Portfolio 2017 | Page 12

SABATO 8 APRILE 2017 VITA & ARTI | 19 | Eco di Biella CO N C E R TO A La mia Crota, alle 22.15 Un sabato “alla irlandese” con Bards from Yesterday «Siamo i Bards From Yesterday, ci piace suonare musica irlandese, scozzese, cel- tica e bretone, ci troviamo in cantina più o meno tutti i lunedì, stravolgiamo il re- pertorio con un po’ di sano groove e ci prepariamo per la prossima avventura. Ci siamo innamorati della musica irlandese molto tempo fa, abbiamo cominciato a scriverla nell’agosto del 2015, volevamo dire qualcosa, divertirci e far ballare. Ce la stiamo cavando bene». Scanzonati e diretti, è così che si raccon- tano i membri del gruppo che si esibirà, per la rassegna “Music in a Bottle”, que- sta sera - sabato 8 aprile - alle ore 22.15, a La mia Crota, a Biella. Sono: Marco Roversi (voce, chitarra, ar- monica); Gregorio Della Vedova (tin e low whistles, uilleann pipes, baghèt); Alessandro Lovisi (bouzouki, mandoli- no) e Glauco Guala (bodhràn, cajòn, per- cussioni). Per altre informazioni sulla serata, rivol- gersi direttamente a La mia Crota allo 015-30588 o www.lamiacrota.it. LA MOSTRA Nell’ambito di “Città di Terre” Le Meraviglie al Piazzo Le opere in ceramica raccontano l’oggi in modo imprevisto C’è l’ironia, anche dissacran- te, sul passato e c’è la ricerca, su forme e materiali; c’è il ri- cordo, tenero e nostalgico, del- l’infanzia perduta e lo sguardo impietoso su un presente in decomposizione; e poi c’è lo sguardo magico della poesia, capace di farci sentire perfino il fascino della pioggia. Sono solo alcuni dei tanti sguardi proposti dalla mostra ‘Mera - viglie’. In comune, hanno una tecnica un po’ magica: la ce- ramica, capace di trasformare la grezza terra in un raffinato manufatto. E ancora in grado, dopo secoli, di stupirci, rac- contandoci il presente in mo- do imprevisto e non banale. Soldati accampati fuori le mura poveri senza nome e bambini Sul posto erano giunti tanto gli “of - ficiales” della Curia episcopale di Vercelli quanto i “ministri Iustitiae”, come a dire la Polizia e il Gip. En- trambe le autorità volevano vederci chiaro. Fu subito evidente che non si trattava di morte naturale. Il corpo era “iam frigidus et durus et oculis c o n c av i s ”, il che dimostrava che Claudio Pleto era già deceduto da qualche ora. Gli inquirenti, che pro- pendevano senza troppi dubbi per l’omicidio e che avevano una certa esperienza in fatto di rigor mortis, erano certi che il decesso fosse av- venuto nella tarda sera precedente o, al massimo, sul fare della notte. Don Costantino aggiunse però una te- stimonianza rilevante che confer- mava l’ipotesi degli investigatori. La deposizione resa si può leggere tra le righe del registro parrocchiale e quindi è possibile averne riscontro: il 15 agosto lo stesso parroco si era portato a casa di Pietro Giacomo Coppino perché, come gli era stato spiegato, l’eremita si era rifugiato “in Praesepio” (probabilmente una piccola cappella della Natività al- lestita nella dimora del detto Cop- pino). Don Costantino incontrò il Pleto che gli fece una certa impres- sione: l’uomo, “tremens ac crebris, et terribilis convulsionibus affectus” (tremante e scosso da convulsioni frequenti e terribili), si presentava estremamente pallido e segnato dal dolore. L’eremita aveva però avuto la forza di affermare che otto giorni prima era stato colpito alla testa da un sasso. Il colpo lo aveva scara- ventato a terra. In verità era più probabile che a percuoterlo crudel- mente fosse stato qualcuno con un bastone. L’assalitore aveva avuto buon gioco nel sorprenderlo alle spalle per tramortirlo, forse per de- rubarlo o per trafugare qualcosa dal- la chiesa. La ferita riportata non era guarita e, anzi, in una settimana si era aggravata. Il trauma cranico non era stato riassorbito e a distanza di quindici giorni gli era stato fatale. INSTALLAZIONI Sopra, Luca Caimmi, ‘A real help’, opera presentata a Venezia nella 54ª Bi- ennale. Sotto, Alessandro Formigoni, ‘Cor ruzione’: entrambe le opere sono in mostra al Pi- azzo nell’esposizione “M eraviglie” Secondo don Costantino quelli che oggi si definiscono gli “esperti della scientifica” avevano interpretato correttamente gli indizi. Laggiù, so- litario e senza cure mediche, Clau- dio Pleto aveva ceduto ed era morto senza confessione, “actio detestata ab omni populo”. Stando al priore di San Biagio almeno tre eremiti erano già deceduti in quella chiesa senza che fosse possibile assicurare loro il Sacro Viatico. L’ultimo caso pietosoche don Co- stantino ebbe modo di tramandare fu quello di “quidam pauper”, cioè di un povero senza nome, che si spense il 19 settembre 1695. La sera precedente si trovava presso la ca- scina Sant’Agata che apparteneva alle monache del convento di Santa Caterina di Biella. Si era disteso ac- canto al