LUNEDÌ 19 NOVEMBRE 2018
VITA & ARTI | 39
| Eco di Biella
BIELLA Rassegna sui collezionisti in arrivo
Museo mezzo chiuso
per allestire nuova mostra
In occasione della mostra organizzata dal co-
mune di Biella, assessorato alla Cultura e dal
Museo del Territorio Biellese “Arte e collezio-
nismo. Cinque secoli di pittura dalle collezioni
biellesi”, che si inaugurerà ad inizio dicembre,
la sezione Storico-Artistica rimarrà tempora-
neamente chiusa al pubblico da mercoledì al 1
dicembre per consentire l’allestimento. Riman-
gono aperte e visitabili le sezioni Paleontolo-
gica, Archeologica, Egizia e Precolombiana. A
seguito di tale parziale chiusura, nel periodo
sopra-indicato il biglietto di ingresso al Museo
sarà pari a 3 Euro, anziché 5 Euro. Gli orari
saranno: mercoledì, giovedì e venerdì
14.30-19, sabato e domenica 11-19.
PROIEZIONE Domani sera, a Candelo
“Il Patto della montagna”
sullo schermo del “Verdi”
Un mese di incontri con ospiti e proiezioni, per
per la rassegna “20 anni sulla Luna”, a cura di
VideoAstolfosullaLuna. L’anniversario sarà
occasione di ritorno della rassegna al Cinema
“Ve r d i ” di Candelo, dove verrà proiettato il
film storico di impronta biellese, “Il Patto della
Montagna” di Manuele Cecconello e Mauri-
zio Pellegrini (2018 – 72'). L’appuntamento è
fissato per domani, martedì 20 novembre, alle
ore 21. Ingresso a 5 euro. I biglietti sono di-
sponibili in prevendita su WebTic.
Il ciclo di incontri, organizzati da VideoAstol-
foSullaLuna in collaborazione con l’Assesso-
rato alla Cultura della Città di Biella, prose-
guirà fino al 29 novembre.
SOCIETÀ Pellegrini da ‘catturare’
LA STORIA
I quattro
itinerari
in Piemonte
Via Francigena
un cammino
più affollato
L
i chiamano ‘pelleg rini’,
anche se la motivazione
che li spinge a partire non
è necessariamente religiosa: può
essere il bisogno di ritrovare sé
stessi, di staccare dalla routine, di
stare un po’ da soli, ma anche il
piacere di camminare, di cono-
scere i luoghi, di gustarne i pae-
saggi, l’arte, il vino e il cibo. In
ogni caso, sono sempre più nu-
merosi coloro che percorrono i
‘cammini dello spirito’, anch’essi
in continua crescita. E se il più
celebre - quello di Santiago de
Compostela - comincia a essere
un po’ inflazionato, ad avvantag-
giarsene sono i percorsi meno no-
ti, forse meno collaudati e orga-
nizzati, ma proprio per questo più
‘ge nu i n i ’, in grado di offrire espe-
rienze più autentiche. Se ne è par-
lato l’altro giorno a Ivrea, nel con-
vegno “La Via Francigena in Pie-
monte. Risultati raggiunti e pro-
spettive future per la valorizzazio-
ne del territorio” - organizzato da
Regione Piemonte, città di Ivrea e
Da Canterbury
a Roma passando
per Viverone:
un convegno
per il rilancio
Turismo Torino in occasione del-
l'assemblea generale dell'Associa-
zione Europea delle Vie Franci-
gene (Aevf) - che ha visto un con-
fronto tra le esperienze piemon-
tesi e le migliori pratiche a livello
nazionale ed europeo, in un teatro
Giacosa gremito di rappresentan-
ti dell’itinerario italiani e stranieri,
associazioni e operatori turistici.
