GIOVEDÌ 22 FEBBRAIO 2018
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| Eco di Biella
& ARTI
L’EVENTO Sabato 3 marzo al Museo
Non solo sci… fotografi
e artisti in mostra
VITA
“Neve. Sport invernali a Oropa. 1920-1960” è
il titolo della mostra in corso fino al 4 marzo al
Museo del Territorio Biellese: aperta da mer-
coledì a venerdì: ore 10-12.30 e 15-18.30, sa-
bato e domenica: ore 15-18.30; ingresso intero
6 euro (comprensivo dell’ingresso alle collezio-
ni permanenti del Museo), ridotto 3 euro, info:
tel. 015-2529345
L’ultimo evento collaterale è previsto sabato 3
marzo alle ore 16: “Non solo sci… fotografi e
artisti in mostra”, con visita guidata al percor-
so espositivo con la curatrice della mostra
Alessandra Montanera. costo di partecipazio-
ne: 5 euro, prenotazione obbligatoria al
329-9029036.
NEVE Ultimi giorni per la mostra
LA STORIA Sci a oropa
Anni ’20-’60:
dai pionieri
al boom
Quegli anni d’oro
dello sci alpino
nella conca d’Oropa
T
ra le tante facce di
Oropa e della sua con-
ca c’è anche - forse
oggi un po’ dimenticata -
quella di essere stata, circa un
secolo fa, una delle prime
stazioni sciistiche d’Italia,
una meta rinomata tra i pio-
nieri di questo sport che da
poco aveva cominciato a dif-
fondersi sulle Alpi. Lo ha
ricordato la mostra “N eve.
Sport invernali a Oropa.
1920-1960”, che chiuderà i
battenti il prossimo 4 marzo,
dopo 3 mesi di esposizione,
accompagnata da eventi a
tema.
L’esposizione ha preso
spunto dai bozzetti, legati ap-
punto al diffondersi degli
sport invernali nella conca di
Oropa, che Piero Bora - ar-
tista e grafico biellese - rea-
lizzò negli anni ’30 per gior-
nali locali o per aziende di
articoli sportivi. E poi ha
allargato lo sguardo, facendo
dialogare i pezzi del Fondo
grafico Piero Bora con altre
opere e altri linguaggi - la
fotografia, la pittura, i filmati
I primi curiosi “pattini da neve”
vengono portati a Biella da Vit-
torio ed Erminio Sella nel 1897, al
ritorno da una spedizione in Ala-
ska: sono probabilmente tra i pri-
mi sci ad apparire in Italia. A Oro-
pa si inizia a sciare nei primi anni
del Novecento e nel 1919 è già
attivo lo Sci Club Biella, che or-
ganizza raduni e competizioni,
con l'intento di diffondere il nuovo
sport. A favorire l’afflusso turisti-
co giova la tranvia elettrica, che in
meno di un'ora trasporta gli scia-
tori da Biella a Oropa: la stazione
di partenza ai Giardini Zumagli-
ni, di fronte alla stazione ferro-
viaria, consente anche agli sciatori
che provengono da fuori di rag-
giungere facilmente i campi da
sci.
gnato l’evoluzione tecnica
dello sport, messi a dispo-
sizione - tra i circa 1.800 della
propria collezione - dalla Mo-
stra dello Sci.
Dietro al materiale e s p o s t o,
c’è stato un capillare lavoro di
ricerca negli archivi biellesi, a
cui hanno partecipato in tan-
ti: Apd Pietro Micca, Cai e
Sci Club Biella, Fondazione
Sella, Fondazione Piacenza,
Santuario di Oropa, Fonda-
zione Cassa di Risparmio di
Biella, Biblioteca Civica.
Il risultato è la narrazione
corale di un periodo par-
ticolarmente brillante per il
territorio, in cui la conca di
Oropa - già da secoli po-
polare destinazione religiosa
e poi, da metà Ottocento,
meta turistica alpina e centro
idroterapico - accoglie all’i-
nizio del Novecento i na-
scenti sport invernali e, do-
tandosi di pioneristici im-
pianti di risalita e servizi di
accoglienza, ne accompagna
la crescita, fino al boom degli
anni ’60.
