LUNEDÌ 20 MARZO 2017
| 41
| Eco di Biella
& ARTI
VITA
A CITTADELLARTE - FONDAZIONE PISTOLETTO Venerdì sera
Maria Bonino, una serata-ricordo
sulle note d’Africa con Dembélé
Si intitola “Serata in musica ricordando Maria Bonino”. È l’e-
vento previsto per venerdì, 24 marzo, alle ore 21, a Biella, pre-
cisamente nella Sala Cervo di Cittadellarte - Fondazione Pi-
stoletto. A firmarlo è la Fondazione “Maria Bonino”, che ospita
l’Associazione “Nanalè - Volo di rondine” e ne fa occasione
musicale al ritmo di Africa.
Il protagonista, per la prima volta a Biella, sarà infatti Mou-
stapha Dembélé, polistrumentista, cantante e compositore di
musica africana contemporanea. Nato e cresce a Ségou, in Ma-
li, Dembélé ha ereditato dalla famiglia paterna le antiche me-
lodie Bobo e dalla famiglia materna Keita l’arte della costru-
zione degli strumenti. Tanto che uno zio, Iussouf Keita, è co-
nosciuto come il più rinomato costruttore di balafon.
Ingresso a offerta libera, volta a sostenere i progetti di bene-
ficenza della Fondazione “Maria Bonino”.
I N CO N T R I Il sociologo Bonomi
Una scintilla
per un Biellese
nuovo e green
I
sommersi ed i salvati nella
metamorfosi economica e so-
ciale: questo il tema dell’in -
contro voluto dalle Acli al Museo
del Territorio mercoledì scorso per il
ciclo “Per un’ecologia integrale del
Biellese’, che porta avanti un per-
corso di approfondimento sull’en -
ciclica di Papa Francesco “Laudato
si’”. Aldo Bonomi, studioso dei fe-
nomeni di trasformazione econo-
mica e sociale dei territori, in una
lunga chiacchierata a ruota libera
ha riproposto i temi chiave delle sue
analisi, riferendoli alla realtà biel-
lese di ex distretto manifatturiero in
forte crisi identitaria. Il punto di
partenza, secondo il sociologo, è il
concetto di ‘metamorfosi’: la crisi
economica che, dal 2008 ma con
radici più lontane, ha investito il
mondo, impattando fortemente
sulle realtà locali, non è una sem-
plice transizione ma piuttosto un
vero e proprio salto d’epoca, un
cambiamento non solo economico
e sociale ma innanzitutto antropo-
logico. Non è possibile pensare ad
Idee di futuro
per la rinascita
dei territori
e per ricostruire
una ‘co mu n i t à
op erosa’
un ritorno al modello di sviluppo
economico novecentesco, a quel li-
vello di consumi, a quel tipo di wel-
fare: per questo il concetto di ‘so -
brietà’ proposto dalla “Laudato si’”
è quanto mai attuale e necessario.
Le analisi degli economisti, le ri-
cette della politica, basate su va-
riazioni di decimi percentuali dei
vecchi indicatori quali il Pil, ri-
sultano ormai obsolete. Ed è or-
mai inadeguata anche l’analisi
della società - che ha permeato la
cultura novecentesca - basata sul
concetto marxiano di conflitto ca-
pitale-lavoro, con lo Stato a fare da
mediatore: oggi la frattura è sem-
mai quella tra i flussi dell’econo -
mia globalizzata (flussi di perso-
ne, di merci, di denaro, di co-
municazioni, di idee) e i territori,
che perdono lo storico ruolo di
luoghi della produzione, della po-
litica e dell’identità collettiva: og-
gi, anche nella periferica provincia
biellese, i marchi del tessile (quelli
rimasti) producono in parte al-
trove, gli abitanti arrivano da punti
remoti del pianeta e i giovani van-
no a vivere altrettanto lontano,
perfino le banche locali hanno or-
mai perso il legame con la terra di
origine. E lo Stato, che un tempo
attenuava il conflitto redistribuen-
do risorse, oggi dispensa tagli e il
compito dei rappresentanti po-
litici locali è semmai quello di
negoziare affinché al proprio ter-
ritorio non tocchino troppe ‘la -
crime e sangue’.
Una apocalisse culturale, per usa-
re il termine coniato dall’antro -
pologo Ernesto De Martino, do-
ve pochi sono i ‘s a l va t i ’ - le élites,
le industrie 4.0, le start up che si
quotano in borsa… - e molti i
‘sommersi’, in un ceto medio che,
persa ogni speranza di ascesa so-
ciale, si fa sempre più ‘carsico’: un
mondo sotterraneo di lavoratori
dipendenti ‘vo u c h e r i z z a t i ’, lavo-
ratori autonomi ‘uberizzati’, false
cooperative che smerciano ba-
danti e servizi di pulizia, quando
non speculano sui profughi.
