Portfolio 2017 | Page 13

SABATO 13 MAGGIO 2017 | 19 | Eco di Biella & ARTI VITA INCONTRO LETTERARIO Questa sera, alle ore 21 “Su Nuraghe”, la poesia d’anima sarda nella raccolta di Cugudda Oggi, sabato 13 maggio, alle ore 21, in via Galileo Galilei, 11, sede del circolo sardo “Su Nuraghe”, Roberto Perinu e Gio- vanni Carta presenteranno il libro “Anima di Corallo”, rac- colta poetica di Maria Rosa Cugudda. L’incontro, a ingresso libero, sarà occasione per raccontare quanto narrato nelle pagine, che alternano visioni d’incanto, una natura trion- fante e apportatrice di gioia, a spazi grigi, disperati, solitari. «Mari azzurri, bagliori di luce, estati infuocate, germogli di spighe, profumi di paglia, mattine di fiori profumate, lascia- no spazio a istanti permeati da profumo di tristezza, da pian- to, da solitudine. Geme l’animo dell’autrice, ma “in voi pa- role inutili vane - fredde vuote - ritrovo conforto - alla mia disperazione - e vi chiamo a lenimento - del mio dolore”», anticipano da “Su Nuraghe”. Forti i temi della “fame di vita” e dell’amore verso chi non c’è più, il marito Luciano Serra. L’E VENTO Il libro a Candelo L’ASSOCIA ZIONE Vivaisti in rete da 50 anni Fabbriche e fiori: l’anima ‘verde’ biellese C ’è una vocazione speciale, che da sempre accompa- gna la storia del nostro ter- ritorio ma che spesso è rimasta sot- totraccia, oscurata dalla narrazione dominante del Biellese come terra operosa di fabbriche, imprenditori e operai. E’ la passione per la natura, le piante, i fiori, la botanica, il paesaggio naturale e artificiale, che si esprime nei tanti giardini e parchi pubblici e privati che da secoli hanno caratte- rizzato il Biellese. E, dietro a tutto ciò, le tante aziende che producono e commercializzano piante e fiori. Sarà per il peculiare terroir locale: il terreno acido, l’acqua straordina- riamente leggera, il microclima particolarmente mite, con la cer- chia alpina a riparare le colline dai venti freddi del nord. Sarà per il paesaggio suggestivo di colline, val- li, torrenti, stagliati sullo sfondo dei monti, scenario che invita a cimen- tarsi in quella rappresentazione idealizzata della natura che è il giar- dino. Sara anche, perché no, per una inclinazione naturale dei suoi abitanti, così legati - nonostante tut- I giardini che promuovono il Biellese: parlano Valeggia (Garden club) e l’autore Craveia to - alla loro terra e alla sua storia. Un filo verde che il Garden Club di Biella ha voluto riannodare e valorizzare, osservandolo dal pun- to di vista della tradizione floro- vivaistica, come spiega la sua pre- sidente Piera Valeggia: «Il Biellese appare nell’immaginario collettivo come terra di lane, di tessuti, di filande e di telai, ma non è stata solo questo: accanto alle fabbriche, con- temporaneamente e anche prima di esse, i nostri avi, ispirandosi ai mag- giori giardinieri del passato, avevano incominciato a curare e riprodurre fiori e piante, creando attività flo- rovivaistiche presto capaci di speri- mentazioni e innovazioni». A testi- moniare la storia dei giardini biellesi e delle attività economiche collegate, un prezioso patrimonio di documen- ti, riviste, libri, atti di convegni, che il Garden Club ha voluto far riemer- gere dall’oscurità degli archivi affi- dandolo a Danilo Craveia, archivista, studioso di storia locale e collabo- ratore di Eco, affinché lo riportasse alla luce. Il risultato è il volume “Vi va i vivai, Storia del florovivaismo nel Biellese”: un racconto del passato, che guarda al presente e oltre, con i florovivaisti di oggi - spesso gli eredi di quelle aziende storiche, capaci di competere sul mercato e di creare occupazione - e con l’Associazione Biellese Floricoltori e Vivaisti, che da cinquant’anni li riunisce e rappre- senta. Un lavoro di ricerca che mette insieme i preziosi contributi di tanti protagonisti: il Docbi, Centro Studi Biellesi, che ha coordinato la rea- lizzazione del libro; l’Istituto Agrario Vaglio