Credito
ECO DI BIELLA GIOVEDÌ 5 FEBBRAIO 2015
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Economia
I NUOVI TECNICI SI FORMANO AL“ Q. SELLA” E ALL’ ITS
Gli insegnanti Melloni, fabris e Moglia raccontano « la fatica di spiegare in che modo la fabbrica è cambiata ». I corsi ora ci sono, servono allievi
VIAGGIO NEL LAVORO CHE SERVE / 2
TESSILE CAMBIA, SCUOLA S’ ADEGUA
NELLA RINNOVATA INDUSTRIA, EMERGE UNA FIGURA DI“ NUOVO TECNICO” ATTRATTIVA PER I GIOVANI
La voce ricorrente di una difficoltà, da parte delle aziende locali, a reperire figure professionali qualificate, è effettivamente vera, anche se il fenomeno appare per ora molto limitato. Parecchie aziende avvertono però il rischio di non poter affrontare nei prossimi anni il turnover di alcuni tecnici specializzati. Il riferimento è, in particolare, ad una figura professionale oggi scomparsa, quella del“ chimico tintore”: dal 2010, il nuovo ordinamento della scuola superiore( la cosiddetta“ riforma Gelmini”) ha infatti ridotto da 39 a 11 gli indirizzi esistenti negli istituti tecnici, decretando la fine dei percorsi formativi più specializzati, come quelli dedicati alla chimica tintoria o conciaria. Una decisione da più parti criticata, che però trovava corrispondenza in un effettivo calo sia della domanda da parte degli studenti, sia della richiesta di queste professionalità da parte delle aziende. Oggi, l’ of- ferta formativa dell’ Istituto Tecnico- ora inserito insieme al Liceo Scientifico nell’ Istituto di Istruzione Superiore Quintino Sella- propone, dopo il primo biennio comune a tutti gli indirizzi, due percorsi potenzialmente interessanti per chi voglia inserirsi nel settore tessile: quello in Chimica e materiali( il più vicino all’ ex diploma di“ perito chimico”) e quello in Tessile, abbigliamento e moda( che va a sostituire il vecchio corso per“ pe- rito tessile”).
A questi si aggiunge- per chi cercasse una alternativa all’ uni- versità- l’ offerta del nuovo Its Tam, l’ Istituto Tecnico Superiore per Tessile, Abbigliamento e Moda, i cui corsi biennali post-diploma formano una nuova figura professionale, il Tecnico Superiore. E, infine, passando alla formazione di livello universitario, troviamo due proposte di eccellenza: il Master in Management and Textile Engineering e il Biella Master delle Fibre nobili.
Dunque, anche se non esplicitamente finalizzato a creare figure specializzate quali quella del chimico tintore, l’ attuale modello formativo sembra in grado di soddisfare le( eventuali) esigenze del tessile biellese. Anzi, offre un tipo di preparazione probabilmente più rispondente alle mutate esigenze del mondo del lavoro. « Oggi le esigenze del mercato sono cambiate- dice Franco Rigola, dirigente del nuovo Istituto Tecnico Superiore- e non bastano più le competenze in ambito tintoriale: le aziende oggi richiedono figure professionali con competenze ampie su tutta la filiera e anche di tipo relazionale, linguistico, commerciale … E poi, parlando di nobilitazione, il tecnico oggi deve avere un livello di competenza decisamente superiore ad un tempo: deve conoscere spalmature, ricamo, stampa digitale... Con i corsi post-diploma, noi cerchiamo di formare studenti che siano cittadini del mondo, che sappiano l’ i n g l e s e, che siano attenti alle tendenze che influenzano la moda, che sappiano insomma muoversi nel villaggio globale ».
E, infatti, dei 10 Tecnici Superiori diplomati lo scorso anno, 8 hanno già trovato un impiego stabile nel settore, nel Biellese o altrove, e quest’ anno ne usciranno altri 20; si tratta per lo più di
FORMAZIONE
A CITTÀ STUDI CORSI
ATTREZZATURE DA LAVORO
Città Studi propone corsi per quanto riguarda i lavoratori che usano e manovrano attrezzature da lavoro: il prossimo 12 marzo scade infatti il primo termine per la formazione di base e gli aggiornamenti obbligatori per legge. La scadenza è rivolta a due particolari tipologie di lavoratori. Gli addetti alla conduzione di attrezzature da lavoro che hanno ricevuto una formazione teorico-pratica documentata prima del 12 marzo 2013, di qualunque durata, che devono effettuare un aggiornamento, e gli altri addetti alle stesse mansioni che sono obbligati a seguire un corso di formazione completo. Città Studi propone 6 corsi di aggiornamento e 7 corsi base di prossima attivazione. Info: www. cittastudi. org.
studenti provenienti da altre regioni o addirittura da altri paesi, attratti da un corso centrato sulla moda e molto“ pratico”, grazie alle oltre 600 ore dedicate agli stages aziendali.
Particolare di un laboratorio tessile oggi
Il problema sembra essere, invece, la scarsa propensione dei giovani biellesi ad avvicinarsi a questi percorsi scolastici: all’ Isti- tuto Tecnico Q. Sella, solo 16 alunni hanno scelto il percorso dedicato a Tessile, abbigliamento e moda, mentre quello di Chimica e Materiali è riuscito a prendere il via solo quest’ anno, con una terza classe di appena 10 studenti.
