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ECO DI BIELLA GIOVEDÌ 17 NOVEMBRE 2016
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Economia
NEXT / ANCHE NEL BIELLESE SI DIFFONDE IL CIRCUITO DI CREDITO CHE ALIMENTA FATTURATO E RELAZIONI SOCIALI
PIEMEX, LA FIDUCIA FA GIRARE L’ ECONOMIA
SONO UNA CINQUANTINA LE IMPRESE CHE HANNO ADERITO ALLA RETE CHE OPERA VIRTUALMENTE
Dal 2014, anche il Piemonte ha il suo circuito di credito commerciale, il Piemex, che conta oggi circa 250 aderenti e transazioni per un valore che ha da poco superato il milione di euro, mentre è recentissimo il suo allargamento alla Liguria, con l’ entrata nel circuito delle province di Savona e Imperia.
Nel Biellese, il Piemex è stato presentato il febbraio scorso al Sellalab: un incontro che ha visto la partecipazione di piccole e grandi aziende locali, dal quale è iniziata pian piano la diffusione del circuito sul nostro territorio. C’ è curiosità e interesse, ma anche una comprensibile diffidenza, per uno strumento che ribalta la logica corrente: l’ obiettivo, infatti, non è quello di accumulare Piemex, bensì quello di spenderli, ovviamente all’ in- terno del circuito. E nel“ par- simonioso” Biellese, forse questo è un concetto un po’ dif- ficile da accettare: « alcune realtà biellesi- dicono i promotori- erano già culturalmente pronte a questa proposta, e l’ hanno recepita facilmente; altre fanno un po’ fatica a vederne i va n t a g g i ».
I vantaggi sono in primis economici: entrando nel circuito- con una quota di ingresso che può variare da qualche centinaio a qualche migliaio di euro( in relazione alle dimensioni dell’ impresa)- l’ a- zienda può immediatamente iniziare ad acquistare a credito prodotti e servizi offerti dagli altri partecipanti, senza impiegare denaro“ reale” e potrà poi compensare i debiti offrendo i suoi prodotti- grazie alla piattaforma digitale e al supporto dei consulenti- all’ interno della rete Piemex.
Si crea così, subito, un fatturato aggiuntivo per l’ azienda che deve essere speso all’ in- terno del circuito, facendolo crescere. Ma soprattutto si crea una rete di relazioni, contatti, fiducia reciproca tra operatori del territorio, che si conoscono, si incontrano, partecipano al progetto. Un“ business sociale” che- in un momento di crisi- fa bene al morale e al por tafoglio.
E sono già una cinquantina le aziende locali che hanno iniziato a crederci: da realtà note, come Sellalab, Cittadellarte, Socializers, a professionisti, artigiani, piccole aziende, mass media e anche associazioni di categoria, come Confesercenti. E’ una crescita“ ar- monica” e volutamente lenta, spiegano i referenti locali, per assicurare le aziende che entrano in Piemex di potervi trovare mercato per i loro prodotti, evitando affollamento in alcuni
EVENTO
UNA PIZZA PER PIEMEX CON TRENTA AZIENDE
Si incontrano a tavola, le aziende biellesi della rete Piemex: un meeting lunch organizzato, lunedì scorso, per presentare il circuito e soprattutto per offrire ai partecipanti l’ occasione di conoscersi, intrecciare relazioni e magari anche avviare contatti commerciali. Presenti una trentina di realtà, diversissime per dimensioni e per settore: Banca Sella, Cafeteria Luogocomune, Confesercenti, La Torteria, Raggio Verde, Florama e molti altri: tutti davanti a una pizza, cercando sinergie, partnership, progetti capaci di far muovere, insieme al proprio business, anche l’ economia locale. settori ma anche colmando le lacune: al momento, ad esempio, nella rete biellese mancano
La presentazione di Piemex al SellaLab nel febbraio scorso e la“ pizzata” di lunedì
imprese nei settori elettrodomestici, prodotti per animali, florovivaismo, informatica, rivendita auto, carrozzeria, arredamento, cancelleria.
