PARTS TRUCK Luglio/Agosto 2025 | Page 97

OGISTICA
& rasporti
CONFRONTO CON GLI ALTRI PAESI UE: IL GAP ITALIANO
In gran parte dei Paesi europei il sistema delle revisioni dei veicoli industriali è già liberalizzato
Paese
Veicoli pesanti
Gestione delle revisioni
Germania
Annuale
Centri privati accreditati( TÜV, Dekra)
Francia
Annuale
Centri privati autorizzati
Paesi Bassi
Annuale
Officine private con controllo RDW
Belgio
Annuale
Rete di centri tecnici privati
Italia
Annuale
UMC o centri privati con ispettore UMC
IL SISTEMA ITALIANO: RIGIDO, LENTO, DISEGUALE In Italia la revisione dei veicoli è regolata dall’ art. 80 del Codice della Strada. Per i veicoli leggeri( ≤3,5 tonnellate) il sistema è relativamente efficiente: la prima revisione avviene dopo 4 anni, poi ogni 2, e può essere svolta presso centri privati autorizzati. Ma per i veicoli industriali(> 3,5 t) la situazione è ben diversa. La revisione è annuale e può essere effettuata soltanto presso gli Uffici della Motorizzazione Civile( UMC) o presso centri privati, ma solo con la presenza fisica di un ispettore pubblico. Ed è proprio questa rigidità a creare i principali problemi: tempi di attesa in alcuni casi lunghissimi, incompatibili con le esigenze operative delle imprese di trasporto, in modo particolare per chi opera nel trasporto internazionale; disparità territoriali, con province che offrono sedute settimanali e altre che non riescono a garantirne neppure una al mese; carenza cronica di ispettori, che riduce la capacità operativa del sistema; dipendenza da una logica“ a tariffa”: le revisioni generano introiti diretti per gli UMC, creando una resistenza interna a ogni riforma. In questo
contesto, parlare di digitalizzazione e interoperabilità su scala europea rischia di suonare come un paradosso.
CENTRI PRIVATI E GRANDI FLOTTE Negli ultimi anni si è provato a estendere la possibilità di effettuare revisioni dei veicoli pesanti anche ai centri privati. Alcune aziende, in particolare quelle con flotte numerose o reti di subvettori, hanno allestito officine interne con attrezzature e personale idoneo. Ma il nodo resta sempre lo stesso: l’ obbligo di presenza dell’ ispettore pubblico, che comporta costi aggiuntivi e rigidità di pianificazione. Secondo il Decreto Dirigenziale n. 40 del 16 febbraio 2022, il costo per una giornata di revisioni con ispettore può arrivare a oltre 500 euro( IVA esclusa). Anche considerando un massimo teorico di 24 revisioni al giorno il costo per singola revisione resta alto, senza contare quelli per attrezzature, formazione e gestione documentale. La liberalizzazione del servizio è, sulla carta, possibile. Ma nei fatti è frenata da ostacoli normativi, economici e culturali. A rendere più complesso lo scenario subentra anche il contesto generale:
la crisi dell’ automotive, l’ aumento dei costi di esercizio, il rallentamento degli investimenti. Le conseguenze sono dirette: l’ invecchiamento del parco veicoli, che aumenta il numero di mezzi da revisionare ogni anno; il rinvio o l’ omissione delle revisioni soprattutto da parte di operatori in difficoltà, con gravi rischi per la sicurezza e l’ operatività delle imprese; il congelamento degli investimenti nei centri revisione, pubblici e privati. Il sistema è sotto stress e da tempo, sia dal lato della domanda che da quello dell’ offerta. E la prospettiva di nuove regole europee più complesse rischia di trasformare questa tensione in una vera e propria paralisi. L’ Italia è oggi l’ unico tra i grandi Paesi UE a richiedere ancora la presenza obbligatoria di un ispettore pubblico in ogni seduta di revisione per veicoli > 3,5 t. Un modello che limita lo sviluppo del sistema e crea squilibri competitivi per gli operatori italiani. Il motivo è rintracciabile. In molti casi, le entrate da revisioni e attività tecniche sostengono le strutture territoriali della Motorizzazione, compensando la scarsità di fondi ordinari. È la dipendenza finanziaria a cui abbiamo fatto già fatto riferimento.
97
TRUCK