Poi, nei decenni successivi, il
TRA STORIA E MEMORIA Sopra, la vecchia funivia da Oropa al Mucrone. A lato alcuni sci
della collezione Claudio Lanza. In basso il famoso “s l i t to n e” e i primi pattini da ghiaccio
lento declino: cambia lo sci,
cambiano le mete, cambia il
clima, la neve scarseggia. Ma
Oropa Sport, quel grappolo
di edifici dal sapore retrò,
abbarbicati a quota 1900 me-
tri, è viva, e pensa al ri-
l a n c i o.
Oggi, mutatis mutandis, sem-
brano ripresentarsi le con-
dizioni perché il Biellese re-
cuperi la sua perduta “iden-
tità alpina”: i progetti per la
conca di Oropa e il restyling
di Oropa Sport, le recenti
iniziative del Cai per i tren-
t’anni di Mountain Wilder-
ness, che hanno riportato
Biella al centro del dibattito
sulla montagna, l’ipotesi di
candidare il capoluogo a
“Città alpina 2022”.
E allora vale la pena di ri-
scoprire quei cinquant’anni
in cui Oropa, anticipando le
esigenze di un nuovo tipo di
turista, lo sciatore, ha saputo
efficacemente interpretare lo
“spirito dei tempi”.
l Simona Perolo
Narrazione corale
di un periodo
par ticolarmente
b r i l l a n te
per il territorio
d’epoca, i documenti, gli og-
getti - per raccontare un pez-
zo importante della storia lo-
c a l e.
A narrarla sono nomi che
hanno segnato il contesto sto-
rico-artistico e culturale del-
l'epoca: fotografi come Vit-
torio Sella, Franco Bogge,
Antonio Tosso, Cesare Va-
lerio, Pietro Minoli, Lino
Cremon; artisti biellesi come
Giuseppe Bozzalla, Piero Bo-
ra e Giancarlo Cori; e la
“neve dipinta” nelle opere di
Emilio Longoni, Lorenzo
Delleani, Giuseppe Bozzalla,
Silvio Allason, e Cesare Mag-
gi, esposte nelle collezioni
permanenti del Museo.
E ci sono i filmati d’epoca e le
interviste, raccolte per l’oc-
casione, ad alcuni dei pro-
tagonisti di quell’epoca. E poi
gli oggetti: racchette da neve,
pattini da ghiaccio, baston-
cini, e tanti sci, dai primi
esemplari in legno marchiati
“Valle Oropa”, provenienti
dalla collezione Claudio Lan-
za, ai modelli che hanno se-
DALLA NORVEGIA A NOI Le prime stazioni fra cui Oropa, la “valanga azzurra” e il mercato florido degli anni ‘80
L’ascesa degli strani ‘ski’ venuti dal Nord
La loro origine risale come minimo all’età del
bronzo. Ma, per 4-5mila anni, l’uso degli sci
resta confinato ai paesi nordici, dove il terreno
pianeggiante, innevato per gran parte del-
l’anno, ne rende quasi d’obbligo l’uso per i
lunghi spostamenti. Solo dopo la metà del-
l’800 le prime innovazioni tecniche consen-
tiranno di affrontare le discese senza schian-
tarsi.
A far conoscere gli sci al resto d’Europa ci
penserà il norvegese Fridtjof Nansen, che nel
1888 utilizza gli “ski o “pattini da neve ”per
attraversare la Groenlandia. E’, allora, uno
sport d’élite, con testimonial quali lo scozzese
sir Arthur Conan Doyle, il padre di Sherlock
Holmes, e il tedesco Thomas Mann.
