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“Perché la crisi”
sentite le parti e ricorrendone esplicite condizioni, ripetute nel tempo
o sancite da sentenza passata in giudicato, può decidere l‟iscrizione
in appositi registri di cattivi pagatori, insolventi, falliti, e simili, da
detenere, esclusivamente, presso la Banca Centrale che ne
curerebbe l‟aggiornamento e l‟accesso e l‟automatica cancellazione,
in ogni caso, dopo un periodo prestabilito. Nella decisione il giudice
può ordinare la cancellazione immediata dalla banca-dati, una volta
sanata la controversia o l‟insolvenza: evento automatico e
immediato, comunque, per le prime volte e senza che ci sia alcuna
specifica ordinanza del giudice.
Certo, alcune delle norme di carattere economico-finanziario suggerite per
contrastare lo strapotere dell‟Alta Finanza, se adottate in un singolo paese,
potrebbero lasciare questo indifeso davanti a presumibili ritorsioni: l‟ideale,
quindi, sarebbe che tutte le nazioni le varassero; ma, molte di esse si possono
subito approvare anche nella sola nostra Italia.
Certo, non credo di avere esaurito e del tutto sviluppata e teoricamente
risolta la problematica. Ci sarà sicuramente tanto da aggiungere e tanto da
specificare e da correggere.
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CONSIDERAZIONI
Proviamo a scrivere con schiettezza qualche considerazione finale.
Abbiamo sentito con fastidio, confessiamo, trovandola oltremodo
presuntuosa, la frase (sicuramente, per compiacere gli stranieri: ma, scordando
che proprio tali espressioni avallano quei pregiudizi contro i quali da molto tempo
combattiamo!) “Cambierò … gli italiani!”. Abbiamo sentito con sconcerto il
dileggio di un ministro o viceministro verso studenti non certamente “fortunati”
per nascita come lui, “sfigati”, anzi. Ora, quando il Presidente Del Consiglio Dei
Ministri proclama che il “nuovo” Sistema premierà il merito, le qualità di una
persona e non sarà permesso di scalare i vertici della società per censo o per
raccomandazione o per imposizioni politiche, in quel dì, lui di chi parla?... per
cominciare, di se e dei propri ministri, forse?...
La cultura, la vera cultura, non è un titolo accademico: bensì, è
consapevolezza del proprio essere e, quindi, rispetto degli altri. Nostra madre ci
Nino Marchese