set-
tore resta duro e poco remunerativo,
soggetto alle incertezze del clima,
sempre più imprevedibile. E la bu-
rocrazia ci mette del suo, con un so-
vraccarico di norme e adempimenti
capaci di scoraggiare anche il più vo-
lenteroso degli aspiranti imprendito-
ri.
Ma qualcuno ce la fa, e non si tratta
certo di un nostalgico ritorno al pas-
sato: i giovani stanno reinventando il
settore, recuperando e innovando an-
tiche tradizioni, applicando al lavoro
agricolo una mentalità nuova, l’at-
tenzione all’ambiente, le tecnologie
digitali e le competenze teoriche ap-
prese a scuola, spesso all’u n ive r s i t à .
Produzioni biologiche, recupero di
antiche varietà, nuovi macchinari, la-
boratori di trasformazione, nuovi ca-
nali di distribuzione, dalle vendite di-
rette e a domicilio fino all’e-commer-
ce, agriturismo e fattorie didattiche…
Un mix di tradizione e innovazione
insieme, che sta disegnando strade im-
previste per l’agricoltura del futuro.
l S.P.
LA FAMIGLIA ANTONIOTTI In alto, Alice, che lavora in una farmacia e, nel tempo libero, si dedica
alla produzione di formaggi nell’azienda di famiglia; a lato, Paola, nello spaccio di Cascina degli
Eremiti, dove si vendono formaggi, carni e salumi prodotti nella fattoria. In basso mucche al pascolo
a Cascina degli Eremitie il locale di produzione dei formaggi
LA STORIA Filiera corta e biologico: così si arriva al consumatore ‘evoluto’. L’esperienza degli Antoniotti
Allevatori a Km 0 sulle colline di Andorno
ANDORNO MICCA Cascina degli Ere-
miti: un luogo appartato, lungo la stra-
da tortuosa verso Pettinengo, ma - no-
nostante il nome, che viene dalla vicina
cappelletta, nei boschi di San Giuseppe
di Casto, frazione di Andorno - per
nulla solitario: c’è un certo viavai, an-
che in una fredda domenica invernale,
tra pioggia e nevischio.
Ad attrarre i visitatori è l’azienda agri-
cola Antoniotti: una stalla (un centi-
naio di mucche e una decina di maiali,
allevati con metodo biologico), un la-
boratorio di trasformazione di latte e
carni e un piccolo spaccio, dove nel fine
settimana si possono acquistare for-
maggi e salumi appena prodotti. Qui
siamo al ‘metro 0’, alla filiera cortis-
sima: dal mangime degli animali, pro-
veniente dai pascoli della fattoria, alla
vendita diretta al consumatore, tutto
avviene nel raggio di pochi metri, in
modo rigorosamente naturale, senza
uso di prod
A mandarla avanti c’è tutta la famiglia,
a partire dai genitori, entrambi con una
tradizione di allevatori alle spalle, come
racconta Paola: «Da generazioni, la
mia famiglia ha sempre avuto le muc-
che e io, da bambina, trascorrevo tutta
l’estate in alpeggio, senza mai scende-
re… Aiutavo i miei genitori e poi ho
iniziato a lavorare con mio marito, in
questa cascina».
«Una decina di anni fa, con l’aiuto della
Comunità Montana, abbiamo fatto un
salto di qualità: abbiamo ristrutturato la
cascina, per adeguarci alle norme igie-
nico-sanitarie e realizzato la stalla, il
locale mungitura, il caseificio e questo
spaccio, dove vendiamo direttamente i
nostri prodotti, insieme al punto ven-
dita che mio figlio ha aperto a Pie-
dicavallo. Un grosso investimento, ma
ne è valsa la pena: nei nostri due negozi
viene gente attenta alla qualità dei pro-
dotti, arrivano anche dal Vercellese e da
Milano».
