Perchè la crisi | Page 24

21 “Perché la crisi” E in alternativa, se è proprio impossibile realizzare una vera e propria rivoluzione, sconfiggendo o cancellando o modificando l‟attuale malevolo sistema, si studi l‟ipotesi seguente. C/4)- Nell‟ambito di un Piano Di Sviluppo riguardante l‟industria e il terziario e l‟agroalimentare, studiare, verificare le elencate possibilità (certamente, gli studiosi prezzolati dalle Banche dimostreranno che è una follia): 1. il tasso d‟interesse legale dovrebbe essere annualmente dichiarato dal Governo ed esso dovrebbe essere uguale alla media dei costi del danaro praticati dalla Banca Centrale nel corso dell‟anno; 2. le banche pubbliche nel concedere prestiti e mutui agl‟imprenditori non dovrebbero applicare un tasso superiore al doppio di quello ad esse praticato dalla Banca Centrale; 3. le banche commerciali private nel concedere prestiti e mutui ai privati non dovrebbero applicare un tasso superiore al doppio di quello praticato ad esse dalla Banca Centrale, più il tasso d‟inflazione dell‟ultimo trimestre, oppure, al doppio dell‟interesse da esse corrisposto ai clienti sui loro depositi bancari non vincolati. 4. Dovrebbe essere considerata usura ogni prestito o mutuo concesso oltre i limiti di cui ai punti precedenti. 5. In alternativa a quanto proposto ai punti C, C/1, e B, almeno, si dovrebbe disporre che una parte rilevante di ogni nuova emissione di moneta da parte della Banca Centrale dovrebbe essere destinata all‟economia reale del paese stesso. D)- A livello mondiale, ma, europeo, almeno, separazione tra banca d‟affari e banca commerciale: proibendo un loro intreccio diretto e indiretto, sia a livello societario e sia a livello operativo; dovrebbe essere proibito a quelle banche straniere che non hanno una tale separazione, sia giuridica che reale, di operare nel territorio nazionale o in quello europeo; D/1)- a livello mondiale, ma, europeo, almeno, dovrebbe essere proibito alle banche commerciali di possedere, direttamente e indirettamente, proprietà o azioni di società assicurative e industriali e del terziario; D/2)- dovrebbe essere proibito, a livello mondiale, ma, almeno, europeo, non solo l‟intreccio azionario e commerciale tra società bancarie e assicurative, ma qualsiasi legame anche con imprese o fondazioni o studi professionali di rating. In particolare: qualsiasi banca, sia d‟affari che commerciale, non potrebbero detenere azioni di compagnie d‟assicurazione o di società di rating: e viceversa; la società cosiddetta di rating non dovrebbe pianificare e sviluppare, realizzare piani d‟investimento per conto di terzi: essa dovrebbe comportarsi come una mera società di ricerca e di studi scientifici, priva d‟interessi economici e politici di sorta: e solo in quest‟ambito operare, affermarsi ed espandersi, dietro Nino Marchese