Perchè la crisi | Page 17

14 “Perché la crisi” LO SVILUPPO Secondo il nostro modesto parere, bisognerebbe, in verità, riconsiderare il concetto di sviluppo e di benessere. Anziché aumentare il tenore di vita dei paesi più poveri, permettendo loro di raggiungere il livello di quelli più ricchi, si abbassano le condizioni di vita di questi ultimi (nazioni cosiddette industrializzate), sino a farli sprofondare allo stato di pura sussistenza, proprio delle popolazioni in via di sviluppo. E attenzione! ciò non è una redistribuzione della ricchezza su scala planetaria! Per essere più precisi, approfittando delle cosiddette “liberalizzazioni” e della facilità di “movimentare” capitali, uomini e merci e macchinari o tecnologia, si creano le condizioni ideali non per produrre beni al fine di soddisfare necessità umane, bensì per creare profitti sempre maggiori ad esclusivo beneficio di pochi eletti; si sfrutta non solo il sudore e la vita di miliardi di persone, tenendole apposta in condizioni di sopravvivenza, ma un perverso meccanismo finanziario atto a condizionare mercati, produzione e circolazione di merci, stesse disponibilità monetarie di Stati e di privati, ecc.. Del resto, andrebbe completamente ridiscusso il valore comunemente attribuito al PIL (24), indice buono solo per certa stampa e telegiornali. Con le cosiddette “misure strutturali”, così, ci si presta, sembra, a una continua “corsa al ribasso”, scatenando la guerra tra poveri!... Ed è da inquadrare in simile contesto la crociata per l‟eliminazione o cancellazione o sostanziale modifica dell‟arcinoto articolo 18 dello Statuto Dei Lavoratori (25). E crediamo di avere già sentita la musica che si suona: sono le medesime argomentazioni addotte quando si convinse il popolo a votare contro i suoi stessi interessi in un apposito referendum per l‟abolizione della Scala Mobile (26)!... allora, frequentavamo le lezioni di Programmazione Economica e dalle matrici (e la matematica, si ricordi, non ha colori politici!), invece, risultava che, contrariamente a quanto si strombazzava, dall‟abolizione della Scala Mobile solo le medie e grandi aziende avrebbero guadagnato: nel suo complesso, 24 PIL: acronimo di Prodotto Interno Lordo. È un indice che misura, ovvero quantifica, il valore di certe merci, determinati beni e servizi prodotti dall‟attività umana in un dato periodo di tempo in una data nazione. Ma, non indica affatto la qualità di vita, il valore reale dei beni (spesso falsato da un mercato “viziato”) e l‟effettiva utilità sociale di questi. – In un ammalato di cancro, il male progredisce: nessuno, però, si sogna di affermare che questo “aumento” è un bene. Anzi! porta alla morte!... 25 Leggi in “APPENDICE” l‟ ART. 18 della Legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori). 26 Meccanismo contrattuale-normativo che adeguava automaticamente i salari e gli stipendi al costo reale, o quasi, di alcuni beni di prima necessità o, comunque, giudicati necessari. Nino Marchese