E in Italia? Ci pensa Adolfo Kind, impren-
ditore di origine svizzera che, trasferitosi a
Torino, dove ha aperto una fabbrica di can-
dele, nel Natale del 1896 si fa spedire dalla
ditta elvetica Jacober un paio di ‘ski’ e li
mostra agli amici. Il nuovo strumento piace:
nel 1901 Kind fonda lo Ski-club Torino, e nel
1906 organizza il primo corso di sci. Nel
1909, a Bardonecchia si svolge il primo Cam-
pionato italiano. Alcune località turistiche
invernali iniziano ad accreditarsi come sta-
zioni sciistiche: Cortina d’Ampezzo, l’Apri -
ca, Limone Piemonte, Oropa. Tra gli anni ’20
e ’30 arrivano le prime funivie, ai tempi chia-
mate ‘teleferiche’: quella di Oropa (1926)
contende il titolo italiano alla Cortina-Pocol,
poi Sestriere (1932), Cervinia (1936). Con
qualche fatica, arriva anche il riconoscimento
olimpico. Nelle prime Olimpiadi invernali di
Chamonix (1924) e di Saint Moritz (1928) lo
sci è solo quello nordico: per lo sci alpino
mancano ancora piste e atleti. Nel 1936, in
pieno regime nazista, la Germania ospita le
Olimpiadi invernali con lo sci alpino. Dal
1946 tutto cambia: l’innovazione tecnica in-
calza, gli sci diventano più pratici. Con il
boom economico degli anni Sessanta lo sci
diventa sport di massa. Negli anni Settanta, lo
sci alpino raggiunge la massima popolarità,
con i trionfi della Valanga azzurra: Gustavo
Thoeni e Pierino Gros sono gli idoli. Sarà,
fino agli anni ’80, il periodo d’oro per il
mercato dello sci.
l S.P.
A partire dagli anni Venti, ven-
gono organizzate le prime gare di
fondo e di salto di richiamo na-
zionale e internazionale: nel 1923,
Oropa ospita i Campionati Pie-
montesi di sci, che già possono
contare su un primo trampolino,
mentre nel 1927 si inaugura il nuo-
vo Trampolino Oropa, in occa-
sione della Coppa Oropa, gara di
salto internazionale. Nel 1926 si
inaugura la funivia: la seconda in
Italia, la più alta stazione di arrivo.
Da allora si inizierà a sciare e di-
sputare gare di discesa e slalom in
prossimità del Lago del Mucrone,
dando impulso alla costruzione di
nuovi impianti di risalita e di strut-
ture ricettive. Intorno al 1930 na-
scono infatti la scuola di sci, l’al -
bergo Savoia, la Capanna Rosaz-
za, il Trampolino Mucrone.
Nel 1936 arriva anche la slittovia
(comunemente detta lo “slitto -
ne”), che trasporta gli sciatori dal
Lago fin quasi all’Anticima e ri-
scuote molto successo; danneg-
giata durante la guerra, non viene
più ripristinata e il suo scheletro
giace oggi accanto all’albergo Sa-
vo i a .
Nel 1938 viene inaugurato il pa-
tinoire, di fianco all’albergo Sa-
voia, che in estate sarebbe servito
come campo da bocce e che re-
sterà attivo per una ventina d’anni.
Nel 1940 viene aperta la pista Bu-
sancano, che dal lago consente di
scendere fino a Oropa.
Durante la guerra, tutto si ferma
e molte strutture vengono dan-
neggiate, ma nell’estate del 1946 la
funivia è nuovamente in funzione.
L’offerta si amplia poi con la seg-
giovia (che nel 1971 sarà sostituita
dall’attuale cestovia) del Camino
(1948), gli skilift “Lago” e “Ber -
sagliere”, la funivia dell’Anticima
(1963), mentre nel 1962 entra in
funzione la nuova funivia Oro-
pa-Lago, il cui tracciato corre pa-
rallelamente al precedente im-
pianto. Gli anni ’60 sono gli anni
d’oro di Oropa Sport, pubbliciz-
zata nel 1965 come “un piccolo e
grazioso villaggio alpino con
grandioso terrazzo panoramico
verso la pianura”.
l S.P.