RHO( MI) Le valli biellesi sono state venerdì scorso protagoniste, a Expo 2015, di uno dei numerosi appuntamenti organizzati da Slow Food, l’ as- sociazione che promuove il cibo“ buono, pulito e giusto”, valorizzando le produzioni tradizionali sostenibili di qualità e la cultura che vi sta dietro. E c’ è davvero tutta una storia, un territorio, un paesaggio, dietro i prodotti locali presentati dalla Condotta di Biella, la sede locale dell’ a s s o c i a z i o n e.
A salire sul palco, dapprima il“ Burro a latte crudo dell’ alto Elvo”- prodotto dagli allevatori del gruppo Latte Vivo e oggi Presidio Slow Food- che fa rivivere la secolare produzione di burro per affioramento con il latte della pezzata rossa di Oropa: non solo un prodotto di alta qualità, realizzato nel rispetto rigoroso delle tecniche tradizionali, ma un concentrato di cultura locale, che racconta la vita di generazioni di margari, la fatica del loro
|
lavoro, ma anche la bellezza delle nostre montagne, dei loro pascoli e alpeggi. Perché- ha ricordato in apertura della sua presentazione Giuseppe Pidello, coordinatore di Ecomuseo Valle Elvo e Serra, citando Italo Calvino-“ dietro ogni formaggio c’ è un pascolo di un diverso verde, sotto un diverso cielo”.
Nel pomeriggio- presentato da Mina Novello, coordinatrice di Sapori Biellesi- è
|
stata la volta di un altro piatto biellese capace di narrare tutto un territorio: il“ risotto consapevole”, un risotto alle castagne che racchiude la storia del rapporto tra la montagna e la pianura. Un tempo, le castagne secche- il principale prodotto della povera economia rurale delle nostre valli- trasportate a spalla fin nella“ bassa”, venivano scambiate alla pari con il riso; oggi le passe, prodotte da castagni sempre più rari con |
A destra le presentazioni biellesi al Teatro Slow Food: a destra Pidello, in basso Novello e Vachino. A lato riparo dall’ afa lungo il canale dell’ Expo
metodi antichi e ancora artigianali, sono ormai quasi un prodotto di lusso e valgono almeno sei volte rispetto al riso, che invece viene prodotto con metodi intensivi nelle risaie, sempre più estese sul nostro territorio, con tutte le criticità ambientali che ne derivano.
Le castagne e il riso della pianura biellese si coniugano oggi in un risotto non solo buono, ma anche“ consape- vo l e” degli antichi rapporti e
|
delle problematiche attuali che occorre affrontare per garantire un cibo“ buono, pulito e giusto”.
Infine, presentato da Giovanni Vachino( presidente di Docbi, Centro Studi Biellesi), il racconto della vivace presenza del Biellese nelle esposizioni: la mostra BiellEXPO raccoglie le testimonianze storiche della partecipazione dei biellesi del passato alle grandi manifestazioni internazionali
|
e nazionali a partire dal primo Ottocento: produttori di stoffe, liquori, birra, cappelli, ma anche vignaioli, chimici, fotografi, profumieri, costruttori di strumenti musicali ed estrosi inventori, pittori e scultori … Per raccogliere tutte le tracce di quelle piccole grandi storie ci è voluto un telo di 22 metri, una timeline fitta di immagini, di notizie e di box di approfondimento, che induce a riflettere su una vivacità non solo artigianale e industriale, ma anche“ antropo- logica” e sociale. Ne esce un Biellese caleidoscopico e un po’ visionario, audace, strano e in gran parte sconosciuto. La mostra si può visitare alla Fabbrica della ruota di Pray, tutte le domeniche, fino alla metà di ottobre. lSimona Perolo |