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Eco di Biella | LUNEDÌ 7 MAGGIO 2018
PROVINCIA
CANDELO IN FIORE Biollino: 25mila le presenze
«Lascio con un brand
E ora salto di qualità»
CANDELO Sole e tanta gente ieri,
per l’ultima giornata di Candelo
in fiore: una edizione un po’ par -
ticolare, che ha avuto come fil
rouge la Cina, con allestimenti
floreali, mostre, workshop, con-
vegni dedicati alle antiche tra-
dizioni di questo paese.
Soddisfatta Patrizia Maggia, cu-
ratrice della sezione culturale
‘Sulle vie dell’Oriente’: «Il ri-
scontro è stato ottimo: mostre e
laboratori sono stati molto fre-
quentati. Questo dimostra come
il Ricetto sia un contenitore idea-
le per gli eventi culturali».
B i l a n c i o. «Il bilancio è molto
positivo – commenta Mariella
Biollino, sindaca di Candelo – e
premia i nostri sforzi. Oltre al-
l’accoppiata vincente tra borgo
medievale e fiori, quest’anno ab-
biamo voluto dare molto spazio
all’aspetto culturale, con il focus
sulla Cina, un tema di grande
attualità. E i numeri ci hanno
dato ragione, nonostante il me-
teo non ci abbia aiutati: la prima
stima è di circa 25mila visitatori,
di cui circa l’80% arrivato da al-
tre province. Di questo successo
ringrazio, come sempre, la Pro
loco e tutti i volontari che hanno
collaborato».
l’a d d i o. E dopo aver annuncia-
to, proprio all’apertura dell’e-
vento, il suo prossimo ritiro dalla
sfera pubblica, conferma: «Que-
sto è per me l’ultimo Candelo in
fiore: dopo tre mandati da sin-
daco, credo che sia la scelta giu-
sta. Ho dato tutto quello che po-
tevo e sono orgogliosa di essere
riuscita a dare un brand a Can-
delo. Ora il paese deve andare
avanti e fare un salto di qualità:
ma la mia passione resta intatta
e, se serve, io ci sarò».
l Simona Perolo
IL RACCONTO La tradizionale cerimonia del tè chiude la serie di laboratori dedicati alle tradizioni cinesi
Gong fu cha: a lezione di tè con “cura e attenzione”
CANDELO A chiudere la ker-
messe dedicata alla Cina
non poteva che essere il tè -
bevanda che vanta in Cina
una presenza di qualche mi-
gliaio di anni, tanto che la
sua origine si perde in un
mare di leggende – con una
vera e propria lezione sulla
sua preparazione secondo i
canoni della tradizione.
IL SINDACO Mariella Biolli-
no all’apertura del conveg-
no sull’export in Cina
E’ il Gong fu cha, che
significa
approssimativa-
mente ‘tè preparato con cura
ed attenzione’: una vera e
propria arte, i cui rudimenti
sono stati illustrati da Xueyu
Ouyang, esperta e appas-
sionata studiosa di quest’a r-
te, in un incontro orga-
nizzato, alla Taverna del
Ricetto, dall’Istituto Confu-
cio dell’Università di Torino,
che ha fornito anche il ne-
cessario supporto linguisti-
c o.
La cerimonia. La giovane
‘cerimoniera’ del tè ha con-
dotto i partecipanti attra-
verso il complesso rituale in
cui ogni dettaglio ha un
preciso significato: la scelta
degli ingredienti, la cura
degli oggetti – dalle tazzine,
ai bicchierini che permet-
tono di apprezzarne l’a r o-
ma, fino ai fiori che ornano
il tavolino - e la loro po-
sizione, la disposizione a
cerchio dei partecipanti, la
simbologia dei gesti, i mo-
vimenti circolari, lenti e ar-
moniosi, del cerimoniere, il
modo con cui riempie, sol-
leva e porge le tazze, le
gerarchie da rispettare nel
servirlo, dando la preceden-
za agli anziani, e perfino il
modo di versarlo in modo da
distribuire la stessa quantità
in ogni tazzina. E poi le
tecniche per ottenere il ri-
sultato migliore, che variano
a seconda del tipo di tè usato
(la prima tazzina, ad esem-
pio, va tassativamente but-
tata, perché è la più forte e
amara), oltre naturalmente
al modo di degustarlo, dopo
averne apprezzato il pro-
fumo, fino ai gesti per rin-
graziare dopo averlo bevu-
t o.
Nulla è casuale in questo
rito sociale, presente nei mo-