Portfolio 2018 | Page 19

LUNEDÌ 19 MARZO 2018 VITA & ARTI | 41 | Eco di Biella IL PROGETTO BIELLESE Col DocBi I bocia di Einaudi e Gobetti a Torino Venerdì scorso è stata inaugurata al Polo del '900 di Torino la mostra “Bambini in fabbrica: i bocia di Einaudi e Gobetti” che racconta il lavoro minorile nelle fabbriche biellesi tra Otto e Novecento. Restera' aper- PRESENTATO IL CATALOGO ta fino al 6 aprile. Un cantiere di ricerca storica aperto nel 2014, che nell'ultimo an- no si è arricchito grazie alla sinergia tra il DocBi - Centro Studi Biellesi, già produt- tore della prima versione, e il Centro Studi Piero Gobetti di Torino, la Biblioteca Ci- vica di Biella e l'Associazione ex Asilo Fer- rua di Camandona, nonché alla collabo- razione di enti diversi come l'Istituto Pe- nale per Minorenni "Ferrante Aporti". Il progetto è realizzato grazie al sostegno del- la Compagnia di San Paolo nell'ambito del Programma Polo del '900 e della Fonda- zione Cassa di Risparmio di Biella. La mo- stra è aperta durante gli orari di ingresso di Palazzo San Daniele (lunedi-domenica ore 9-21; giovedì ore 9-22); durante gli orari di apertura della Sala lettura (lunedi-venerdi 10-19; giovedì 14-19; 2° e 4° sabato del me- se 10-19). Info: www.polodel900.it/news LA MOSTRA Inaugurata venerdì Neve, in 3.500 all’evento Dalla ceramica alla musica e ritorno Angeleri: le ‘mie’donne La Madonna Nera ha tenuto a battesimo i primi sciatori nostrani dove una valanga li seppellì la Vi- gilia di Natale del 1911. Tragedia a parte, il 1911 si aprì con il medesimo problema: niente neve. E un po’ di malasorte. La “Gazzetta di Biella” dell’11 mar- zo titolava: “Le gare di ski rin- viate”. Spiegava quindi in un tra- filetto che sapeva di epitaffio: “Rinviate per modo di dire perchè probabilmente esse nel Biellese non avranno più luogo. Esse avrebbero avuto una importanza eccezionale per la nostra regione perchè qui si sarebbe disputato il Campionato Italiano. Ad affievo- lire gli ultimi entusiasmi contribuì - oltre la scarsità della neve che avrebbe obbligato i concorrenti ed il pubblico a salire troppo in alto - anche l’incidente toccato a Guido Piacenza, che come si sa era stato il proponente delle gare nel Biel- lese ed era certamente uno dei più validi ed autorevoli organizzato- ri”. Il programma, molto detta- gliato, si trova sul numero del 4 marzo della stessa testata (la si conserva con il resto della stampa locale nella Biblioteca Civica di Biella). Una “due giorni” di tutto rispetto, quella organizzata per l’11-12 marzo, ospitata diretta- mente dal Santuario di Oropa che in quel mentre stava esplodendo tutto il suo potenziale turistico, una vocazione che non sarebbe mai più venuta meno, anche e so- prattutto per la dimensione spor- tivo-invernale assunta dai dintorni del complesso devozionale maria- no. Se ne fece nulla. E una simile sconfitta avrebbe potuto cagiona- re una ripulsa nei confronti non tanto dello sci in sè, ma della pos- sibilità di introdurlo a livello ago- nistico a Biella, ossia a Oropa. Invece le cose andarono diver- samente e gli “spor tsman” nostra - ni, e non, ebbero modo negli anni successivi di divertirsi “in montibus sanctis” benedetti da abbondanti nevicate, cosicchè gli sci poterono diventare il più naturale prolun- gamento dei piedi dei biellesi. Tut- tavia nell’Archivio Storico del San- tuario di Oropa, che tramanda con documenti e immagini la suddetta dimensione sportivo-invernale di una località amata e, forse, non del tutto valorizzata per le sue effettive possibilità, si custodisce una foto- grafia attinente e significativa, ma non connessa con lo sci in quanto disciplina agonistica. E’, infatti, uno scatto che ritrae uno sciatore di spalle, posizionato nella zona tra la trattoria Nocca e la “Casa di To- rino”, presso le cave nella valletta