separate per auto, veicoli commerciali leggeri e veicoli industriali.“ Nella revisione del Regolamento CO 2 che si avvicina, la Commissione sembra disposta a considerare un approccio basato sulla neutralità tecnologica”, spiega Giorda,“ Questo è un aspetto importante per noi, perché ci permette di guardare al futuro non solo in un’ ottica mono-tecnologica, ma con alternative da accostare all ' elettrificazione, che rimane mainstream ma non l ' unica soluzione possibile”. Anche perché, il mercato sta dando segnali chiari: in Paesi come Francia, Germania, Spagna e Italia la penetrazione delle auto totalmente elettriche è ancora sotto il 20 %, soglia identificata come quella degli early adopters, cioè la fascia di acquirenti più sensibile alle innovazioni. Arrivare a quote più alte( 30-50 %), senza interventi significativi, è considerato da tutti molto difficile. Paesi come Norvegia e Olanda, dove la diffusione dell’ elettrico è massiccia, rappresentano eccezioni non confrontabili con Paesi più grandi, sostenute altresì da misure di incentivo particolarmente forti.“ La transizione verso l’ elettrico deve essere più graduale e gestibile, mettendo al centro la neutralità tecnologica e la revisione dei target 2030”, sottolinea Giorda,“ Il mercato non sta accettando l’ attuale velocità di conversione all’ elettrico: se il consumatore non compra auto elettriche, l’ industria non può essere costretta a produrle per rispettare target basati su percentuali di mercato che sono fuori dalla logica e dalla portata del consumatore. Oggi siamo al 15-16 % sulle autovetture e al 4-5 % sui commerciali leggeri, quindi molto lontani dal target”.
TRANSIZIONE SOFT
Commissione e industria automotive sembrano comunque concordi nel riconoscere che l’ offerta di modelli- che oggi è corposa- non è più l’ ostacolo principale alla diffusione dell ' elettrico, mentre persistono gap di prezzo, infrastrutture e limiti di adattabilità della tecnologia ai vari contesti.“ I costruttori hanno ora numerosi modelli elettrici da offrire, ma restano significative le differenze di prezzo rispetto ai veicoli tradizionali, la carenza di infrastrutture di ricarica e la non adattabilità della tecnologia a tutte le tipologie di territorio e utenza. Non si propone un ritorno indietro, ma una serie di aggiustamenti per reimposta-
Gianmarco Giorda, Direttore Generale di ANFIA
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