CONFRONTO CON GLI ALTRI PAESI UE: IL GAP ITALIANO | ||
In gran parte dei Paesi europei il sistema delle revisioni dei veicoli industriali è già liberalizzato | ||
Paese |
Veicoli pesanti |
Gestione delle revisioni |
Germania |
Annuale |
Centri privati accreditati( TÜV, Dekra) |
Francia |
Annuale |
Centri privati autorizzati |
Paesi Bassi |
Annuale |
Officine private con controllo RDW |
Belgio |
Annuale |
Rete di centri tecnici privati |
Italia |
Annuale |
UMC o centri privati con ispettore UMC |
IL SISTEMA ITALIANO: RIGIDO, LENTO, DISEGUALE In Italia la revisione dei veicoli è regolata dall’ art. 80 del Codice della Strada. Per i veicoli leggeri( ≤3,5 tonnellate) il sistema è relativamente efficiente: la prima revisione avviene dopo 4 anni, poi ogni 2, e può essere svolta presso centri privati autorizzati. Ma per i veicoli industriali(> 3,5 t) la situazione è ben diversa. La revisione è annuale e può essere effettuata soltanto presso gli Uffici della Motorizzazione Civile( UMC) o presso centri privati, ma solo con la presenza fisica di un ispettore pubblico. Ed è proprio questa rigidità a creare i principali problemi: tempi di attesa in alcuni casi lunghissimi, incompatibili con le esigenze operative delle imprese di trasporto, in modo particolare per chi opera nel trasporto internazionale; disparità territoriali, con province che offrono sedute settimanali e altre che non riescono a garantirne neppure una al mese; carenza cronica di ispettori, che riduce la capacità operativa del sistema; dipendenza da una logica“ a tariffa”: le revisioni generano introiti diretti per gli UMC, creando una resistenza interna a ogni riforma. In questo |
contesto, parlare di digitalizzazione e interoperabilità su scala europea rischia di suonare come un paradosso.
CENTRI PRIVATI E GRANDI FLOTTE Negli ultimi anni si è provato a estendere la possibilità di effettuare revisioni dei veicoli pesanti anche ai centri privati. Alcune aziende, in particolare quelle con flotte numerose o reti di subvettori, hanno allestito officine interne con attrezzature e personale idoneo. Ma il nodo resta sempre lo stesso: l’ obbligo di presenza dell’ ispettore pubblico, che comporta costi aggiuntivi e rigidità di pianificazione. Secondo il Decreto Dirigenziale n. 40 del 16 febbraio 2022, il costo per una giornata di revisioni con ispettore può arrivare a oltre 500 euro( IVA esclusa). Anche considerando un massimo teorico di 24 revisioni al giorno il costo per singola revisione resta alto, senza contare quelli per attrezzature, formazione e gestione documentale. La liberalizzazione del servizio è, sulla carta, possibile. Ma nei fatti è frenata da ostacoli normativi, economici e culturali. A rendere più complesso lo scenario subentra anche il contesto generale:
|
la crisi dell’ automotive, l’ aumento dei costi di esercizio, il rallentamento degli investimenti. Le conseguenze sono dirette: l’ invecchiamento del parco veicoli, che aumenta il numero di mezzi da revisionare ogni anno; il rinvio o l’ omissione delle revisioni soprattutto da parte di operatori in difficoltà, con gravi rischi per la sicurezza e l’ operatività delle imprese; il congelamento degli investimenti nei centri revisione, pubblici e privati. Il sistema è sotto stress e da tempo, sia dal lato della domanda che da quello dell’ offerta. E la prospettiva di nuove regole europee più complesse rischia di trasformare questa tensione in una vera e propria paralisi. L’ Italia è oggi l’ unico tra i grandi Paesi UE a richiedere ancora la presenza obbligatoria di un ispettore pubblico in ogni seduta di revisione per veicoli > 3,5 t. Un modello che limita lo sviluppo del sistema e crea squilibri competitivi per gli operatori italiani. Il motivo è rintracciabile. In molti casi, le entrate da revisioni e attività tecniche sostengono le strutture territoriali della Motorizzazione, compensando la scarsità di fondi ordinari. È la dipendenza finanziaria a cui abbiamo fatto già fatto riferimento. |
97 |
TRUCK |