Rubens di Biella, i cui allievi hanno partecipato attivamente alla raccolta dei materiali; l’appassionato ‘botanofilo’ (come lui stesso si de- finisce) Guido Piacenza, che raccon- ta la sua personale e peculiare espe- rienza di florovivaista; la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, che ha sostenuto anche economicamente il progetto. Il libro verrà presentato do- mani, domenica, ore 16,30 nell’am - buito del mercato a Km zero al Ri- cetto di Candelo. Nell’ampio e variegato mondo che comprende giardinieri, vivaisti, ricercatori, produttori, rivenditori, progettisti, manutentori, il libro sce- glie deliberatamente di concentrar- si sui personaggi che, dall’unità d’I- talia in poi, sono stati i protagonisti del florovivaismo del territorio, in particolare del capoluogo: una scel- ta che consente di ‘tenere insieme’ le tante dimensioni - estetica, bo- tanica, economica - del tema. Il vivaismo rappresenta infatti un set- tore economico che, seppur lon- tano dal tradizionale comparto manifatturiero tessile, nel contem- po vi è strettamente legato e com- plementare: basti pensare a nomi come Piacenza e Zegna - ma an- che, sopra le fabbriche, alle tante signorili dimore dei loro proprie- tari, coi loro splendidi giardini - per comprendere come gli imprendi- tori biellesi siano spesso stati com- mittenti, promotori, modellatori del paesaggio e del suo patrimonio b o t a n i c o. Così, nella seconda metà dell’Ot - tocento, quando il Biellese si butta a capofitto nell’avventura tessile, da un lato le fabbriche avanzano e la città perde gran parte delle sue aree verdi, sempre più occupate da nuovi palazzi, selciati, shed e telai; dall’altro lato, però, i giardini pri- vati e i nuovissimi giardini pubblici prosperano e la moda di coltivare e acquistare piante e fiori dilaga. Cacciato dall’industrializzazione, il bisogno insopprimibile di rapporto con la natura rientra dunque dalla finestra, sebbene con forme del tut- to nuove: il mondo vegetale smette di essere un “bene comune”, spon- taneo, libero e disponibile per tutti, per diventare sempre più oggetto di consumo, da produrre, vendere e acquistare sul mercato, seguendo- ne le tendenze e le esigenze. Nello stesso tempo, grazie alla diffusione di un relativo benessere, la passione per piante e fiori raggiunge strati sociali sempre più ampi: la “com - mercializzazione” del verde si ac- compagna, in un certo senso, alla sua “democratizzazione”. FIORI E VIVAI Or to botanico del Comizio agrario nella Biella otto- centesca e Ricetto in fiore E c’è un altro aspetto, più pro- fondo, che lega i giardini e le fab- briche: il ruolo indispensabile della bellezza nel capitale culturale di un territorio, quel patrimonio intan- gibile così necessario allo sviluppo economico. Come sottolinea Da- nilo Craveia: “Non è un caso che proprio nel nostro territorio, con le sue bellezze naturali, si sia svilup- pata una manifattura basata su creatività e innovazione. E proprio i giardini rappresentano il miglior esempio della necessità del super- f luo”. Un concetto ben esempli- ficato nell’aneddoto narrato da Guido Piacenza che, da bambino, osservava il padre riempirsi le ta- sche, durante le passeggiate nel par- co della Burcina, di foglie, fiori, pezzi di corteccia: frammenti di na- tura che poi, in fabbrica, ispiravano la ricerca di tonalità cromatiche sempre nuove per i tessuti. Un tema stimolante, che rimanda al legame profondo e complesso tra l’economia e il suo contesto am- bientale e culturale. Ma il libro non è, secondo il suo autore, un punto di arrivo, un atto concluso: “Non è un giardino né un parco, ma è un vi- vaio, un incubatore: semi, germogli e pianticelle contenute nelle sue pa- gine potranno crescere, nella cu- riosità e negli interessi dei lettori. Non sappiamo dove, ma queste pagine recano la promessa di fio- rire: su un balcone, su un davanzale o in un grande parco, chissà”. l Simona Perolo PANORAMICA ZEGNA L’area-giardino