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PRIMO PIANO LA CITTÀ DELL’ARTE
IL PUNTO
Occasioni o nuova vitalità?
Una vitalità nuova quella di Biella o una
serie di eventi occasionali?
Quello che abbiamo visto nel fine setti-
mana costituisce un’accelerazione im-
provvisa del processo di innovazione
creativa che ha per protagonista la città,
con un fervore di iniziative collegate al-
l’arte che non ha eguali nel tempo.
Accanto alle mostre futuriste proposte
dal Museo Fico (Mef) di Torino e fatte
proprie da Biella al Gromo Losa e al Mu-
seo, ecco una rassegna d’arte contempo-
ranea di livello sulle donne artiste sem-
pre in due palazzi del Piazzo, una espo-
sizione che valorizza i collezionisti biel-
lesi al Museo del Territorio, un’altra ini-
Eco di Biella | LUNEDÌ 3 DICEMBRE 2018
ziativa sul futurista Costa alla Crb (che
ha ampliato i suoi spazi culturali). E a
queste vanno aggiunte “I m a ge s ”, con fo-
to di qualità dei fotoamatori al Cantino-
ne, la Prefettura che apre le porte per la
sua collezione permanente e altro anco-
ra.
Forse è cambiato qualcosa. Ci piace spe-
r a r l o.
l R.A.
AL MUSEO Inaugurata mostra e percorso con 40 nuove opere
I tesori di tanti collezionisti
Svetta la “raccolta” Colongo
Un percorso nuovo di opere
e di autori che si fonde con la
collezione permanente, un
omaggio al Museo del Ter-
ritorio Biellese attraverso le
collezioni private che hanno
fatto un po’ la storia della
città. La mostra “Arte e col-
lezionismo - cinque secoli di
pittura dalle collezioni biel-
lesi” inaugurata sabato po-
meriggio, ci parla di una
città del primo dopoguerra
con un certo benessere eco-
nomico che si rifletté nel-
l’acquisto di importanti ope-
re artistiche e nell’aper tura
di gallerie d’arte, in un con-
testo decisamente vivace e di
alto livello culturale. Oggi,
con le crisi che si sono sus-
seguite, alcune gallerie di
grande tradizione hanno
chiuso i battenti, altre hanno
aperto nella speranza di far
ritornare l’arte al centro de-
gli interessi cittadini. Il col-
lezionismo privato rimane
comunque un aspetto cul-
turale interessante di Biella,
che la mostra affronta pro-
ponendo nomi di grandi ar-
tisti, dal Rinascimento al
N ove c e n t o.
AL MUSEO Aperta la mostra
su cinque secoli di arte dalle
collezioni di biellesi. A sinis-
tra la fu Galleria Colongo
Re a l i z z a t a dall’assessorato
alla Cultura del comune di
Biella con il contributo della
Fondazione Crt, la Soprin-
tendenza Archeologica di
Belle Arti (sono esposti anche
alcuni reperti di origine etru-
sca e della Magna Grecia) e
la collaborazione di Banca
Patrimoni Sella &C., l’espo-
sizione ha avuto due anni di
progettazione e un percorso
complicato, come hanno sot-
tolineato l’assessore Teresa
Barresi e la curatrice Ales-
sandra Montanera. Il visi-
tatore scoprirà che quasi in
ogni sala della pinacoteca
troverà opere nuove, basterà
seguire la “E” tracciata sul
pavimento e accanto ai qua-
dri esposti: Defendente Fer-
rari con il suo “Trasporto di
Cristo al sepolcro” (1520), il
“Santo Martire” dai toni scu-
ri della bottega del Tiziano, il
caravaggesco Trophine Bigot
con “San Girolamo”, Ber-
nardino Lanino con la sua
tavola di “Adorazione del
Bambino”. Per passare poi
all’intensa e luminosa alba
del torinese Vittorio Avondo
con “Ora mattinale in Ma-
remma” (1907), alla “Ve c -
chiaia” e “La chiesetta” di
Antonio Fontanesi (1881), a
Lorenzo Delleani con “La
pittrice” e “Il lavoro”, ai tagli
di Lucio Fontana su fondo
giallo acido (Concetto Spa-
ziale, 1960) e al pastello di
Gino Severini (Natura Mor-
ta).
Ma ci sono anche sale de-
dicate a temi e ad autori
particolari. Ad esempio gli
otto deliziosi acquerelli di
Giuseppe Maffei, una serie di
“Antichità Biellesi” realizza-
ta per far conoscere agli ope-
rai delle fabbriche le bellezze
e le origini dei loro paesi.