In questo contesto, i territori, la
provincia - di cui perfino la rap-
presentazione istituzionale appa-
re estremamente incerta - può
ancora svolgere il ruolo di tessuto
connettivo del paese? Da un lato,
le realtà locali rischiano di di-
ventare il luogo di una antistorica
resistenza al cambiamento, l’e-
picentro del ‘rancore’ contro il
mondo: contro la globalizzazio-
ne, le aziende transnazionali, In-
ternet, la finanza, gli immigrati,
l’Europa, le riforme politiche…
che diventano di volta in volta
capro espiatorio della frustrazio-
ne di ceti sociali impoveriti e im-
pauriti.
Dall’altro lato, proprio nella pro-
vincia, ricca di risorse sociali e
culturali, si inizia a ragionare sul-
la metamorfosi, aprendosi al fu-
turo in un’ottica green e solidale.
ALDO BONOMI Il sociologo
all ’incontro al Museo del terri-
torio; in alto il pubblico
(Foto Sartini)
Nascono così scintille, germogli
di un nuovo paradigma culturale,
prima ancora che economico, co-
me le tante realtà associative pre-
senti sul territorio, che riallaccia-
no pazientemente i nodi di un
tessuto sociale sfilacciato: sottili
fili d’erba, per ora, che vanno col-
tivati per diventare alberi robusti.
Si tratta infatti, proprio partendo
dalla ‘coscienza di luogo’, di ri-
creare una ‘comunità operosa’,
fatta di collaborazione, mutua-
lismo, solidarietà, ma anche di
sostenibilità ambientale, cura del
territorio e delle sue risorse, at-
tenzione per il paesaggio e per la
bellezza.
Solo da questa metamorfosi può
nascere una economia ‘dolce’,
compatibile - e profondamente
ancorata - al territorio: un concetto
anticipato nel secolo scorso dalla
visionaria esperienza di Adriano
Olivetti per arrivare oggi a progetti
culturali-economici quali Slow
Fo o d .
Un modello non certo teorico, ca-
pace di cambiare dal profondo l’i-
dentità di un luogo e il suo futuro:
come insegna la rinascita del Bas-
so Piemonte, da ‘mondo dei vinti’
a patrimonio Unesco, il nuovo pa-
radigma dello sviluppo economi-
co locale - che si tratti dei ‘Distretti
culturali evoluti’ o dell’Italia ‘dei
borghi’ - passa per la valorizza-
zione del patrimonio diffuso e in-
fungibile del territorio: storia, arte,
natura, paesaggio cultura…
E non ci sono, ha concluso Bo-
nomi, scorciatoie: non basta una
CHI É Aldo Bonomi, sociologo, stu-
dia le dinamiche sociali, antropo-
logiche ed economiche dello svilup-
po territoriale. Ha fondato e dirige l’is -
tituto di ricerca Consorzio A.a.s.ter.,
che offre consulenza e supporto alle
realtà locali nel processo di riposizion-
amento strategico all’interno dei
mutevoli scenari del mercato global-
izzato. Cura la rubrica “M icrocosmi”
per Il Sole 24 ore e dirige la rivista
Communitas. Con La Triennale di Mi-
lano ha curato mostre di taglio so-
ciale. E’autore di numerose pubbli-
cazioni tra cui Il capitalismo moleco-
lare (Einaudi, 1997), Il Rancore - Alle
radici del malessere del Nord (Fel-
trinelli, 2008), Elogio della depressione
(Einaudi 2011), Il capitalismo in-finito.
Indagine sui territori della crisi (Einau-
di, 2013), Territorio e politica (Ebook
Einaudi, 2013), Dalla smart city alla
smart land (Marsilio, 2014), Dialogo
sull ’Italia (Vita-Feltrinelli, 2014). Per
saperne di più: www.aaster.it
pennellata di verde per fare green
economy, non basta un po’ di tec-
nologia per rendere smart una cit-
tà, così come la valorizzazione tu-
ristica del territorio non può li-
mitarsi all’enogastronomia.
Cambiare lo storytelling di un ter-
ritorio non è (solo) una opera-
zione di marketing: il nuovo pa-
radigma implica un processo di
riconversione culturale comples-
so, che coinvolge tutta la società,
tutti i soggetti che producono ‘co -
mu n i t à ’ - dagli amministratori al-
l’associazionismo, dal mondo
economico alla scuola - e che, so-
prattutto, non nasce spontanea-
mente ma va progettato e accom-
pagnato da una governance locale
all’altezza della sfida.
l Simona Perolo
ANNIVERSARIO Il Festival creato per l’occasione animerà Palazzo Ferrero tutta la settimana
Jazz Club, domani il “la” per la festa dei 50
Biella Jazz Club, sette giorni per
festeggiare “i cinquanta”. L’at -
tesa settimana dedicata alla lon-
geva e storica, anche a livello
nazionale, realtà del Piazzo è
ar rivata.