focolare per scaldarsi in quella notte già fredda e umida. La mattina seguente si scoprì che era morto. Nel sonno. Il parroco giunse appena chiamato, ma per il povero senza nome era tardi. Il prete os- servò il cadavere e stimò l’età del- l’uomo in circa sessant’anni. I co- loni affermarono che già da parec- chi giorni era caduto malato, ma che mancandogli di che vivere non po- teva stare a letto come avrebbe do- vuto per curarsi. Al contrario era costretto ad aggirarsi nei dintorni elemosinando qualcosa da mangia- re. Uno dei contadini della cascina, tale Giacomo Trivero, disse che il mendicante gli aveva confidato di essere originario di un luogo chia- mato “Ycime” (Issime?) della Dio- cesi di Aosta e di avere tre figli piccoli che erano accuditi da un suo fratello. Morendo avrebbe lasciato loro una vacca e tre capre che sarebbero state una sicura fonte di sostentamento. “Quod sciti”, questo ho potuto sco- prire, scrisse don Costantino al ter- mine della registrazione. Lo sco- nosciuto fu seppellito nel cimitero di San Biagio. Gratis. l Danilo Craveia LA RASSEGNA A Biella, Ronco Biellese e Candelo Città di Terre, sette proposte “Città di terre” propone una serie di mostre in città e a Candelo e Ronco Biellese. “Tor sioni” con le opere di Roberto Perino presso la nuo- va Biblioteca civica di Piazza Curiel 13 e, alla Biblioteca di Città studi “Il lato mistico dell’ar te” con le opere di Anna Banfi. Info: entrambe le mostre so- no visitabili ad ingresso li- bero in orario di aperture delle biblioteche sino al 20 aprile: Perino da lunedì a venerdì 8.15-18.30 e sabato 10-16; Banfi da lunedì a venerdì 8-19, sabato 8.30-12.30. La rassegna propone, poi, le esposizioni allestite al Museo del Territorio: “Osmosi”, uno scambio fra il patrimonio del Museo e la ricerca espressiva di una serie di artisti, e “Confine”, con protagoniste le ceramiche di Castellamon- te. Oggi visita guidata dalle 16. Info: da mercoledì a venerdì 10 - 12.30 e 15 - 18.30; sabato e domenica 15 - 18.30. In- gresso a 5 euro, ridotto a 3. In corso, ma aperti al sabato e domenica, altri due eventi a Palazzo Gromo Losa e Pa- lazzo Ferrero al Piazzo. Si tratta di “Meraviglie. L’ar te contemporanea in ceramica” e “Espresso & cappuccino cups”, 100 artisti internazionali in- terpretano la tazzina del caffè e del cappuccino a cura di Rolando Giovannini sempre a Palazzo Ferrero. Info: fino al 1 maggio, sabato 15-18.30; domenica 10-12.30, 15-18.30; aperture straordinarie: 17 e 25 aprile, 1° maggio ore 15-18.30; in- gresso alle due mostre 4 e ; www.cittaditerre.it . Infine a Candelo il sabato e domenica c’è “Fruits & Ve- ge t a b l e s ” a cura dell’associa- zione degli Artisti Ceramisti di Castellamonte ed “Ef fetto Terra. Il sapere delle mani che creano e nutrono” a cura della Scuola delle Terrecotte di Ronco Biellese ospitate nella Sala di Cronos del Ricetto di Candelo in Piazza Castello. Infine, all’ecomuseo della ter- racotta a Ronco Biellese è in corso la mostra “For mae”. Info: sabato 15-18.30; do- menica 10-12.30, 15-18.30; apertura straordinaria lunedì 17 aprile ore 15-18.30, in- gresso libero. Così, riprendendo gli stereo- tipi di questa arte in modo iro- nico e dissacrante, il faentino Andrea Salvatori rivitalizza il kitsch delle statuine che un tempo abitavano i salotti bor- ghesi in soluzioni ricche di hu- m o u r. Alessandro Formigoni pre- senta una popolazione di sog- getti da fumetto che suggeri- scono evoluzioni transgeni- che o figure corrotte da ne- vrosi e paure. Luca Ciammi trasferisce il suo segno grafico di illustratore in ampie costruzioni ceramiche a parete, dove la trasforma- zione e mutazione della vita è evocata dal teschio e dal vor- ticare di api, mentre il miele si trasforma in liquido corrotto. Un mondo di ricordo e me- moria è quello evocato dai la- vori della genovese Serena Za- nardi: figure che rimandano ad un vissuto familiare, capaci di creare empatia nello spet- tatore. La ricerca nell’opera di Elisa Confortini coniuga la di- sciplina della forma a valenze concettuali, dense di signifi- cato, che rimandano all’Ar te Pove r a . Il fiorentino Alessandro Reg- gioli, con le sue opere poe- tiche, ci introduce in un mon- do di leggerezza dove i sen- timenti rimandano con no- stalgia all’età dell'oro della mi- tologia classica. Lorenza Boisi, artista di ca- ratura internazionale, si ci- menta su un tema molto biel- lese, la Pioggia, con una in- stallazione fatta di pochi ele- menti iconici: una pozzanghe- ra, un vaso sfiancato, una roc- cia umida, un paio di stiva- li… Esposte al Piazzo per la ras- segna ‘Città di Terre’, una trentina di opere e installazio- ni in ceramica proposte da ar- tisti contemporanei che han- no saputo interpretare questo materiale in modo inusuale e personale: ‘M e r av i g l i e ’, per l’a p p u n t o. l Simona Perolo