La parte più ricca della mo-
stra è però quella dedicata
alla Galleria Colongo, di si-
curo la galleria d’arte più
famosa di Biella, con ven-
t’anni di attività e un cen-
tinaio di mostre allestite. La
galleria si trovava in via Ita-
lia, nel cortile accanto alla
Chiesa della Trinità, ed era
diventata celebre anche fuori
dai confini cittadini. La col-
lezione presente ora al Mu-
seo proviene da quella per-
sonale di Sergio Colongo:
possiamo ammirare, fra gli
altri, il napoletano Domenico
Morelli con un ritratto fa-
migliare, un piccolo e curioso
quadro di Giovanni Boldini,
un olio su cartone di Carlo
Carrà (Madre, 1944), un
grande “Nudo di giovinetta”
di Felice Casorati (1930), au-
tore riproposto anche con
“Natura morta con teschio”
(1947), quattro opere, tra pae-
saggi e figure, di Ottone Ro-
sai, una enigmatica “Com-
posizione” di Mario Sironi e
una “Angoscia” di grandi di-
mensioni con chiari riferi-
menti a De Chirico. E an-
cora, un grazioso quadretto
di “Garofani” firmato Gio-
vanni Segantini, e una testa
di bambino in gesso e cera di
L’INIZIATIVA Crossing Art & Books: nella Biblioteca eventi che guardano alla Fiber Art. Il bibliotecario Ruffatto: «Area creativa che può aiutare il tessile»
Se l’arte ora dialoga coi libri, a Città Studi uno spazio insolito
Pennellate, ma di... stoffa
Ci sono le forme e i colori delle
stagioni, c’è la trama grezza dei vec-
chi teli di canapa, che ci rimandano
profumi e ricordi del passato, e poi i
mille tessuti colorati nati dalle fab-
briche biellesi, che qui diventano
frammenti, tessere che compongo-
no il puzzle della natura, e ci sono
anche i libri, gli antichi erbari con le
loro illustrazioni affascinanti che
sanno di storia. C’è un po’ tutto
questo, nei lavori di arte tessile di
Emanuela Malavolta, che nella pic-
cola mostra
nella biblioteca
di Città Studi -
in collabora-
zione col Gar-
den Club di
Biella - ha rac-
chiuso tutte le
sue passioni. E
con amore e
leggerezza le
ha cucite insie-
me, nel senso letterale del termine:
con un passato da illustratrice di libri
per bambini, l’autrice ha infatti ab-
bandonato matite e pennelli per so-
stituirli con l’ago, raccontando la
natura quotidiana attorno a lei at-
traverso la concretezza delle stoffe
del nostro territorio.
Il racconto. «L’idea di questa mo-
stra è partita dai vecchi teli di canapa
che c’erano nelle case delle nostre
nonne, con cui si facevano i ca-
novacci per asciugare i piatti, o che si
univano insieme per fare le lenzuo-
la. Mi affascina questo tessuto grez-
zo, dove la fibra - in questo caso la
canapa - sembra vivere ancora nella
trama. E poi ci sono le piante: quel-
le del mio piccolo giardino, quelle
che incontro durante le passeggia-
te, che nelle pagine degli antichi
erbari ritrovano nome e bellezza»
Il progetto. «Da lì è nato questo
progetto di er-
bario fatto con i
pezzetti di stof-
fa che nel tem-
po ho raccol-
to… sono i
campionari
delle industrie
tessili che a fine
collezione ven-
gono buttati
via, che ho cer-
cato e recuperato: le tirelle, tutto
quello che trovo o che mi regalano,
che io raccolgo e ordino. E quando
la natura mi regala una emozione,
prendo forbici e ago, e subito la fisso
sulla tela, con i tessuti che ho: senza
un disegno, senza un piano, altri-
menti quella sensazione magica si
perde».
Info: fino al 29 dicembre, lunedì -
venerdì 8-19, sabato 8.30-12.30.
l S.P.
Una vetrata, quella che accom-
pagna il visitatore lungo il cor-
ridoio centrale della biblioteca,
che non separa gli ambienti ma li
unisce: una trasparenza che di-
venta protagonista offrendo, a chi
frequenta queste sale dedicate allo
studio, uno sguardo diverso, un
attimo di estraniazione, un volo
della fantasia. Questo vuole essere
‘Crossing Art & Books’, il pro-
getto espositivo della Biblioteca di
Città Studi che offre agli artisti del
territorio (ma non solo) uno spa-
zio non convenzionale per esporre
progetti artistici in linea con la se-
lezione tematica di libri e film pro-
posta dalla biblioteca.
