forte esposizione finanziaria per la riconversione all’ elettrico, dalle tensioni commerciali tra grandi blocchi economici e, più recentemente, dagli aggressivi dazi USA. In questo quadro generale appare chiaro che l’ automotive non può più contare sulla crescita come spinta naturale.
LA NON-TRANSIZIONE
Scopriamo più nel dettaglio i risultati che emergono dalla ricerca di Bain & Company il cui sommario introduttivo è piuttosto esplicativo:“ Il settore dell’ auto è a un punto di svolta. Ma se non sapesse da che lato virare per un raggiungere un... porto sicuro? Analisi di una non-transizione”. In base allo studio, l’ intero comparto si trova a dover scendere a patti con la realtà, fronteggiando due dati di fatto fondamentali. Il primo è che è ormai certo che la produzione globale non crescerà in modo significativo ancora per molti anni, proiettando quindi una sostanziale normalizzazione, che possiamo tranquillamente definire stallo o stagnazione( addirittura recessione in alcune regioni) senza rischiare di passare per catastrofici. Il Cagr- acronimo del termine britannico Compound annual growth, ossia il tasso annuo di crescita composto, che rappresenta uno degli strumenti più utili per valutare i risultati raggiunti in un determinato periodo di tempo- del settore, in questo caso riferito ai volumi complessivi, è stato del + 3,3 % negli anni 2001-2017, ma si stima in un misero + 0,3 % nell’ arco temporale 2017-2030. Dopo oltre un ventennio di crescita costante della produzione mondiale di veicoli la cui curva sui grafici viaggiava di pari passo con quella del Pil globale, l’ avvento del Covid ha interrotto questa virtuosa correlazione, il che- come si può facilmente intuire- non è affatto un buon segnale. Oltretutto il disaccoppiamento tra queste due importanti variabili è stato ulteriormente aggravato da fattori quali la crisi dei semiconduttori e quella della logistica. Il secondo assunto con cui l’ automotive deve fare i conti è che l ' Occidente( Europa e Nord America) è destinato a una decrescita( infelice) insieme a Giappone e Corea, i quali- secondo le proiezioni- potrebbero subire dei“ se-
DOPO 20 + ANNI DI FORTE CORRELAZIONE TRA SETTORE AUTO E PIL, QUESTO RAPPORTO SI È PURTROPPO INTERROTTO CON IL COVID
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