GIOVEDÌ 15 MARZO 2018
BIELLA | 13
| Eco di Biella
AIUTARE LA RICERCA
Per tre giorni la vendita
delle uova di Pasqua di Ail
Quest’anno si festeggia il 25° appuntamento
promosso dall’Associazione Italiana contro le
leucemie, i linfomi e il mieloma. Nei giorni di
venerdì 16, sabato 17 e domenica 18 marzo è in
programma, la manifestazione di raccolta fondi
promossa da Ail “Uova di Pasqua 2018”. Ac-
quistare un uovo di cioccolato dell’Ail non con-
tribuisce solamente ad addolcire la Pasqua; gra-
zie a questo contributo molti pazienti potranno
usufruire di cure sempre migliori e potranno
guarire in un numero sempre maggiore. In que-
sti anni se la ricerca si è notevolmente svilup-
pata è perché è stata sostenuta da tutti e, anche
se c’è ancora molto da fare, la strada intrapresa
insieme è quella giusta dimostrando, giorno do-
po giorno, che di leucemia si può guarire. Nel
corso di questi anni la Fondazione Angelino ha
impiegato oltre 5 milioni di euro per i progetti di
sostegno, assistenza e cura ai malati emato on-
cologici della provincia di Biella. Importante è
il continuo impegno dei volontari. I volontari di
Fondazione Angelino vi attendono venerdì 16,
sabato 17 e domenica 18 marzo a Biella in via
Italia di piazzetta SS. Trinità, sabato 17 a Cog-
giola in piazza B. Sella, sabato 17 e domenica
18 a Cossato in piazza della Chiesa, sabato 17 a
Pray in piazza L. Totino e domenica 18 a Zi-
mone in piazzale Alpini d’Italia. Un grazie al
gruppo Avis di Coggiola ed al gruppo degli Al-
pini di Zimone per il loro prezioso aiuto e grazie
di cuore a chi vorrà festeggiare la Pasqua con un
uovo di cioccolato dell’AIL regalando ai nostri
pazienti la sorpresa più bella, la speranza. Info
015 1515 3138 – [email protected] –
w w w. f o n d a z i o n e a n ge l i n o. i t .
LA STORIA La vita di Marino Ghirardi dedicata alla cura dell’area
L’ultimo operaio della Burcina
Un solo addetto alla manutenzione del parco: «Di lavoro ce n’è davvero tanto»
Un solo operaio ad occuparsi
della manutenzione di 57 et-
tari di giardino botanico. Ciò
che si temeva – cioè che la
Burcina restasse sguarnita,
mettendo a repentaglio la cura
delle piante e la stessa sicu-
rezza dei visitatori - si sta pur-
troppo avverando: proprio in
questi giorni, infatti, andrà in
pensione Claudio Ferrari, il
guardiaparco che si occupava
della manutenzione del giar-
dino. Così, ad occuparsi della
cura materiale della Burcina,
resta un solo manutentore,
Marino Ghirardi, che raccon-
ta: «Ho 63 anni, e da 17 lavoro
in Burcina. Prima, lavoravo
nell’impresa Guabello, posa-
vamo i pali della luce per conto
di Enel. Poi, l’azienda è fallita
e sono rimasto disoccupato
per cinque anni, facendo la-
voretti saltuari per aziende edi-
li della zona, finché nel 2000
ho trovato lavoro qui nel par-
co, dove a quel tempo eravamo
in quattro: io sono stato l’ul -
timo operaio ad essere assunto
e ora sono l’ultimo rimasto».
In cosa consiste esattamente
il suo lavoro? «Mi occupo della
cura quotidiana di tutta l’area:
zionavano: non avevamo
nemmeno il filo per il dece-
spugliatore! Eravamo comple-
tamente demotivati, perché
vedevamo che il nostro lavoro
non veniva valorizzato».
tengo ordinato il parco, rac-
colgo le foglie, pulisco le cu-
nette per lo scolo dell’acqua,
svuoto i cestini e raccolgo i
rifiuti, elimino i rami caduti e
gli sfalci, tengo sgombra la
strada e i sentieri, tagliando
con il decespugliatore i rami
che debordano. Lavoro ce n’è,
anche perché non tutti i visi-
tatori sono educati, c’è chi vie-
ne a fare il picnic e lascia tutti i
rifiuti a terra. Comincio a la-
vorare presto, prima che ar-
rivino i visitatori, e mi gestisco
il mio orario secondo le esi-
genze, a seconda delle stagioni
e dell’afflusso di pubblico».
