Perchè la crisi | Page 13

10 “Perché la crisi” alcuna contropartita (mentre, prima, “il tutto”, o quasi, ivi compresi la problematica e il relativo risultato della politica economica adottata, poteva restare imprigionato nel circuito economico nazionale). E se sono veri i dati diffusi dalle autorità mondiali, secondo cui i flussi finanziari a livello globale equivalgono a dieci o venti volte il valore dell'economia reale, si comprende il danno che questi “mostri” della moneta sono in grado di procurare. Un'idea della forza dei padroni dell'Alta Finanza mondiale l'abbiamo avuta quando lo stesso Obama (il Presidente degli Stati Uniti!) è stato messo in serie difficoltà allorché ha tentato di realizzare delle politiche contrarie ai loro interessi. Figurarsi ciò che questi riescono a fare con nazioni più piccole o meno forti! A questo punto è doverosa fare una precisazione. La banca, come la televisione, ad esempio, non è da demonizzare: è il suo uso improprio, distorto, cattivo che fa discutere. Bisogna, perciò, cominciare a discutere in termini nuovi. Se la moneta è emessa dallo Stato ed è un bene di sua proprietà, nel momento in cui la cede ad enti pubblici e ai privati per permettere loro di produrre ricchezza-reale e di scambiarla, sempre nell‟interesse generale della collettività, ciò significa che non ha senso, anzi è contrario alla logica e al buon senso, il prelevare ricchezza monetaria e reale dal circuito nazionale e immetterla in altri circuiti (tranne, in pochi specifici casi di trattati e di cooperazione internazionali: eccezioni o convenienze che in ogni caso non devono mai contraddire la vera ragione di Stato: l‟interesse collettivo nazionale): tale azione, infatti, impoverisce l‟economia nazionale e va contro quell‟interesse generale che guida l‟azione primaria dello Stato e sta a suo fondamento, unica ragione del suo essere. Non ha nemmeno senso l‟espressione dell‟imprenditore che dice “questa è ricchezza mia e ne faccio quello che voglio!”: tutto è, infatti, subordinato all‟interesse generale sopraddetto. ricchezze da queste pretese e vantate, peraltro realizzate tramite azioni delittuose, astute e ingannevoli: il fatto che manchi il piano d‟investimenti che permetta alla Grecia di pagare “il resto”, la dice lunga, infatti; per essere più precisi: se il creditore, potendo, non mette il suo debitore in condizione di produrre quel reddito necessario a restituire il debito, significa che… ciò non gl‟interessa: tanto, altri hanno pagato o pagheranno per lui!... … e probabilmente, ironia della sorte! proprio dall‟impoverimento dell‟Europa il creditore può trarre ulteriori benefici anche politici, oltre che economici!... Nino Marchese