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“Perché la crisi”
d‟interesse!...
La funzione delle banche, in questo schema, è, dunque, identica all‟azione
del mafioso che si presenta ad un imprenditore e gli impone “il pizzo”! La logica
non è dissimile! E di fatto il processo finanziario descritto non ha nulla di diverso
dal comportamento mafioso!
Chi legge faccia le sue sincere considerazioni.
La nuova moneta ceduta dallo Stato alle banche non dovrebbe essere mai
(o, almeno, in parte, se non in tutto) utilizzata da queste per comprare Titoli
pubblici ad un tasso d‟interesse superiore a quello che lo stesso Stato all‟origine
ha chiesto ad esse per la medesima (diversamente, ciò potrebbe avvenire solo
ed esclusivamente con il danaro facente parte della riserva obbligatoria o
proveniente dai depositi dei clienti o dagli utili societari realizzati): altrimenti,
come nella realtà succede, per lo Stato questo equivale a donare ricchezza “a
fondo perduto”, come si dice: il meccanismo attuale, come si può notare,
arricchisce poche famiglie, indebitando il resto della popolazione. Per lo Stato,
allora, sarebbe meglio vendere la moneta direttamente alle aziende e ai soggetti
che, a loro volta, gli offrono servizi e beni reali, lavoro, ecc., ad esempio. Così, si
porrebbe pure un freno alle speculazioni finanziarie e al perfido vantaggio
individuale, particolaristico, di avere uno Stato sovraindebitato (22)…
Crediamo di non esagerare se scriviamo che i danni provocati a livello
mondiale, in termini di umanità e di ricchezze materiali, dal nuovo liberismo o dal
monetarismo siano, se non superiori, eguali o secondi solo al nazionalsocialismo
tedesco (Hitler & C.).
Da quanto abbiamo scritto si evince che se in teoria tutti i citati problemi
non esistessero, la crisi ci sarebbe ugualmente: anzi, le banche (o meglio, il
sistema finanziario nazionale e internazionale) avrebbero più ricchezza da
rastrellare; i partiti, gli uomini di partito e gli affaristi a loro legati, avrebbero più
danaro da intascare (23). E l‟indicare, perciò, da parte di autorevoli professori,
l‟evasione fiscale quale causa principale dell‟attuale crisi economica, può essere
maliziosamente inteso come una diceria per sviare l‟attenzione dai problemi veri.
L‟economia è contaminata dalla finanza malata e drogata!
22
Ma, è vero, il discorso non considera che le varie economie nazionali oramai sono
“aperte”. Si dovrebbe, perciò, trovare qualche altro rimedio, forse.
23
… è questo il Sistema, purtroppo: sia pure con diversi meccanismi e strumenti, a livello
internazionale accade quello che succede all‟interno della Nazione; ciò, per suggerire che i
meccanismi della spesa pubblica dovrebbero essere parimenti rivisti e corretti.
Nino Marchese