Portfolio 2016 | Page 16

ECONOMIA
ECO DI BIELLA SABATO 16 APRILE 2016
VERONA
Prima rassegna vinicola al mondo per superficie( con oltre 100mila metri quadrati netti espositivi), la cinquantesima edizione di Vinitaly ha ospitato 4.100 espositori, da più di 30 Paesi, e ha visto la partecipazione di 130mila operatori da 140 nazioni: di questi, quasi 50mila gli stranieri, con un aumento del 23 % rispetto al 2015( in particolare, una crescita di buyers cinesi del 130 % rispetto allo scorso anno), grazie al Piano di

A Verona gli stranieri crwesciuti del 23 per cento

promozione straordinaria del Made in Italy e al traino del Padiglione del Vino ad Expo 2015, realizzato proprio da Vinitaly. Seguita da 2.357 giornalisti accreditati da 47 nazioni, questa edizione speciale, inaugurata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha visto la partecipazione del presidente del
Consiglio Matteo Renzi e del ministro alle Politiche agricole Maurizio Martina, nel Forum dei ministeri europei dei principali paesi a vocazione vinicola.
Nei quattro giorni, oltre agli incontri b2b, si sono tenuti più di 300 appuntamenti tra convegni, seminari, incontri di formazione sul mondo del vino. In primo piano come sempre le degustazioni, tra cui quella della Vinitaly International Academy che ha ricordato la figura di Giacomo Tachis, uno dei più grandi enologi italiani recentemente scomparso. In contemporanea a Vinitaly, si sono svolte Sol & Agrifood, la manifestazione dedicata all’ agroalimen-
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tare di qualità, ed Enolitech, rassegna su accessori e tecnologie per la filiera oleicola e vitivinicola.
Alla manifestazione fieristica, strettamente riservata al business, si è affiancato un fuori salone, Vinitaly and the City, con degustazioni, spettacoli ed eventi culturali, che per quattro giorni hanno fatto di Verona, città degli innamorati per definizione, la“ città dei wine lovers”. lS. P.

DOPO VINITALY

Doc: Colline biellesi o Alto Piemonte?

I produttori biellesi divisi sulle strategie di rilancio del settore, ma tutti d’ accordo sulla necessità di fare rete perché aiuta a crescere

VERONA
Se il Vinitaly rappresenta la vetrina del vino italiano di qualità, il Piemonte ne è stato, anche quest’ anno, uno dei protagonisti, con le sue 18 Docg e 42 Doc( il più alto numero tra le regioni italiane), ma anche con i suoi prodotti agroalimentari, la sua cultura, il suo paesaggio: una proposta articolata- dalla mostra sui paesaggi vitivinicoli al Ristorante Piemonte, dalle degustazioni al fitto programma di seminari e incontri- in cui il vino riveste il ruolo di“ am- basciatore” di un territorio, in tutte le sue sfaccettature.
A portare a Verona i grandi vini piemontesi, 600 espositori: oltre ad aziende grandi e piccole, 20 Cantine cooperative, 5 associazioni di produttori, 10 consorzi di tutela. Ben presente, nel Padiglione Piemonte, anche la viticoltura biellese: uno stand per la giovane Associazione Vignaioli Colline Biellesi, insieme ai produttori associati sotto il marchio Lessona Doc; e poi- all’ interno del grande
stand del Consorzio Tutela Nebbioli Alto Piemonte- le aziende Le Pianelle e Roccia Rossa, e l’ azienda Pietro Cassina, presente coi suoi vini in diversi punti del padiglione.
E se, per i produttori storici, il Vinitaly rappresenta una sorta di“ ufficio volante”, in cui incontrare clienti consolidati e vendere, per molti piccoli produttori la fiera è invece l’ oc- casione per presentarsi al mondo
: « E’ soprattutto una vetrina- dice Pietro Cassina, produttore di Lessona-, l’ occasione per entrare in contatto con nuovi mondi: raramente si portano a casa ordini, più che altro si portano a casa contatti, che poi vanno sviluppati … io ho potuto incontrare molti buyers stranieri: soprattutto europei, ma anche dagli Stati Uniti, dall’ Asia e, con mia sorpresa, persino dall’ Africa … si inizia un rapporto, poi ci si rivede in
cantina, e da lì può nascere la vendita …».
Del resto, per i vini biellesi- che vivono una sorta di“ ri- nascimento”, dopo decenni di silenzio- riuscire a farsi largo in un mercato così affollato e competitivo non è facile, e“ fare squadra” è essenziale. Ma, se la
necessità di una sinergia tra produttori locali è ampiamente condivisa, circa la strategia da seguire emergono posizioni diverse.
A sinistra l’ artea con le Pianelle di Brusnengo, in alto lo stand“ Colline biellesi”( Foto Simona Perolo)
Da un lato, si punta ad una nuova Doc“ Colline Biellesi” che- sostituendo la più generica
denominazione di ricaduta“ Coste della Sesia”- identifichi più nettamente le produzioni locali e possa diventare uno strumento di marketing territoriale. Dall’ altro, si preferirebbe invece una Doc“ Alto Piemonte” che, avendo come sotto-denominazioni le numerose Doc già esistenti nel Piemonte Orientale, faccia riferimento ad un ambito territoriale più ampio, facilmente riconoscibile dal consumatore finale e in grado di competere coi grossi brand delle aree limitrofe, dal Monferrato all’ Ol- trepò Pavese. Due possibili strade, tra le quali la scelta potrebbe dipendere, più che dalle preferenze dei produttori, dalle scelte legislative e dall’ evoluzione del mercato, che richiede una continua revisione delle strategie commerciali. Una discussione per ora aperta, che si intreccia con il tema di fondo di Vinitaly: il rapporto indissolubile del vino con il territorio, tra passato e futuro, tra identità e marketing. lSimona Perolo