Portfolio 2018 | Page 60

18 | BIELLA 50 1968-2018 Eco di Biella | LUNEDÌ 25 GIUGNO 2018 LE DATE 13 maggio 1968 Parigi Sciopero generale al “Maggio francese” Il “Maggio francese” culmina nello sciopero generale proclamato dai sindacati: un corteo di almeno mezzo mi- lione di studenti e lavoratori riempie le vie di Parigi. Ma il 30 una manifestazione altrettanto imponente dimostra il sostegno della «maggioranza silenziosa» al presidente De Gaulle. Il suo partito stravince le elezioni anticipate di giugno. LA MEMORIA Il racconto di tre testimoni del tempo La mobilitazione dell’Iti di Biella Il grande rapporto con la fabbrica E cco il racconto di alcuni testimoni del tempo. Wilmer Ronzani: «Per la pri- ma volta studenti e operai in- sieme. E il sindacato entra in fabbrica». Classe 1953, una vita dedicata alla politica (tre volte deputa- to, altrettante consigliere re- gionale), nel ’68 Wilmer Ron- zani ha solo 15 anni, ma già lavora alla Bozzalla & Lesna di Coggiola: «Quell’anno ho par- tecipato alla prima iniziativa, a Varallo, che vedeva uniti stu- denti e operai: la grande novità di quel movimento è stata in- fatti proprio quella di mettere insieme, per la prima volta, le rivendicazioni legate al mon- do della scuola e la battaglia sindacale per ottenere nuovi spazi di democrazia nelle fab- b r i c h e. «In fabbrica infatti non si trat- tava solo di ottenere miglio- ramenti salariali - che avreb- bero potuto essere facilmente assorbiti dalle politiche inflat- tive dei governi dell’epoca - ma piuttosto di cambiare le con- dizioni di vita, di ottenere di- ritti: in particolare, il diritto del sindacato di entrare nelle fab- briche. Ricordo benissimo la prima assemblea alla Bozzalla nel ’69: un giorno importan- tissimo, mi spiegò mia mam- ma - che, come mio papà, sin- dacalista, lavorava nello stesso stabilimento - perché per la pri- ma volta il sindacato metteva piede in azienda. Fino a quel momento, infatti, i sindacalisti dovevano aspettare gli operai fuori dai cancelli, per poter parlare con loro». Renzo Giardino: “L’alluvio - ne, fango e solidarietà. E poi l’autunno caldo”. Renzo Giardino, classe 1941, inizia a lavorare a 15 anni, a ve n t ’anni entra alla Cgil di Biella, prima nella Fiom e poi, dal 1966, nel Sindacato tessili, di cui diventa presto segreta- rio: «A 27 anni fui catapultato a gestire una situazione che vedeva 27mila disoccupati: era iniziata la ‘pianurizzazio - ne’ delle industrie, perché gli imprenditori inseguivano gli incentivi per le aree depresse. «E l’alluvione ci arrivò tra ca- po e collo, cogliendoci del tut- to impreparati. Ma arrivò an- LA MOSTRA La Fondazione Zegna ha in corso a Casa Zeg- na fino al 28 ottobre la mostra “Uomini all'italiana 1968. La confezione Zegna: dalla sartoria all'industria”. Nel 1968 Zeg- na da creatore di tessuti di qualità entra infatti nel mondo del prêt-à-porter con una propria linea di moda maschile TESTIMONI Da sinistra Ronzani, Galeno, Giardino. A destra in basso: i diplomati chimici del ‘69 con uno schizzo del ‘S a n d r u n’ che una grande solidarietà: ad esempio la Val d’Aosta inviò un nucleo di tecnici ben or- ganizzati e da questa esperien- za nacque poi l’idea di creare la Protezione Civile. «E poi arrivarono da tutta Ita- lia gli ‘angeli del fango’, gio- vani che avevano vissuto l’e- sperienza dell’alluvione due anni prima a Firenze, volen- terosi ma disorganizzati (an- ch’io ne ospitavo a casa una ventina), che portavano fer- menti politici e alcune idee bi- slacche, un po’ estremiste, che noi cercavamo di tenere a ba- da. «In quell’occasione, la dedi- zione dei lavoratori fu com- movente: per salvare le fabbri- che, andarono a smontare le macchine, mentre le donne, indossando gli stivaloni, lava- vano i pezzi nello Strona. Fu un momento di unità, ma durò poco: nel ’69, arrivò un’ondata di lotte sindacali, con scontri durissimi - anch’io fui proces- sato per aver fatto un picchet- taggio - ma fu una cosa grossa, che portò conquiste e diritti sindacali. «Nelle lotte operaie, gli stu- denti solidarizzavano: erano soprattutto loro che guardava- no al mondo del lavoro con attenzione, spesso anche con mire di egemonia, mentre gli operai restavano diffidenti. Ma tutti noi (io per primo, che poi mi iscrissi a Scienze Po- litiche) cominciammo ad av- vertire l’importanza dell’istr u- zione, e nacquero le battaglie per il diritto allo studio, le fa- mose ‘150 ore’. Insomma, questa ‘contaminazione’ poi diede i suoi frutti». Giuseppe Galeno: «La prima occupazione, e quel preside che cercava di capire…». Giuseppe Galeno, commer- ciante, classe 1949: «Nel 1968 avevo diciannove anni, fre- quentavo la 5a Iti, sezione Chi- mici. Arrivavano gli echi di ciò che accadeva in altre città, an- che se qui non ci fu un ‘Pa l a z z o Campana’, come a Torino… comunque si sentiva il pulsare della situazione, tant’è che nel- l’autunno iniziarono i primi scioperi per avere una scuola diversa. Era la prima volta che gli studenti scioperavano: il movimento nacque pian piano e poi si propagò, tra le classi e tra gli istituti. «Ricordo la prima occupazio- ne, con il ristoratore Bongia- nino che ci forniva i panini e il