Le piace questo lavoro? E co-
sa in particolare? «Mi piace
davvero tanto, mi ritengo mol-
to fortunato. Di questo lavoro
mi piace tutto. Mi piace il rap-
porto con le persone: qui c’è
sempre qualcuno che passa e si
può scambiare qualche parola,
una battuta, anche perché
molti sono visitatori abituali,
ormai li conosco. E natural-
mente mi piace il posto, che è
bellissimo, in tutte le stagioni.
Soprattutto ora, che l’abbiamo
messo in ordine».
L’ULTIMO OPERAIO della Burcina è Marino Ghirardi, qui
insieme al trattorino utilizzato per le manutenzioni
Già, il parco qualche anno fa
ha visto momenti difficili…
«Sì, per molti anni la situazio-
ne è andata peggiorando, fin-
ché nel 2012-2013 si è arrivati a
un vero e proprio abbandono:
la manutenzione non veniva
fatta, ci mandavano lavoratori
temporanei, socialmente utili
o detenuti, che non sapevano
fare e non facevano niente, an-
che perché chi doveva control-
lare non controllava. Qui non
si vedeva mai nessuno dei ca-
pi, sembrava quasi che la Bur-
cina non facesse parte dell’En -
te di gestione, era proprio di-
menticata… Anche noi non
riuscivamo a fare molto, ci to-
glievano addirittura le macchi-
ne per portarle altrove, mentre
altre erano vecchie e non fun-
ECCO IL BUONO DA RITAGLIARE
E CONSEGNARE A SCUOLA!
b uono
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vale
o
punt
E poi? «Poi nel 2016 tutto è
cambiato: nel nuovo Ente è ar-
rivato il consigliere Alessan-
dro Ramella Pralungo, che si
occupa solo della Burcina e ci
mette il cuore. E’ lui che ha
fatto venire gli operai forestali,
gente in gamba, che sa cosa fa,
che ha voglia di lavorare: loro
hanno risistemato tutta la con-
ca e anche la parte alta, mentre
noi andavamo a pulire, elimi-
nando tutti gli sfalci. E poi ci
ha portato le nuove macchine:
i soffiatori, i decespugliatori, e
questo nuovo trattorino che è
un gioiellino, e ci velocizza
tantissimo il lavoro. Ora, que-
sta macchina ce la vogliono
togliere, vogliono venderla per
prenderne una radiocoman-
data, che costa 50mila euro…
dicono che è una questione di
sicurezza, ma secondo me in-
vece va benissimo, perché an-
che qui ci sono zone in pianura
o quasi, e il trattorino ci ve-
locizza tantissimo il lavoro:
quindi io dico che questa non
ce la possono togliere, qui è e
qui deve restare».
Ora che è rimasto solo, cosa
pensa che accadrà? «Io con-
tinuo a fare il mio lavoro, ma
qui da fare ce n’è tanto, so-
prattutto nel periodo della fio-
ritura e in estate, quando i ce-
stini vanno svuotati spesso.
Ma c’è molto da fare in tutte le
stagioni, ad esempio in autun-
no, per raccogliere le foglie ca-
dute, o tra poco, dopo la fio-
ritura dei narcisi (che tra l’altro
sta per iniziare), per eliminare
i fiori secchi, ed è un lavoro che
va fatto al momento giusto, né
prima e né dopo. E poi c’è tutta
la manutenzione delle piante,
per cui servono persone com-
petenti, altrimenti si rischia di
fare danni».
Per concludere, che cosa ser-
ve ora alla Burcina? «In Bur-
cina servono almeno tre per-
sone competenti, e con voglia
di lavorare, oltre che queste
macchine che abbiamo qui. E
servono subito. Altrimenti, ci
vuole poco perché tutto torni
come prima».
l Simona Perolo
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