Il quadro emerso è quello di una
iniziativa in grande e costante
crescita: 500 i comuni europei
toccati dall’itinerario, che nel
2017 ha visto ben 45mila ‘cam -
minatori’ richiedere la creden-
ziale ufficiale. Per quanto ri-
guarda il Piemonte, che solo nel
2004 ha aderito al progetto, i
numeri sono ancora piccoli ma
tutti i punti tappa della nostra
regione rilevano una domanda
in forte aumento, quadruplicata
negli ultimi cinque anni. Da un
lato infatti la Via Francigena ri-
sponde, come tutti i cammini,
alle nuove esigenze di un turi-
smo ‘lento’ e sostenibile, dall’al -
tro il tratto piemontese è in gra-
do di offrire un percorso estre-
mamente vario, adatto a tutti,
attraverso territori poco noti,
ricchi di testimonianze stori-
co-artistiche e di incredibili bel-
lezze paesaggistiche.
Ma chi sono i ‘pelleg rini’ che
percorrono le tappe piemontesi?
Sebbene non ci siano dati uf-
ficiali, l’identikit tracciato dagli
operatori locali coincide: sono
per circa metà stranieri (quasi il
10% arriva da fuori Europa,
qualcuno perfino dal Sud Ame-
rica o dalla Corea del Sud), di
diverse fasce d’età (con molti
over 60), in genere istruiti e mol-
to interessati ai territori che at-
traversano. Parecchi (dal 30 al
40%, di cui oltre un terzo sono
donne) viaggiano soli, e una fet-
ta crescente (che nelle tappe pia-
neggianti raggiunge il 20%) si
muove in bici. Ma solo una pic-
cola quota (meno del 10%) per-
corre l’intero cammino: la mag-
gior parte fa percorsi di 1-2 set-
timane, limitandosi ad alcune
t a p p e.
E anche se durante il cammino
cercano in genere soluzioni ‘l ow
cost’, spesso si tratta di turisti ‘di
ritor no’, pronti a fare una se-
conda visita ai luoghi che hanno
apprezzato, magari insieme alla
famiglia, concedendosi qualche
comodità e qualche sfizio in
più.
Un pubblico ideale che, grazie
alla Via Francigena, può essere
intercettato anche dai piccoli
borghi, consentendo loro di svi-
luppare una microeconomia di
servizi turistici. Sembrano aver-
lo ben compreso alcune realtà
locali che sul progetto hanno in-
vestito, facendo sistema tra isti-
tuzioni locali, operatori turisti-
ci, volontariato. Purtroppo però
- hanno lamentato i relatori -
non tutti i territori sembrano
pronti a dare una risposta: in
molte aree mancano ancora
strutture adeguate, in particola-
re ricettività a basso costo - ostel-
li, B&B, affittacamere - servizi di
ristorazione in grado di offrire
prodotti tipici, segnaletica, ma-
nutenzione dei percorsi, punti
informativi, servizi di supporto,
in particolare per i bikers. Una
realtà a macchia di leopardo,
che scoraggia il viaggiatore, fi-
nendo per danneggiare anche le
tappe più ‘vir tuose’ del percor-
s o.
Per trasformare questo progetto
ancora ‘g i ova n e ’ in un vero e
proprio prodotto turistico,
l’Aevf ha creato una apposita
società, Francigena Service, che
offrirà - sia ai fruitori del cam-
mino sia ai luoghi attraversati -
servizi professionali di comuni-
cazione, progettazione, forma-
zione, ricerca e organizzazione.
Perché in fondo lo scopo ultimo
di un itinerario è pur sempre
quello di ‘far camminare’ i ter-
ritori che attraversa.
l Simona Perolo
VIA FRANCIGENA In alto, l’itinerario storico della Via Francigena da Canterbury a Roma; qui sopra, al
Teatro Giacosa di Ivrea, l’intervento della presidente Atl biellese Paola Gallo e il tratto morenico-
canavesano della Via Francigena, che tocca il Biellese nell’area di Viverone. In basso, proprio il pae-
saggio del lago di Viverone lungo il tratto canavese del percorso. In alto, a destra, segnaletica ad hoc
LE RICADUTE Gallo (Atl): «Manca conoscenza», E Conte punta sui movimenti lenti
«Una buona occasione per Biella»
Il Biellese è toccato solo marginalmente dal
percorso della Via Francigena, nel tratto da Pi-
verone a Cavaglià. «Questo è per noi un punto di
debolezza - ha affermato nel suo intervento Pao-
la Gallo, presidente dell’Atl Biellese - perché sul
nostro territorio manca la conoscenza del per-
corso e la consapevolezza del ruolo che può
svolgere. Ciononostante, il Biellese è stato uno
dei primi territori ad aderire al progetto, con una
completa mappatura Gps del percorso. Ed è in
programma un collegamento tra la Via Fran-
cigena e il Cammino dei Santuari, una variante al
percorso ufficiale che consenta di scoprire il Biel-
lese».