« In generale- dice Stefano Melloni, insegnante di chimica presso l’ Istituto Tecnico- riscontriamo una disaffezione verso questa materia, considerata ostica e soprattutto penalizzata da un’ immagine negativa, che la associa all’ in- quinamento, a sostanze nocive, ad un ambiente insalubre. La parola“ chimica” fa paura, viene vista come una cosa inquietante, che fa bollire delle cose, che emana fumi, vapori, odori …».
A questo si aggiunge, sul nostro territorio, una vera e propria“ fuga” dal settore tessile, oggi diventato quasi un sinonimo di crisi: molte famiglie vivono sulla loro pelle le difficoltà occupazionali del momento e certo non incoraggiano i figli a puntare ad una carriera in questo settore. E il mondo stesso della fabbrica- con la sua concretezza e la sua“ fi- sicità” non proprio idilliaca- non appare più attrattivo per una generazione che ha altri miti e altri orizzonti: i ragazzi cresciuti in un mondo dominato dal virtuale, dalla new economy, dall’ idea di villaggio globale sembrano avere parecchie resistenze all’ idea di entrare in un reparto di produzione, fatto di macchine, rumori, odori, polveri … Ma il lavoro del chimico di tintoria è ancora così insalubre? « Ma niente affatto- conferma un altro insegnante di chimica, Riccardo Fabris- resta forse ancora qualche realtà di quel tipo ma, nella maggior parte dei casi, le fabbriche non sono più quelle di una volta, e neppure le tintorie: alcune sembrano ospedali, non c’ è più il pesa colore, i coloranti non si toccano neppure, vengono buttati direttamente dentro, chiusi in sacchetti idrosolubili, e il tecnico di laboratorio sta dietro un vetro, davanti ad un computer ».
Anzi, il suo è un lavoro gratificante: « In questo lavoro si deve avere voglia di mettersi in gioco, di scoprire ogni volta qualcosa di diverso, utilizzando la creatività ma anche un mare di scienza. Il nuovo chimico non dovrebbe avere la miopia di stare lì a esaudire pedissequamente le richieste del cliente: ha la fortuna di trovarsi in un posto dove è possibile fare la differenza, dunque ci metta del suo, si inventi delle cose, sperimenti, faccia dei pasticci, giochi, usi la sua fantasia … Il risultato si vedrà, in termini di qualità ».
Oggi, il punto di forza delle aziende biellesi che hanno superato lo tsunami della crisi è la qualità, unita alla flessibilità che consente di fare fronte alle richieste sempre più parcellizzate ed esigenti della clientela: un modo di lavorare estremamente“ customiz- zato”, difficile ma anche stimolante. E forse, proprio in questa forzata“ artigianalità di ritorno” della nostra industria tessile, emerge una figura di“ nuovo tecnico” che può tornare ad essere attrattiva per i giovani: « Il tessile cambia- conclude Silvia Moglia, insegnante presso l’ ITS- e così le figure professionali: non c’ è più il lavoro ripetitivo di un tempo ma si richiede capacità di innovazione, adattamento, capacità di affrontare problemi nuovi e anticiparli; ecco perché ci vogliono persone con una mentalità più aperta e una competenza poliedrica. E’ neces- sario un salto di qualità, e noi ci siamo attrezzati per farlo ».
lSimona Perolo 2 segue, la prima puntata è uscita giovedì 29 gennaio
Credito
SINDACATI E UIB ATTIVI SUL BANCO DI BIELLA
Cgil, Cisl, Uil e Unione Industriale Biellese hanno concordato- con un verbale sottoscritto il 27 gennaio scorso da Marvi Massazza Gal, Roberto Bompan, Maria Cristina Mosca e Marilena Bolli- di « attivarsi per la promozione del progetto Banco di Biella, ciascuna nei confronti dei propri iscritti e delle proprie strutture ». L’ Uib ha provveduto ad inviare alle aziende biellesi una circolare con la quale invita le aziende associate a portare a conoscenza dei propri dipendenti il progetto del Banco di Biella mediante l’ affissione, nella bacheca aziendale, del verbale sottoscritto con i sindacati, unitamente alle modalità con le quali è possibile aderire all’ inizia- tiva. I sindacati hanno concordato un comunicato congiunto ai lavoratori che dice testualmente: « Cgil Cisl e Uil biellesi confermano, anche alla luce dello stato di avanzamento del progetto, il loro sostegno nei confronti dei promotori del Banco di Biella Banca di Credito Cooperativo. In un territorio come il nostro, dove la presenza diffusa e maggioritaria di piccole e medie imprese fa dell ' accesso al credito e del finanziamento all ' innovazione, alla riorganizzazione e alla diversificazione un nodo centrale per la ripresa economica, la presenza di una banca a larga partecipazione popolare ed a forte identificazione comunitaria può rappresentare un elemento strategico. Il Banco di Biella si muove con regole di trasparenza, di partecipazione condivisa e con finalità specifiche di aiuto alla ripresa industriale ed a tutte le imprese che continuano a scommettere sul nostro territorio. Per queste ragioni Cgil Cisl e Uil sostengono e invitano il risparmio a scommettere su un istituto di credito che si connota per i suoi fondamenti etici e di scopo ».