LUNEDÌ 4 GIUGNO 2018
VITA & ARTI | 31
| Eco di Biella
INCONTRI CON GLI AUTORI
Settimana di libri
Un avvio di giugno all’insegna dei
libri, quello a Biella e dintorni. Ecco
alcuni degli eventi in programma nei
prossimi giorni: mercoledì - 6 giugno
- si terrà la presentazione di “E r b e,
Arbusti ed Alberi, per il Corpo e lo
Spirito”, il primo libro di giardinag-
gio di Giancarlo Fantini, edito da
“Il Babi Editore”. Appuntamento al-
le ore 21, nella sala conferenze di Vil-
la Paolotti, a Gattinara. Si tratta di
un manuale di ortofrutticoltura na-
turale, che sostiene l’idea di “c o nv i -
ve n z a ”, nello stesso spazio coltivato,
di piante dell’orto, officinali e alberi
da frutto.
Giovedì - 7 giugno - alle ore 21, sem-
pre a Villa Paolotti, sarà presentato il
libro, edito da Marcovalerio, “Nelle
alte vie” di Roberto Travostino,
pseudonimo Pietro Salvati. La tra-
ma si sviluppa nella città di Torino,
dove il protagonista, don Gabriele, si
interroga sulla certezza e sul dubbio
di una vocazione.
Quanto a Biella, giovedì - 8 giugno -
si terrà l’incontro con gli autori de “Il
Mistero del Giaguaro D’Oro” di Re -
nata Bertero, “Giants and Beggars”
di Michele Carini e “La protesta” di
Filippo Carini. A cura di Anna Pi-
sani e Daniela Francese, l’appunta-
mento è per le ore 20.45, all’Au d i -
torium comunale di Gaglianico.
Invece, sabato - 9 giugno - alle ore
19.30 al Walhalla Cocktail Bar, si
parlerà di “Bianca di polvere” (Ianie-
ri Edizioni), romanzo d’esordio del-
la biellese Marianna Cimmino, in ar-
te M. McLaw, presentato al 31esi-
mo “Salone internazionale del Li-
bro” di Torino. La protagonista,
Bianca, è una ragazza che si droga e
spaccia per difendersi da un mondo
che non l’ha mai compresa, finché il
suo silenzio viene rotto dall’incontro
con l’amore, Tommi.
IL CASO IN MONTAGNA Ma le Guide alpine non sono d’accordo
Il Tar Piemonte “liberalizza” i sentieri
La sentenza: anche le Guide escursionistiche possono accompagnare i turisti
È
stata definita una ‘senten -
za storica’, una ‘s vo l t a
e pocale’. È arrivata il 9
maggio scorso l’attesa sentenza
del Tar Piemonte che afferma un
principio in decisa controtenden-
za rispetto a molte normative re-
gionali: quello che, ad accompa-
gnare gli escursionisti sui sentieri,
oltre che Guide alpine e Accom-
pagnatori di media montagna,
possono essere anche altre figure
professionali. Era stata l’Aigae, as-
sociazione di categoria delle Gui-
de Ambientali Escursionistiche, a
ricorrere contro la Legge Regio-
nale 4/2015, con cui anche in Pie-
monte veniva istituita, accanto al-
la figura di Guida Alpina, quella
dell’Accompagnatore di Media
Montagna: legge che, come ana-
loghi provvedimenti di altre regio-
ni, sembrerebbe precludere ad al-
tre categorie la possibilità di ac-
compagnare persone o gruppi in
ambiente montano, anche laddo-
ve il percorso non presenta dif-
ficoltà tecniche.
La sentenza n. 564 del Tar Pie-
monte ha respinto il ricorso per
assenza di motivazione, affer-
mando che questa preclusione
in realtà non c’è, perché la ri-
serva di legge a favore di pro-
fessioni ‘protette’ (ossia Guide
alpine e Accompagnatori di me-
dia montagna) non riguarda la
“generica attività di accompa-
gnamento in montagna (….),
bensì l’accompagnamento su
qualsiasi terreno che comporti
l’uso di tecniche ed attrezzature
alpinistiche o l’a t t r ave r s a m e n t o
di aree particolarmente perico-
lose”. E quindi - sostiene il Tar
facendo riferimento a preceden-
ti decisioni della Corte Costitu-
zionale - l’istituzione della ca-
tegoria degli Accompagnatori di
media montagna non preclude
l’attività delle Guide Ambientali
Escursionistiche, che può ben
svolgersi anche in ambito mon-
tano, con l’eccezione dei percor-
si alpinistici e/o particolarmen-
te pericolosi (che restano appan-
naggio delle Guide alpine).
Una posizione che sembra ri-
baltare l’orientamento finora
prevalente e che quindi viene
commentata con toni trionfali
dall’Aigae, che la definisce «una
sentenza importantissima, che
spazza via ogni dubbio».