dell’Orone. La Cappella del Roc in primo piano, il cantiere della Chie- sa Nuova, gli altri edifici sullo sfon- do, il torrente Oropa in basso, le ombre pomeridiane degli alberi spogli sulla coltre soffice. Più che uno “spor tsman” era quello un “ge n t l e m a n ”, fotografato durante u n’escursione in un momento im- precisato tra il 1920 e il 1935. A occhio il fotografo potrebbe essere Emilio Gallo o Franco Bogge, ma poco importa. Ciò che conta è che quell’uomo elegante sorpreso a contemplare Oropa innevata era anche e soprattutto un pio vian- dante, un devoto attratto dalla bel- lezza del sito enfatizzata dalla neve e dalla luce radente. Sì, perché Oro- pa non ha perso nulla del suo fa- scino e del suo misticismo nem- meno quando è stata invasa da pro- vetti discesisti o trampolinisti, e da orde di chiassosi principianti che si impratichivano sul Prato delle Oche. Ma è nel silenzio che si ri- scopre Oropa, e si può essere pel- legrini anche sugli sci. Fine del mi- sunderstanding. Adesso avete qualche informazione in più su co- me i padri coscritti si sgrossarono sugli sci. Per tutto il resto non vi resta che acquistare una copia del catalogo della mostra. l Danilo Craveia E’stato il momento d’oro, per Oro- pa e per il Biellese: dagli anni Venti, in cui la conca è stata una delle prime stazioni sciistiche italiane, fi- no al boom dello sci alpino negli anni Sessanta. E ha lasciato in- numerevoli documenti, foto, cime- li, ricordi tramandati da una ge- nerazione all’altra, un ricco patri- monio che la mostra ‘N eve ’ ha sco- vato, assemblato e trasformato in ‘storia’. Ne è nato un racconto corale e partecipato, che ha coinvolto e af- fascinato i biellesi - circa 3.500 vi- sitatori nei tre mesi di esposizione al Museo del Territorio - spingendo a prorogare la mostra fino al 25 marzo. «Il pubblico - racconta la curatrice Alessandra Montanera - è stato numeroso ed eterogeneo per- ché la mostra ha attratto - oltre agli habitués e alle tante scolaresche, accompagnate dagli insegnanti di educazione fisica - una nuova fetta di pubblico, persone che finora non avevano mai visitato il museo: in particolare, i giovani e i trentenni, un target che difficilmente riuscia- mo a raggiungere». E il successo della mostra ha per- messo, grazie al contributo di Re- gione Piemonte, di realizzare un catalogo, per fissare il lavoro svolto in una forma meno effimera. Il volume - pubblicato da Botalla Edi- tore e presentato sabato scorso al Museo del Territorio davanti a un folto pubblico di appassionati - ri- prende i contenuti della mostra e li amplia, grazie al contributo di altri autori che raccontano le diverse istituzioni che hanno messo a di- sposizione il proprio patrimonio: Andrea Pivotto (Fondazione Sella Onlus e Fondazione Piacenza), Anna Bosazza (Biblioteca Civica), Emanuele Rolando (Fondazione Crb), Danilo Craveia (Archivio Storico Santuario di Oropa), An- drea Pollono (Fondazione Funivie di Oropa), Alberto Vineis, Piero Ramella, Fabrizio Corbetta (Mo- stra dello Sci), Maurizio Pellegrini (Videoastolfosullaluna), Claudio Lanza (collezionista privato). Non solo immagini e testi, ma anche i filmati d'epoca e le interviste, rac- colte in un dvd allegato al volume, e l’inconfondibile tocco grafico di Andrea Della Fontana, autore del- la copertina e dell’i m p a g i n a z i o n e. Ma non si tratta, sottolinea la cu- ratrice, di un punto di arrivo: «Ab- biamo offerto una traccia, ma sap- piamo di non essere stati esaustivi. Molti aspetti meriterebbero ulterio- ri approfondimenti: c’è ad esem- pio, il tema delle fabbriche di sci, un sapere del nostro territorio che an- cora oggi continua, in tante forme; c’è la tradizione dello sci alpinismo, ancora oggi così popolare nella conca; c’è la storia gloriosa del soc- corso alpino… ne potrebbero na- scere tante storie. Ci