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“Perché la crisi”
immaginare cosa sarebbe successo se quel grande e onorato PCI, nelle mani di
costoro, avesse preso da solo il potere!... credo che lo stesso Berlinguer, pur
ideatore del cosiddetto “compromesso storico” (a ragione, a mio modesto
avviso, tanto vituperato), si sarebbe rivoltato nella tomba; il “compromesso”, da
lui auspicato e pensato in maniera nobile, pare che l‟abbiano stipulato, a loro
modo, tanti suoi ex-“compagni”! E altra ironia della sorte: se ieri questi excompagni, dirigenti dell‟apprezzato e stimato PCI, sognavano e progettavano la
“rivoluzione” (?) contro il regime borghese, oggi è quel popolo, in nome del quale
pretendevano di agire, che, affamato e stremato, sente l‟esigenza di rivoltarsi
contro di loro, ora divenuti suoi amministratori e, insieme ad amici e amici di
amici, suoi sfruttatori.
I tempi volgono al termine e c‟è poco da sperare! Nessuno pensa più,
oramai, che i nostri politici si ravvedano in tempo. Anzi! sembra che costoro
gridino a gran voce alla gente: “ribellatevi!”; pare che chiedano con insistenza e
a squarciagola: “… sparateci!... Prendete le armi!... Fate la rivoluzione!”.
È questo il vero problema, il problema primario dell‟Italia. Una banda di
politicanti, supportata da un‟agguerrita cricca, ha preso il potere. Il popolo vuole
detronizzarla e cacciarla, almeno, per sopravvivere.
E ciò farà. Già spera di riuscirci “con le buone”. Dopo, deve impedire che
l‟esperienza si ripeta.
Voglio immaginare e continuare a proporre, allora.
Oltre a quanto consigliato nello Studio di qualche anno addietro e in queste
nuove paginette. Rafforzare le istituzioni statali e locali e impedire la
de