Perchè la crisi | Page 35

32 “Perché la crisi” sentite le parti e ricorrendone esplicite condizioni, ripetute nel tempo o sancite da sentenza passata in giudicato, può decidere l‟iscrizione in appositi registri di cattivi pagatori, insolventi, falliti, e simili, da detenere, esclusivamente, presso la Banca Centrale che ne curerebbe l‟aggiornamento e l‟accesso e l‟automatica cancellazione, in ogni caso, dopo un periodo prestabilito. Nella decisione il giudice può ordinare la cancellazione immediata dalla banca-dati, una volta sanata la controversia o l‟insolvenza: evento automatico e immediato, comunque, per le prime volte e senza che ci sia alcuna specifica ordinanza del giudice. Certo, alcune delle norme di carattere economico-finanziario suggerite per contrastare lo strapotere dell‟Alta Finanza, se adottate in un singolo paese, potrebbero lasciare questo indifeso davanti a presumibili ritorsioni: l‟ideale, quindi, sarebbe che tutte le nazioni le varassero; ma, molte di esse si possono subito approvare anche nella sola nostra Italia. Certo, non credo di avere esaurito e del tutto sviluppata e teoricamente risolta la problematica. Ci sarà sicuramente tanto da aggiungere e tanto da specificare e da correggere. ----------------------------------- CONSIDERAZIONI Proviamo a scrivere con schiettezza qualche considerazione finale. Abbiamo sentito con fastidio, confessiamo, trovandola oltremodo presuntuosa, la frase (sicuramente, per compiacere gli stranieri: ma, scordando che proprio tali espressioni avallano quei pregiudizi contro i quali da molto tempo combattiamo!) “Cambierò … gli italiani!”. Abbiamo sentito con sconcerto il dileggio di un ministro o viceministro verso studenti non certamente “fortunati” per nascita come lui, “sfigati”, anzi. Ora, quando il Presidente Del Consiglio Dei Ministri proclama che il “nuovo” Sistema premierà il merito, le qualità di una persona e non sarà permesso di scalare i vertici della società per censo o per raccomandazione o per imposizioni politiche, in quel dì, lui di chi parla?... per cominciare, di se e dei propri ministri, forse?... La cultura, la vera cultura, non è un titolo accademico: bensì, è consapevolezza del proprio essere e, quindi, rispetto degli altri. Nostra madre ci Nino Marchese