Racconta Walter Ruffatto, bi-
bliotecario: «L’iniziativa è nata a
fine 2014, partendo dall’idea che
la biblioteca sia una sorta di ‘ago -
rà’, un luogo vivo, di incontro, di
relazione, di scoperta. Così abbia-
mo pensato di offrire uno spazio
espositivo agli artisti del territorio -
ma non solo - che vogliano dia-
logare con i libri. Ogni mostra è
infatti legata a una delle nostre
proposte di lettura: panoramiche a
tema, per far conoscere patrimo-
nio della nostra biblioteca, che ab-
biamo iniziato ad abbinare a pro-
getti artistici di vario tipo. La bi-
blioteca diventa così uno spazio
gratuito, allestito e gestito da noi,
che curiamo anche la comunica-
zione, rivolto soprattutto - ma non
solo - ai giovani, per i quali è dif -
ficile poter esporre in una galleria:
LA SCHEDA
COS’È LA FIBER ART
Infinite tessiture
La Fiber Art - detta anche Art Fabric,
Texil Art o Soft sculpture - è una
espressione artistica contemporanea
basata sull’uso della fibra in tutte le
sue varie forme (filata, grezza, lavora-
ta, ma anche intesa come riferimen-
to concettuale), come pure sulla tec-
nica della tessitura di materiali di va-
ria origine. Già all’inizio del Novecen-
to, le avanguardie artistiche - Futuri-
smo e Bauhaus in primis - avevano
iniziato a sperimentare l’uso di mate-
riali come la seta artificiale, la ciniglia,
il cellophane, i fili di metallo. Ma è a
partire dagli anni ’50, con le correnti
espressioniste, che la Fiber Art si dif-
fonde in tutto il mondo, per essere
consacrata negli anni ’60 dalla Bien-
nale Internationale de la Tapisserie
Ancienne et Moderne di Losanna,
con l’opera del poliedrico artista-
arazziere Jean Lurçat.
Il momento d’oro della Fiber Art si
ha tra gli anni ‘60 e gli anni ’70, con
la sperimentazione di una vasta
gamma di tecniche e materiali, ma
anche dipinti e stampe su tessuto,
utilizzando le matrici più diverse. Il
progresso della Fiber Art appare le-
gato a doppio filo a quello dell’indu -
stria tessile e infatti conosce il suo
massimo sviluppo nelle zone indu-
striali. E viene comunque sdoganato
come forma d’arte solo alla fine de-
gli anni Ottanta, grazie ad artiste co-
me Lydia Predominato.
IL BIBLIOTECARIO Walter Ruffatto
qui, hanno modo di fare esperien-
za, di imparare a progettare e rea-
lizzare una mostra, di avere un ri-
scontro da parte del pubblico».
Certo, non è uno spazio pensato per
essere una galleria, non è il classico
‘white cube’, ma le opere vengono
invece calate in uno spazio vivo, che
si dilata, in costante divenire. «C’è
chi viene apposta - aggiunge Ruf-
fatto - per le mostre, c’è chi non le
nota nemmeno, c’è chi, in un mo-
mento di pausa dallo studio, trova
l’occasione per incontrare il bello,
per scoprire una tecnica, per trarne
uno spunto creativo».
All’inizio, sono stati contattati al-
cuni artisti o artigiani. Poi il pro-
getto ha ingranato come possibile
spazio espositivo e ora riceviamo
molte proposte. «Ora siamo alla
venticinquesima mostra, e il pro-
getto è in continua evoluzione. La
nostra biblioteca è specializzata sul
tessile, sulla moda, e quindi vor-
remmo orientarci verso le arti ap-
plicate, in particolare verso la Fiber
ar t».
In genere, la creatività di un ter-
ritorio è influenzata dai materiali a
disposizione, dal contesto produt-
tivo del luogo: Chieri, Como, Lo-
sanna, ad esempio, hanno musei o
mostre dedicate al tessile. Il Biellese
no. «La ‘Fiber art’ è un mondo
immenso e affascinante, che la no-
stra biblioteca - conclude Ruffatto -,
con le sue ‘proposte di lettura’ può
aiutare a scoprire».
Info: www.cittastudi.org/cros-
sing-ar t-books
l Simona Perolo