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“Perché la crisi”
LO SVILUPPO
Secondo il nostro modesto parere, bisognerebbe, in verità, riconsiderare il
concetto di sviluppo e di benessere.
Anziché aumentare il tenore di vita dei paesi più poveri, permettendo loro
di raggiungere il livello di quelli più ricchi, si abbassano le condizioni di vita di
questi ultimi (nazioni cosiddette industrializzate), sino a farli sprofondare allo
stato di pura sussistenza, proprio delle popolazioni in via di sviluppo. E
attenzione! ciò non è una redistribuzione della ricchezza su scala planetaria! Per
essere più precisi, approfittando delle cosiddette “liberalizzazioni” e della facilità
di “movimentare” capitali, uomini e merci e macchinari o tecnologia, si creano le
condizioni ideali non per produrre beni al fine di soddisfare necessità umane,
bensì per creare profitti sempre maggiori ad esclusivo beneficio di pochi eletti; si
sfrutta non solo il sudore e la vita di miliardi di persone, tenendole apposta in
condizioni di sopravvivenza, ma un perverso meccanismo finanziario atto a
condizionare mercati, produzione e circolazione di merci, stesse disponibilità
monetarie di Stati e di privati, ecc.. Del resto, andrebbe completamente
ridiscusso il valore comunemente attribuito al PIL (24), indice buono solo per certa
stampa e telegiornali.
Con le cosiddette “misure strutturali”, così, ci si presta, sembra, a una
continua “corsa al ribasso”, scatenando la guerra tra poveri!...
Ed è da inquadrare in simile contesto la crociata per l‟eliminazione o
cancellazione o sostanziale modifica dell‟arcinoto articolo 18 dello Statuto Dei
Lavoratori (25). E crediamo di avere già sentita la musica che si suona: sono le
medesime argomentazioni addotte quando si convinse il popolo a votare contro i
suoi stessi interessi in un apposito referendum per l‟abolizione della Scala
Mobile (26)!... allora, frequentavamo le lezioni di Programmazione Economica e
dalle matrici (e la matematica, si ricordi, non ha colori politici!), invece, risultava
che, contrariamente a quanto si strombazzava, dall‟abolizione della Scala Mobile
solo le medie e grandi aziende avrebbero guadagnato: nel suo complesso,
24
PIL: acronimo di Prodotto Interno Lordo. È un indice che misura, ovvero quantifica, il
valore di certe merci, determinati beni e servizi prodotti dall‟attività umana in un dato periodo di
tempo in una data nazione. Ma, non indica affatto la qualità di vita, il valore reale dei beni
(spesso falsato da un mercato “viziato”) e l‟effettiva utilità sociale di questi. – In un ammalato di
cancro, il male progredisce: nessuno, però, si sogna di affermare che questo “aumento” è un
bene. Anzi! porta alla morte!...
25
Leggi in “APPENDICE” l‟ ART. 18 della Legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori).
26
Meccanismo contrattuale-normativo che adeguava automaticamente i salari e gli stipendi
al costo reale, o quasi, di alcuni beni di prima necessità o, comunque, giudicati necessari.
Nino Marchese