biellese vince on line. Ecco gli eventi Oasi, fioritura più bella d’Italia La meravigliosa fioritura della Conca dei Rodo- dendri dell’Oasi Zegna ha vinto il sondaggio lan- ciato online dal network ilparcopiubello.it, e si è aggiudicata così il titolo di “Fioritura più bella d'Italia 2017”. L’area naturalistica protetta in que- sti giorni propone la fioritura di centinaia di ro- dodendri che trasformano il primo tratto di 4 chi- lometri della Panoramica, da Trivero alla Caulera, in una tavolozza di colori di straordinaria bellezza. È, questa, la Conca dei Rododendri, quella che ha vinto il sondaggio de ilparcopiubello.it fra i vi- sitatori dei mille parchi e giardini italiani affiliati al network dei “Parchi Più Belli d’Italia”. Tra una selezione di dodici importanti fioriture, i visitatori hanno votato il loro preferito. Migliaia di utenti hanno espresso la loro preferenza tra le fioriture offerte dalla primavera nei paradisi verdi della no- stra penisola. Il vincitore assoluto, l’Oasi biellese, ha un’area fiorita che si colloca in una regione montana protetta di circa 100km2 e propone anche azalee, dalie e ortensie piantate sotto la regia di paesaggisti famosi come Pietro Porcinai prima e più di recente Paolo Pejrone. Fra gli eventi collegati, domenica 21 e 28 maggio, venerdì 2 e domenica 4 giugno passeggiate da Tri- vero con ritrovo alle 10.30 al Centro Zegna; do- menica 28 maggio dalle 15.30 laboratorio didattico per bambini (www.fondazionezegna.org/casa-ze- gna); domani, domenica 14 maggio, festa di pri- mavera alla Brughiera dalle 11 in avanti. l R.A. Dalla storia del florovivaismo locale emerge un legame forte con il territorio, con fiori e piante nel ruolo di portavoce dell’immagine del Biellese: rose, rododendri, azalee, ace- ri, come elementi caratteriz- zanti del brand, di forte ap- peal turistico. Nel 1965 nasce l’Associazio- ne Biellese Floricoltori e Vi- vaisti, con la funzione di tu- telare la categoria e di offrire servizi ai soci, nonché di for- nire formazione e assistenza tecnica: nel 1991 l’associa- zione promuove un marchio di qualità, ‘Vivai Biellesi’, che accompagna ogni pianta or- namentale prodotta secondo gli standard fissati. Un salto di qualità della flo- ricoltura locale si ha poi nel 2005, quando il Biellese entra a far parte del Distretto flo- ricolo del Lago Maggiore, che dà impulso a iniziative di sviluppo e innovazione del settore tra cui il ‘progetto ace- ro’, che nel 2009 porta alla definizione di un disciplinare di produzione dell‘acero biel- lese’. Molto rilevante è poi la par- tecipazione dei produttori biellesi a mostre e fiere - quali Euroflora, a Genova, che ha lanciato il Biellese come area vivaistica specializzata - e ad eventi a livello locale, come “Oltre il giardino” di Vigliano Biellese e “Candelo in fiore”, la manifestazione che, ogni due anni, trasforma il Ricetto in uno scenario per aiole, allestimenti, installazioni flo- reali di grande appeal turi- s t i c o. A testimoniare il rapporto or- mai duraturo tra il settore florovivaistico e i poli turistici biellesi, il libro “Viva i vivai” sarà presentato, domenica 14 maggio, nella Sala Cerimonie del Ricetto, nell’ambito del consueto mercato dei produt- tori agricoli locali: fiori e piante dei vivai biellesi rap- presentano infatti proprio una delle eccellenze che caratte- rizzano il nostro territorio. «Il florovivaismo biellese - af- ferma la sindaca di Candelo, Mariella Biollino - ha avuto un ruolo importante per la promozione del ricetto e del paese di Candelo. Correva infatti l’anno 2013 quando venne ideato il primo Can- delo in fiore, realizzato grazie ai florovivaisti biellesi, riuniti nell’associazione allora gui- data da Ermanno Pozzi. Quanta strada è stata per- corsa da allora, ma non si sarebbero raggiunti i livelli attuali di marketing senza il ruolo dei florovivaisti, deter- minante per il brand del ri- cetto, allora sconosciuto ai più, e di Candelo». l S.P.