auguriamo quindi che questo volume sia il pri- mo di una serie, uno stimolo per iniziare a raccontare la storia delle nostre montagne». l Simona Perolo E' proprio vero. Quando si nasce artisti lo si è a tutto tondo: mu- sicisti, cantanti, pittori, scultori, poeti e scrittori. Ne è una dimo- strazione Luciano Angeleri, ver- cellese trapiantato a Biella, che tutti conoscono come cantante convertitosi poi alla pittura e al- l'arte. Ma non è così. Infatti, An- geleri venne premiato al Teatro Odeon di Biella, già a tredici an- ni, come il più giovane ceramista. Pennelli e creta vennero messi da parte solo momentaneamente, grazie ai successi musicali come “Lui e Lei”, per essere ripresi in mano, invece, dagli '90 fino ad oggi, con collettive e personali in Italia e all'estero. Ecco allora che questa sua dote poco conosciuta, la scultura, vie- ne finalmente esaltata in una mo- stra a lui dedicata alla Galleria Bi-BOx Art Space, presso Palaz- zo Ferrero, dal titolo “Dedica - tissima”. Luciano Angeleri ha dedicato infatti la sua arte (tutta) alle donne, alle quali si è ispirato per le sue celebri ballerine, per i volti un po' tribali dei suoi ori- ginalissimi totem e naturalmente per le sue famose canzoni d'a- m o r e. Taglio di capelli all'ultima mo- da, blouson di pelle nera e cion- dolo al collo, l'artista vercellese ha grinta e vitalità sorprendenti. La battuta sempre pronta, l'ironia, ma anche la gentilezza d'animo e una certa dose di modestia, ne fanno una figura ancora tutta da scoprire. «Ho sempre vissuto d'ar- te - spiega con entusiasmo An- geleri - sia essa musica o pittura. La scultura è stata una delle mie LA MOSTRA “D edicatissima”, fino al 29 aprile alla BI-BOx Art Space, c/o Palazzo Ferrero, cor- so del Piazzo 25, da venerdì a domenica ore 15-19. Nella foto Irene Finiguerra (di BI-Box) con Luciano Angeleri e la serie di vasi-sculture “Remember Felli- ni ” prime passioni: mi piaceva pren- dere in mano la creta e model- larla prendendo ispirazione dal momento, un po' come è con le canzoni. Parti dal nulla e non sai dove arriverai. Direi che c'è quasi #FUORILUOGO Alma saluta in centro ALMA LAS- CIA IL CAM- PO Alma, la scultura gi- gante di Pa o l o Bar ichello, grande in- stallazione in acciaio spaz- zolato, realiz- zata in onore delle donne e posizionata in piazzetta Gustavo di Valdengo a Biella, verrà rimossa oggi e lascerà spazio ad al- tre due in- iziative nel p ro s s i m o fine setti- mana in at- tesa di #Fuo- r iluogo più soddisfazione (e libidine) in una scultura, che plasmi e vedi nascere, che in una semplice, sep- pur piacevole pittura». Spronato da Irene Finiguerra, ti- tolare della Galleria Bi Box, An- geleri ha deciso di esporre le crea- zioni realizzate negli anni '70, fi- no a quelle più recenti, ideate appositamente per questa mo- stra. I lavori in ceramica che apro- no l'esposizione sono infatti i più antichi ma tra i più affascinanti, sempre con un tocco di oro a risplendere, e poi con smalti neri, verdi, blu, spruzzati di porporina con inserimenti di specchietti a mosaico. Una delle serie più re- centi, invece, si chiama “Remem - ber Fellini”: sono vasi color cre- ma dalle forme inequivocabil- mente femminili con aggiunta di pennellate azzurre, viola o do- rate. In esposizione anche alcune tele e quadri di piccole dimen- sioni con i suoi celebri volti-to- tem che si ripetono anche nei fan- tastici tappeti realizzati a Ka- thmandu (un altro esempio si può ammirare presso il negozio Progetto Arredamenti di via Ita- lia 54). Ma l'omaggio a Luciano Ange- leri non termina qui: altre sue opere, tra pitture e sculture, sono esposte anche all'Opificiodellar- te, al ristorante Edera, al negozio Mondovino e all'Osteria Due Cuori di piazza Cisterna, per una visione davvero completa di que- sto poliedrico artista. l Luisa Benedetti