Una opportunità, sottolineano i promotori « ma solo se- al di là dei possibili vantaggi economici- si condividono i valori del progetto. Si tratta infatti di un modo nuovo di ripensare l’ economia locale: interconnessa e collaborativa, sostenuta dalla forza del territorio e dalla fiducia reciproca ». lSimona Perolo
IN ITALIA / SI DIFFONDONO LE VALUTE ALTERNATIVE. E IL SARDEX FA SCUOLA
‘ MONETE A KM 0’ CHE SFIDANO LA CRISI
La star del settore è certamente il Sardex- nato in Sardegna nel 2010 e diventato oggi un vero e proprio modello a livello internazionale- ma le esperienze, più o meno fortunate, sono tante: il Napo a Napoli, il Selese a Verona, il Kro a Crotone, il Tyrus a Terni, l’ Ecoroma a Roma, il Susino in Val di Susa, il Turi in Sicilia e molti altri. Sono le“ monete alter native” o“ parallele” e non sono certo una novità, visto che nel mondo oggi ne esistono migliaia. Alcune, come il Wir svizzero- nato nel 1934 per fronteggiare gli effetti della grande crisi e oggi utilizzato da circa 60.000 imprese- o come il Lets, diffuso in Gran Bretagna o il Res belga, ufficialmente riconosciuto dalla Banca Centrale Belga, sono ormai ampiamente consolidate e riconosciute, mentre in altri casi si tratta invece di esperienze effimere o con raggio di azione molto circoscritto. E talvolta poi le valute si evolvono, si modificano, cambiano nome, fanno rete ed è dunque è normale che ci sia una certa conf u s i o n e.
Sotto l’ etichetta di“ monete alter native” troviamo infatti strumenti piuttosto diversi tra di loro: i buoni-sconto trasferibili, come gli Scec; le valute locali, a volte promosse dalle stesse amministrazioni, utilizzabili come vera e propria moneta in un circuito limitato, come l’ E- co-Iris di Bruxelles; le Banche del Tempo, che consentono di scambiarsi ore-lavoro; i circuiti di credito commerciale, come il Sardex, che consentono agli aderenti di scambiarsi beni e servizi senza liquidità. E poi c’ è il Bitcoin, la moneta digitale
non tracciata che sfugge al controllo delle banche, l’ unica veramente alternativa al sistema valutario ufficiale, ma anche strumenti molto meno rivoluzionari, come i buoni-pasto offerti dalle aziende ai propri dipendenti, i punti fedeltà delle catene commerciali, i buoni-acquisto da utilizzare in una rete di esercizi convenzionati, e molte altre.
Tutte realtà accomunate dall’ essere strumenti di scambio diversi dalla moneta ufficiale: perfettamente legali, ma utilizzabili solo su base volontaria, cioè spendibili sono all’ inter no di un circuito di aderenti. E l’ obiettivo è sempre quello- in una fase caratterizzata, come quella attuale, da una mancanza di liquidità- di favorire le transazioni locali, ancorando la ricchezza spesa al territorio.
Il loro limite sta proprio nella difficoltà di ampliare il circuito fino ad una dimensione tale da rendere facilmente“ spendibile” la valuta alternativa posseduta. Per questo, dopo qualche tentativo effimero, stanno nascendo reti organizzate, spesso sponsorizzate dalle istituzioni locali. In particolare, sull’ orma del Sardex- la fortunata iniziativa di un gruppo di giovani sardi per sostenere lo sviluppo dell’ isola in un momento di grave crisi- in molte regioni stanno nascendo circuiti analoghi, tra di loro collegati: così in Lombardia è nato il Linx, in Piemonte il Piemex, nel Lazio il Tibex, nelle Marche il Marchex, in Campania il Felix, e così via, per un totale di 11 regioni coinvolte( e la dodicesima è in arrivo).