Il programma. A dare il “la”
alle note per le celebrazioni del
“Biella Jazz 50 Festival”, che si
terranno tutte nella sede di Pa-
lazzo Ferrero alle ore 21.30, ci
penserà, domani - martedì 21
marzo - il Silvia Zaru Quartet, la
cui “vo c e ” è anche docente di
pianoforte e si è esibita con mu-
sicisti del calibro di Enrico Intra
e Attilio Zanchi.
Mercoledì, aprirà la serata il
giovane sassofonista biellese
Riccardo Sala, finalista al pre-
stigioso concorso “Bettinardi”.
Seguirà l’esibizione di Daniel
L’A R T I S TA Daniel Peraza si esibirà mercoledì con Cuban Project
Peraza, con il suo “Cuban Pro-
ject”, fatto dei ritmi dell’Ava n a ,
del jazz e del blues.
G i ove d ì , spazio alla musica bal-
canica dei Nema Problema Or-
kestar, esuberante formazione
che conta sulla “presenza” di fia-
ti e percussioni capaci di fondere
o alternare klezmer, jazz, rock,
caraibico e classico, per una resa
a metà tra popolare e groove.
Da ve n e r d ì , si aprirà la finestra
dei big tra i big. Il Franco D’An -
drea Piano Trio conta, infatti,
sul talento del pianista Franco
D’Andrea, che si è più volte ag-
giudicato il titolo di “Musicista
italiano dell’anno”, l’ultimo so-
lo nel 2016. Seguirà dj set a
Hydro, in via Serralunga. Quella
di sabato, invece, sarà una se-
rata di omaggio a Stevie Won-
der, attraverso la musica di Dado
Moroni e Max Ionata.
Exploit nella proposta del Fe-
stival di domenica, con il tris
Tri(o)kalà, formato da Rita
Marcotulli, compositrice e pia-
nista; Ares Tavolazzi, bassista;
infine, dal batterista Alfredo Go-
lino, che militò nella prestigiosa
Orchestra Rai di Milano.
Abbonamenti in prevendita al
Jazz Club, da 50 o da 70 euro.
l G.B.
L’INIZIATIVA ACLI
La casa
comune
va curata
“Ascoltare tanto il grido della
terra, quanto il grido dei poveri”:
è l’appello dell’enciclica “Lau -
dato si’” con cui, nel giugno
2015, il Papa ha sollecitato con
forza l’impegno del mondo cat-
tolico nella tutela dell’a m b i e n t e.
Il documento prende il titolo dal-
l’invocazione di San Francesco
d’Assisi nel Cantico delle crea-
ture - “Laudato si’, mi’ S i g n o r e,
per sora nostra matre Terra” - e
sostiene la necessità e l’u r ge n z a
della conversione ad una ‘eco -
logia integrale’: un concetto che
include il rispetto della natura, la
lotta alla povertà, l’accesso equo
per tutti alle risorse del pianeta.
Per dare corpo a questo concet-
to, è nato il percorso “L avo r a r e
per la cura della casa comune”,
proposto dalle Acli, insieme a
numerose associazioni attive nel
sociale - Caritas, Chiesa Valdese,
Piazza d’Uomo, Cmd, Agesci,
Una Chiesa a più Voci, Pace-
Futuro - e con il patrocinio di
Città di Biella e Provincia di Biel-
la. Il primo ciclo di iniziative,
svoltosi nel 2015/2016, ha pro-
posto una serie di approfondi-
menti, mentre il nuovo program-
ma ha l’ambizione di fare un pas-
so avanti, stimolando a tradurre
in concreto nel territorio biellese
l’idea di uno sviluppo che faccia
della “ecologia integrale” il suo
punto di riferimento, ossia che
sappia tenere insieme nuove oc-
casioni produttive e lavorative, la
cura del territorio e del suo am-
biente e la lotta alla disugua-
glianza e alla povertà. Un taglio
più operativo, dunque, che punta
ad avviare un dibattito tra le real-
tà istituzionali, sociali e produt-
tive del territorio.
I prossimi appuntamenti sa -
ranno mercoledì 12 aprile, ore 21
al Cantinone della Provincia
con: “Partire dal cibo per valo-
rizzare il territorio e costruire co-
munità coese, aperte e solidali”;
relatori Egidio Dansero, docente
di Geografia economico-politi-
ca all’Università di Torino; An-
drea Calori, ricercatore EStà
(Economia e sostenibilità); mer-
coledì 10 maggio “Rigenerare i
territori, ripensare i consumi”;
mercoledì 24 maggio “A propo-
sito di Smith - La nuova eco-
nomia come non ve l’hanno mai
raccontata!” spettacolo a cura
dell’associazione Pop Econo-
mix.