La scelta di affrontare direttamente il
mercato con una produzione biologica
certificata, per raggiungere una nicchia
AZIENDA AGRICOLA ANTONIOTTI Strada degli Eremiti 52 Andorno
Micca - [email protected] - telefono 015-473668 - 368-
7272423. La cascina ha uno spaccio aperto martedì 8-12 e 16-18, vener-
dì e sabato 8-13 e 15.30-20. domenica 8-13 e un negozio a Piedicavallo
(orario invernale) domenica 8-13 ed effettuA pure consegne a domicilio
di consumatori attenti alla genuinità, si
è rivelata vincente, consentendo all’a-
zienda di vendere direttamente l’80%
della produzione (il resto va a negozi e
ambulanti) e realizzando margini di
guadagno digni-
tosi.
Ed è coincisa con
un passaggio ge-
nerazionale, con i
tre figli di Paola
che continuano la
tradizione di fa-
miglia, ognuno a
modo suo: Mi-
chela ha aperto
un agriturismo al Bocchetto Sessera,
dove ha un suo allevamento e offre i
prodotti di sua produzione, oltre a quel-
li dell’azienda di famiglia. Alice, la più
piccola, ha preso una strada un po’ di -
versa, con un lavoro ‘nor male’, ma nel
tempo libero aiuta l’attività dei genitori:
«c’è chi dopo il lavoro va in palestra o in
discoteca… io vengo qui a fare formag-
gi…».
E poi c’è Andrea, 26 anni, che oggi è il
titolare dell’azienda, ed è più che mai
convinto della
sua
scelta:
«Questo lavoro
devi averlo den-
tro, è più forte di
te: nasci con gli
animali nel cuo-
re, nel sangue…
Io fin da picco-
lino non vedevo
l’ora di lavorare
con gli animali, all’aperto, non mi ci
vedevo chiuso in una fabbrica o in un
ufficio. Poi, crescendo e confrontandoti
coi coetanei, triboli un po’: vedi che sei
sempre al verde, non hai ferie, il fine
settimana non fai festa… ma poi, quan-
do entri in stalla, tutto torna…».
«Non è un lavoro che fai per soldi: o lo
fai per passione o non lo fai. Molti mi
considerano pazzo, ma per me è pazzo
chi vive in città, in mezzo al traffico! E
poi sei indipendente, lavori per te stesso:
e veder crescere la tua azienda, vedere
gli animali che stanno bene, vedere i
clienti che apprezzano i tuoi prodotti, è
una gran soddisfazione…».
«Certo, è una battaglia continua: è dura,
col prezzo dei prodotti in calo, a volte
lavoriamo in perdita per nutrire i nostri
animali… Per questo, l’apertura dello
spaccio per noi è stato un raggio di sole:
se vendi direttamente, il guadagno è
maggiore e riesci almeno a coprire le
spese. Certo, ci vuole un po’ di coraggio.
Il negozio di Piedicavallo l’ho aperto 2
anni fa, partendo dal nulla: mentre por-
tavo le mucche in alpeggio, vedevo que-
sta macelleria chiusa ed era un dispia-
cere, perché un tempo era un punto
vendita rinomato. Così, contro il parere
di tutti, l’ho rilevata e ora sono con-
tentissimo: lavoro bene soprattutto in
estate, con i villeggianti, ma anche in
inverno, con qualche residente e un
paio di ristoranti…».
« U n’altra sfida è stata la scelta di en-
trare nel biologico. Siamo in pochi, per-
ché c’è dietro molta burocrazia, ci sono
molti requisiti da rispettare, ma noi ci
siamo riusciti. C’è la soddisfazione di
allevare gli animali alla vecchia ma-
niera: le nostre mucche - tutte di razza
autoctona, la pezzata rossa di Oropa -
pascolano liberamente da marzo a no-
vembre, in estate le portiamo in alpeg-
gio, in inverno non usiamo mangimi ma
fieno dai nostri pascoli, concimati solo
con letame invecchiato. E ci sono anche
requisiti che pochi hanno, ad esempio le
mucche nella nostra stalla non sono
legate: così migliora il benessere degli
animali e anche i prodotti. Oggi sul
mercato il prodotto bio è ricercato, è
apprezzato: se dai al consumatore una
cosa in più, ti differenzi e riesci a far
venire clienti anche da lontano. Credo
sia stata la scelta giusta».
l Simona Perolo