Portfolio 2018 | Page 42

16 | Eco di Biella | LUNEDÌ 7 MAGGIO 2018 PROVINCIA CANDELO IN FIORE Biollino: 25mila le presenze «Lascio con un brand E ora salto di qualità» CANDELO Sole e tanta gente ieri, per l’ultima giornata di Candelo in fiore: una edizione un po’ par - ticolare, che ha avuto come fil rouge la Cina, con allestimenti floreali, mostre, workshop, con- vegni dedicati alle antiche tra- dizioni di questo paese. Soddisfatta Patrizia Maggia, cu- ratrice della sezione culturale ‘Sulle vie dell’Oriente’: «Il ri- scontro è stato ottimo: mostre e laboratori sono stati molto fre- quentati. Questo dimostra come il Ricetto sia un contenitore idea- le per gli eventi culturali». B i l a n c i o. «Il bilancio è molto positivo – commenta Mariella Biollino, sindaca di Candelo – e premia i nostri sforzi. Oltre al- l’accoppiata vincente tra borgo medievale e fiori, quest’anno ab- biamo voluto dare molto spazio all’aspetto culturale, con il focus sulla Cina, un tema di grande attualità. E i numeri ci hanno dato ragione, nonostante il me- teo non ci abbia aiutati: la prima stima è di circa 25mila visitatori, di cui circa l’80% arrivato da al- tre province. Di questo successo ringrazio, come sempre, la Pro loco e tutti i volontari che hanno collaborato». l’a d d i o. E dopo aver annuncia- to, proprio all’apertura dell’e- vento, il suo prossimo ritiro dalla sfera pubblica, conferma: «Que- sto è per me l’ultimo Candelo in fiore: dopo tre mandati da sin- daco, credo che sia la scelta giu- sta. Ho dato tutto quello che po- tevo e sono orgogliosa di essere riuscita a dare un brand a Can- delo. Ora il paese deve andare avanti e fare un salto di qualità: ma la mia passione resta intatta e, se serve, io ci sarò». l Simona Perolo IL RACCONTO La tradizionale cerimonia del tè chiude la serie di laboratori dedicati alle tradizioni cinesi Gong fu cha: a lezione di tè con “cura e attenzione” CANDELO A chiudere la ker- messe dedicata alla Cina non poteva che essere il tè - bevanda che vanta in Cina una presenza di qualche mi- gliaio di anni, tanto che la sua origine si perde in un mare di leggende – con una vera e propria lezione sulla sua preparazione secondo i canoni della tradizione. IL SINDACO Mariella Biolli- no all’apertura del conveg- no sull’export in Cina E’ il Gong fu cha, che significa approssimativa- mente ‘tè preparato con cura ed attenzione’: una vera e propria arte, i cui rudimenti sono stati illustrati da Xueyu Ouyang, esperta e appas- sionata studiosa di quest’a r- te, in un incontro orga- nizzato, alla Taverna del Ricetto, dall’Istituto Confu- cio dell’Università di Torino, che ha fornito anche il ne- cessario supporto linguisti- c o. La cerimonia. La giovane ‘cerimoniera’ del tè ha con- dotto i partecipanti attra- verso il complesso rituale in cui ogni dettaglio ha un preciso significato: la scelta degli ingredienti, la cura degli oggetti – dalle tazzine, ai bicchierini che permet- tono di apprezzarne l’a r o- ma, fino ai fiori che ornano il tavolino - e la loro po- sizione, la disposizione a cerchio dei partecipanti, la simbologia dei gesti, i mo- vimenti circolari, lenti e ar- moniosi, del cerimoniere, il modo con cui riempie, sol- leva e porge le tazze, le gerarchie da rispettare nel servirlo, dando la preceden- za agli anziani, e perfino il modo di versarlo in modo da distribuire la stessa quantità in ogni tazzina. E poi le tecniche per ottenere il ri- sultato migliore, che variano a seconda del tipo di tè usato (la prima tazzina, ad esem- pio, va tassativamente but- tata, perché è la più forte e amara), oltre naturalmente al modo di degustarlo, dopo averne apprezzato il pro- fumo, fino ai gesti per rin- graziare dopo averlo bevu- t o. Nulla è casuale in questo rito sociale, presente nei mo-