Si tratta di reti di aziende al cui interno è possibile acquistare e vendere prodotti e servizi compensando debiti e crediti, senza utilizzare denaro“ reale”: un sistema che, anche in una situazione di scarsa liquidità, stimola le compravendite, fa aumentare i fatturati, libera risorse: in una parola, fa girare l’ economia, soprattutto quella del territorio, visto che i circuiti funzionano su base regionale. Definirlo, come fanno alcuni, un ritorno al baratto sarebbe molto riduttivo: semmai, si potrebbe definire un baratto 4.0, poiché si tratta di un meccanismo assai sofisticato, in cui le aziende hanno a disposizione un vero e proprio marketplace, una piattaforma digitale su cui presentare i propri prodotti e una consulenza personalizzata, finalizzata a“ far girare” il circuito in modo ottimale. Perché i Sardex che, come i loro cugini di altre regioni, non sono convertibili e non danno interessi, non sono nati per essere conservati e accumulati, ma per essere spesi: più si spende, più il circuito si allarga, più si ha la possibilità di guadagnare crediti, che a loro volta dovranno essere spesi. Insomma, una sorta di banca, in cui il credito non viene erogato da un’ autorità centrale ma sono le stesse imprese a farsi credito tra loro, compartecipando al rischio e si sostenendosi l ' una con l ' altra: una rivoluzione non da poco.
lS. P.
Brevi
OCCUPAZIONE
AMC SISTEMI COTTURA CERCA 100“ AGENTI”
Gli italiani sono sempre più salutisti e attenti a ciò che cucinano. Da qui il boom di opportunità nei campi legati al food, perché il mercato richiede sempre di più figure esperte, in grado di proporre prodotti per la cucina di alto profilo, dalle mille potenzialità, adatti a u n’ alimentazione equilibrata. Per questo Amc Italia, azienda leader dei sistemi di cottura, parte di un gruppo internazionale, cerca per il 2017 oltre 1.500 nuovi collaboratori. In particolare, cerca oltre 100 nuovi collaboratori in Piemonte e 120 in Lombardia. Le persone selezionate, dopo un periodo di formazione, diventeranno incaricate alla vendita dei prodotti tramite dimostrazioni nelle case. Per candidarsi e ulteriori info: w w w. a m c. i n f o.
CONVEGNO UNI
DISEGNARE IL LAVORO
L’ Unione nazionale imprenditori( www. associazioneuni. com) avvia sabato prossimo alle ore 9,30 all’ Agorà Palace a Biella un ciclo di convegni sul tema:“ Disegnare il lavoro. Su misura del dipendente. Su misura dell ' impresa”. Vi parteciperanno rappresentanti dei lavoratori e delle imprese, esperti di sicurezza e di diritto del lavoro che si confronteranno sugli strumenti che l’ attuale normativa mette a disposizione per costruire un rapporto contrattuale che sia di comune soddisfazione tanto per il dipendente quanto per l’ imprenditore.
BANCA ALETTI
ZANCANARO PRESIDENTE DELLA FIDUCIARIA
Nei giorni scorsi l’ assemblea di Aletti Fiduciaria ha nominato Maurizio Zancanaro nuovo presidente. La società, controllata al 100 % da Banca Aletti, con sedi a Milano e Brescia, opera su tutto il territorio nazionale, ed ha focalizzato la propria azione sulla tutela e la trasmissione dei patrimoni personali ed aziendali. Il nuovo incarico in Aletti Fiduciaria si affianca a quello di amministratore delegato di Banca Aletti, che vede Zancanaro alla guida del polo dedicato al Private Banking della nuova terza banca italiana( Banco Bpm) nata dalla fusione tra Banco Popolare e Banca Popolare di Milano.
REGOLAMENTO
PRODOTTI INVENDUTI COME DONARLI
Beni invenduti. Votato, su proposta dell’ assessore alle Politiche sociali della regione, il regolamento di attuazione della legge regionale n. 12 / 2015 sugli interventi di recupero e valorizzazione dei beni invenduti( prodotti agro-alimentari di prossima scadenza, prodotti agricoli non raccolti, pasti non serviti dalla ristorazione e dalla somministrazione collettiva, beni non di lusso) a vantaggio delle persone a rischio impoverimento. Il testo disciplina le modalità di elargizione.