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“Perché la crisi”
alcuna contropartita (mentre, prima, “il tutto”, o quasi, ivi compresi la
problematica e il relativo risultato della politica economica adottata, poteva
restare imprigionato nel circuito economico nazionale).
E se sono veri i dati diffusi dalle autorità mondiali, secondo cui i flussi
finanziari a livello globale equivalgono a dieci o venti volte il valore dell'economia
reale, si comprende il danno che questi “mostri” della moneta sono in grado di
procurare. Un'idea della forza dei padroni dell'Alta Finanza mondiale l'abbiamo
avuta quando lo stesso Obama (il Presidente degli Stati Uniti!) è stato messo in
serie difficoltà allorché ha tentato di realizzare delle politiche contrarie ai loro
interessi. Figurarsi ciò che questi riescono a fare con nazioni più piccole o meno
forti!
A questo punto è doverosa fare una precisazione. La banca, come la
televisione, ad esempio, non è da demonizzare: è il suo uso improprio, distorto,
cattivo che fa discutere. Bisogna, perciò, cominciare a discutere in termini nuovi.
Se la moneta è emessa dallo Stato ed è un bene di sua proprietà, nel
momento in cui la cede ad enti pubblici e ai privati per permettere loro di
produrre ricchezza-reale e di scambiarla, sempre nell‟interesse generale della
collettività, ciò significa che non ha senso, anzi è contrario alla logica e al buon
senso, il prelevare ricchezza monetaria e reale dal circuito nazionale e
immetterla in altri circuiti (tranne, in pochi specifici casi di trattati e di
cooperazione internazionali: eccezioni o convenienze che in ogni caso non
devono mai contraddire la vera ragione di Stato: l‟interesse collettivo nazionale):
tale azione, infatti, impoverisce l‟economia nazionale e va contro quell‟interesse
generale che guida l‟azione primaria dello Stato e sta a suo fondamento, unica
ragione del suo essere. Non ha nemmeno senso l‟espressione dell‟imprenditore
che dice “questa è ricchezza mia e ne faccio quello che voglio!”: tutto è, infatti,
subordinato all‟interesse generale sopraddetto.
ricchezze da queste pretese e vantate, peraltro realizzate tramite azioni delittuose, astute e
ingannevoli: il fatto che manchi il piano d‟investimenti che permetta alla Grecia di pagare “il
resto”, la dice lunga, infatti; per essere più precisi: se il creditore, potendo, non mette il suo
debitore in condizione di produrre quel reddito necessario a restituire il debito, significa che…
ciò non gl‟interessa: tanto, altri hanno pagato o pagheranno per lui!...
… e probabilmente, ironia della sorte! proprio dall‟impoverimento dell‟Europa il creditore può
trarre ulteriori benefici anche politici, oltre che economici!...
Nino Marchese