Di opinione opposta le organiz-
zazioni delle Guide alpine: do-
po un lungo silenzio, il Collegio
nazionale Guide alpine italiane
ha diffuso un comunicato con
cui riafferma che il Tar «non ha
affatto affermato la liberalizza-
zione dell’accompagnamento in
montagna. Ribadisce anzi che
l’accompagnamento a carattere
sportivo, e perciò tecnico, rima-
ne sempre riservato a Guide al-
pine, Accompagnatori di media
montagna e Guide vulcanolo-
giche, ognuno nell’ambito delle
rispettive competenze. Quando
invece l’accompagnamento non
SOVRAPPOSIZIONI E MANCANZE
Professioni in montagna:
un enorme pasticcio
legislativo da risolvere
mette l’uomo a confronto delle
difficoltà della montagna ma ne
valorizzi soltanto gli aspetti am-
bientali, sono i professionisti
della montagna per primi a ri-
conoscere che ci si trovi al di
fuori dell’ambito della profes-
sione loro riservata».
Da parte sua, il Collegio delle
Guide Alpine del Piemonte pre-
ferisce toni concilianti: «Questa
sentenza - commenta il suo pre-
sidente Giulio Beuchod - aiuta a
fare un po' di chiarezza perché
stabilisce le peculiarità di due
lavori diversi, ma allo stesso
tempo non mette in discussione
la legittimità degli accompagna-
tori di media montagna. E ogni
sforzo di fare chiarezza contri-
buisce a ridurre la conflittualità
tra chi lavora in montagna».
Ma è probabile che la sentenza
del Tar piemontese - evidenzian-
do il pasticcio normativo che
rende ormai difficile una armo-
nizzazione delle diverse realtà
regionali - lungi dal chiudere la
querelle tra le due categorie pro-
fessionali, sia invece destinata
ad alimentarla.
l Simona Perolo
I COMMENTI BIELLESI Emerge necessità comune di chiarezza e controlli
«Importante è la formazione»
Nel Biellese, sono 19 le Guide
alpine abilitate (incluse le
‘aspiranti guide’), mentre le
Guide escursionistiche (che in
Piemonte si chiamano ‘accom -
pagnatori naturalistici’) iscritte
all’albo della nostra
provincia sono 49.
Gli Accompagna-
tori di media mon-
tagna sono invece
solo 4 in tutto il Pie-
monte (di cui solo
uno abilitato per il
Biellese) perché la
formazione di que-
ste figure professio-
nali è stata sospesa
in attesa della sen-
tenza del Tar.
Ecco qualche com-
mento sulla querelle tra guide
alpine e guide ambientali.
No comment. Le guide alpine
biellesi preferiscono non pren-
dere posizione sulla questione:
«Non faccio la guida per pro-
fessione, non ho seguito la que-
stione», risponde l’alpinista
Enrico Rosso. «Non ho infor-
mazioni sufficienti», «Faccio
questo lavoro da troppi anni,
davvero non voglio entrare in
questa diatriba assurda…», di-
chiarano le guide Paolo Tom-
bini e Gianni Lanza, mentre
Luca Macchetto commenta:
«Ci atteniamo alle posizioni
del Collegio Nazionale».
Formazione essenziale. Fu -
rio Sabatini (foto in alto) è uno
dei pochi ad avere conseguito il
titolo di Accompagnatore di
media montagna in Piemonte,
ma vanta una lunga esperienza
in Lombardia, dove questa fi-
gura è presente già da tempo, e
per questo può commentare
con cognizione di causa: «La
sentenza del Tar non fa altro
che certificare il fatto che esiste
in materia una con-
fusione totale ed è
necessario un chia-
rimento definitivo
da parte del legisla-
tore. Al pubblico
non interessa come
si chiamano le gui-
de, interessa che
abbiano una for-
mazione adegua-
ta, per portarli in
giro in sicurezza. E
ci sono Regioni in
cui le Gae non fan-
no neanche un’ora di forma-
zione, questo è il problema. La
sentenza per noi non cambia
nulla: la figura dell’Accompa -
gnatore resta pienamente legit-
timata, quindi a breve parti-
ranno anche in
Piemonte i corsi di
formazione, con
un percorso inte-
grativo apposito
per le Gae che vor-
ranno accreditarsi
come Accompa-
gnatori di media
montagna. In ogni
caso, la figura della
Guida Ambientale
rimarrà, con un ruolo speci-
ficamente dedicato all’aspetto
ambientale, ad esempio all’in -
terno dei parchi: sono figure
diverse e c’è spazio per tutti,
basta fare chiarezza».
Fabrizio Bottelli (foto qui so-
p ra ), direttore del Giardino Bo-
tanico di Oropa, è Accompa-
gnatore Naturalistico (così so-
no definite le GAE in Piemon-
te) fin dal primo corso istituito
nel 1995 e commenta: «Fran-
camente mi pare una tempesta
in un bicchiere d’acqua. Anzi,
in un bicchierino, visto che non
stiamo parlando di un business
lucroso, ma di una attività che
si fa più per passione che per il
guadagno, che è molto limi-
tato. In realtà, non vedo alcuna
ragione per farsi la guerra: en-
trambe le professioni richiedo-
no corsi di formazione e di ag-
giornamento, anche in materia
di sicurezza. Ma si lavora in
ambiti diversi: le guide natu-
ralistiche hanno un approccio
più culturale, attento agli
aspetti ambientali, e non si so-
gnerebbero mai di portare i tu-
risti ad arrampicare. E qui, sul-
le nostre montagne, non mi ri-
sulta che ci siano mai stati con-
flitti del genere:
ognuno fa il suo la-
voro, secondo le
sue competenze.
