Perchè la crisi | Page 27

24 “Perché la crisi” che in borsa operino società direttamente o indirettamente legate a impresamadre con sede legale in quelle nazioni che tutelano l‟anonimato dei soci. H/1)- Per i cittadini italiani, anche se residenti all‟estero, dovrebbe essere vietato vendere/comprare a/da società estera i cui reali proprietari non sono ben identificati o identificabili: pena la nullità degli atti. Se dovesse essere provato l‟uso di prestanome, il bene, anche se esistente all‟estero, dovrebbe essere confiscato/sequestrato e incamerato dallo Stato. Favorire e sottoscrivere dei trattati con altri Stati, a riguardo. I)- A livello mondiale, ma, europeo, almeno, dovrebbe essere proibita la vendita di azioni o beni acquistati in borsa e non ancora di fatto posseduti: imponendo un periodo minimo di possesso reale non inferiore a cinque giorni, comunque. I/1)- A livello mondiale, ma, europeo, almeno, le transazioni finanziarie dovrebbero essete tassate nella stessa misura delle transazioni commerciali; la compra-vendita di prodotti finanziari e assicurativi dovrebbe essere assoggettata alle medesime imposizioni fiscali e tributarie in vigore sul commercio di prodotti dell‟industria. A livello mondiale, ma, almeno, europeo, le rendite finanziarie dovrebbero essere tassate nella stessa misura dei profitti derivanti da attività imprenditoriale nel settore della cosiddetta economia reale. L)- Si dovrebbero imporre dei limiti severi ed efficaci alle delocalizzazioni delle imprese, agli investimenti all‟estero, chiedendo alle proprietà delle garanzie reali sul rientro entro un determinato lasso di tempo dei capitali e adottando dei provvedimenti, meccanismi, che difendano il nostro mercato e la nostra produzione. L/1)- In ogni caso, l‟impresa che delocalizza verso paesi extracomunitari dovrebbe restituire allo Stato tutti gli aiuti finanziari e fiscali R6