Delle potenzialità del tratto biellese ha parlato
anche Alberto Conte che - oltre ad essere fon-
datore dell’associazione Movimento Lento e
consulente tecnico della Via Francigena con la
sua società Itineraria - gestisce, insieme alla mo-
glie, la Casa del Movimento Lento di Roppolo,
un vero e proprio rifugio per i camminatori di
passaggio: «Ospitare i ‘pelleg rini’ porta una
enorme ricchezza, non certo dal punto di vista
economico ma per la grande energia positiva che
ci trasmettono. Per quanto riguarda il tratto tra
Canavese e Biellese, è bellissimo dal punto di
vista paesaggistico ed è accuratamente segnalato
e monitorato: ha tutte le caratteristiche per di-
ventare non solo un punto di passaggio ma una
destinazione, una meta dove soffermarsi per
qualche giorno».
A questo proposito è comunque interessante l’i-
niziativa che parte da Cavaglià e interessa dieci
Comuni dell’area lago e Serra con un bike sha-
ring che impiega biciclette “elettriche” a pedalata
assistita che verrà inaugurato il 26 novembre.
l S.P.
La Via Francigena - ovvero ‘stra -
da originata dalla Francia’ - ha
rappresentato per secoli, fin dal-
l’alto Medioevo, l’itinerario se-
guito dai pellegrini europei per
raggiungere Roma, cuore del cri-
stianesimo, per poi proseguire
verso Gerusalemme.
Si trattava di un insieme di strade
e sentieri, percorso anche da mer-
canti, eserciti, viaggiatori di ogni
genere. Una via di comunicazio-
ne e di scambio che ha permesso
in pratica il formarsi, durante il
Medioevo, di una cultura euro-
pea.
Il Cammino che oggi porta que-
sto nome è un percorso di 1.800
chilometri che collega Roma a
Canterbury, nel sud del Regno
Unito, ripercorrendo le 79 tappe
che nell’anno 990 riportarono a
casa l’Arcivescovo Sigerico dopo
essere stato ordinato Arcivescovo
di Canterbury da Papa Giovanni
XV: tappe diligentemente anno-
tate in una sorta di prima guida di
viaggio mai scritta.
Lungo la via, per il ristoro dello
spirito e del corpo dei viandanti,
sorsero osterie, villaggi, città, cap-
pellette, chiese, di cui ancora oggi
restano innumerevoli testimo-
nianze, dagli importanti centri ur-
bani fino alle piccole pievi roma-
niche disseminate lungo il per-
corso. Per questo nel 1994 il Con-
siglio d’Europa ha riconosciuto la
Via Francigena come “Itinerario
Culturale Europeo”. Il Piemonte,
in particolare, ha avuto un ruolo
strategico, come terra di passag-
gio verso la Pianura padana sia
attraverso il Gran San Bernardo,
sia attraverso i valichi del Mon-
ginevro e del Moncenisio. A que-
ste vie di accesso corrispondono i
quattro itinerari francigeni che
percorrono la nostra regione:
Via morenico - canavesana c h e,
scendendo dalla Valle d’Aosta,
entra in Piemonte a Carema e
percorre il Canavese fino a Ca-
vaglià, lambendo il Biellese
Via Vercelli-Torino che, prose-
guendo il percorso precedente, ar-
riva fino a Vercelli, per poi deviare
verso il capoluogo piemontese
Via Valle di Susa, che rappre-
senta un ingresso alternativo dalla
Francia, attraverso il Moncenisio
o il Monginevro, dirigendosi poi
verso Torino
Via verso il mare, che da Torino
scende verso la Liguria attraverso
il Monferrato, l’Astigiano e l’A-
l e s s a n d r i n o.
Info: www.viefrancigene.org/it -
‘La via Francigena’, terza edizio-
ne aggiornata della guida ufficia-
le, Terre di Mezzo Editore.
l S.P.