Piuttosto, dovrem-
mo tutti unirci per
combattere insieme
la piaga dell’abusi -
vismo. Oggi tutti si
improvvisano ac-
compagnatori turi-
stici: studenti, inse-
gnanti, albergatori, pro loco,
organizzatori di gite… In que-
sto modo non si fa turismo di
qualità, non si crea lavoro e,
soprattutto in montagna, si
mette a repentaglio la sicurez-
za dei visitatori».
l S.P.
Ad operare professionalmente in montagna ci sono innanzitutto
le Guide alpine (Ga), una categoria storica (in Italia la prima
associazione di Guide Alpine è nata nel 1850 a Courmayeur),
regolata dalla legge quadro nazionale 6/1989: sono coloro che
accompagnano le persone “in ascensioni sia su roccia che su
ghiaccio o in escursioni in montagna, in ascensioni sci al-
pinistiche o in escursioni sciistiche”, oppure “insegnano tec-
niche alpinistiche e sci alpinistiche (escluso sci da discesa e di
fondo)”.
Per diventare guida alpina, si deve – dopo aver superato una
selezione attitudinale pratica – frequentare un apposito corso di
formazione (della durata di circa un anno e mezzo) e superare
l’esame finale, con cui si acquisisce l’abilitazione. Si diventa così
‘aspirante guida alpina’, titolo con cui si può esercitare solo nei
percorsi meno impegnativi, oppure affiancando una guida
esperta. Dopo almeno due anni di ‘apprendistato’, si può ac-
cedere al corso di formazione (della durata di una ventina di
giornate) per il passaggio al titolo di Guida Alpina - Maestro di
alpinismo, ultimo grado della professione. E finalmente si di-
venta professionisti a pieno titolo, iscrivendosi all’albo gestito
dal Collegio Guide Alpine, organo di autogoverno della ca-
tegoria.
La stessa legge quadro del 1989 stabilisce che le Regioni ‘pos-
sono’ istituire un’altra figura, quella dell’Accompagnatore di
media montagna (Amm), una categoria che si affianca alle
Guide alpine (le quali ne fanno parte di diritto): un professionista
che guida – illustrando le caratteristiche dell'ambiente attra-
versato - le escursioni su terreno montano, con l'esclusione delle
zone rocciose, dei ghiacciai, dei terreni innevati e di tutti gli
itinerari che richiedono per la progressione l'uso di tecniche e di
materiali alpinistici. Tutto il pasticcio nasce dall’ambiguità di
questa norma: infatti, mentre alcune Regioni hanno istituito fin
da subito questa figura, altre non lo hanno fatto, lasciando di
fatto ‘libero’ questo spazio. Uno spazio che è così stato occupato
da un’altra categoria, dai confini meno precisi, variamente de-
finiti dalle diverse normative regionali, quella delle Guide am-
bientali escursionistiche (Gae): professionisti che accompagna-
no persone o gruppi in zone di pregio naturalistico e ambientale,
illustrandone le caratteristiche naturalistiche ed ecologiche.
Anche per questo tipo di lavoro occorre frequentare appositi
corsi (diversi nelle varie regioni) e superare un esame finale, dopo
il quale si viene iscritti in un albo, gestito dalle Province.
Quando in queste Regioni si è poi deciso di istituire la figura
dell’Amm, si sono determinate sovrapposizioni e conflitti con le
Gae che già operavano sui sentieri, con tanto di denunce per
esercizio abusivo della professione, ricorsi, sentenze. Tanto che
alcune Regioni sono recentemente tornate a deliberare in ma-
teria, con la ‘zonazione’ dei sentieri, ovvero una suddivisione del
territorio che stabilisce inequivocabilmente quali siano le figure
professionali che possono accompagnare in ogni ambiente:
come la Lombardia, dove una delibera dell’ottobre 2017 ha
precisato che le Gae possano accompagnare i turisti solo sui
sentieri classificati ‘turistici’ (ossia adatti a tutti) al di sotto dei
600 metri di quota.
In Piemonte, la figura dell’Amm è stata introdotta solo re-
centemente, con la Legge Regionale 24/2015 e subito Aigae,
l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, ha
presentato ricorso al Tar chiedendone l’annullamento. Ricorso
che, come si è detto, è stato respinto con motivazioni che
sembrano riaprire i giochi, almeno in attesa di un chiarimento
normativo. Oltre a queste, esistono poi molte altre ‘professioni
della montagna’: alcune sono regolate da normativa nazionale,
come i maestri di sci; altre sono previste dalle regioni, come
l’accompagnatore di mountain bike o di turismo equestre; la
maggior parte sono attività libere, nate in seguito al grande
sviluppo del turismo outdoor, come gli accompagnatori di raf-
ting o gli istruttori di nordic walking.
l S.P.