Parts in OFFICINA Nov/Dic 2025 | Page 22

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22 La forza della RETE

In un mercato dell’ auto destinato a cambiare radicalmente, ma con un parco circolante tra i più vecchi d’ Europa, le officine indipendenti si trovano davanti grandi opportunità ed enormi sfide. Che passano dalla formazione costante alle condizioni di acquisto dei ricambi, dalle attrezzature diagnostiche allo scambio dei dati, sino alla proposta di nuovi servizi. In questo scenario, i network sono strategici, offrendo supporto e nuove opportunità di business

Ormai non fa quasi più notizia: l’ automotive zoppica vistosamente. Mentre è proiettato in una transizione verso la mobilità elettrica che procede a passo di lumaca, le immatricolazioni di vetture con alimentazione tradizionale sono al palo con l’ unico traino rappresentato dalle ibride- nelle numerose declinazioni( vedi articolo sul numero di settembreottobre di Parts in Officina)- alle quali i consumatori si rivolgono in questo momento di incertezza dominato da nuovi assetti geopolitici, oltre che economici. Uno spiraglio di luce l’ ha offerto l’ ultimo tavolo tecnico tra la Commissione Europea e i rappresentanti del mondo dell’ auto, lo scorso settembre, durante il quale la presidente Ursula von der Leyen ha rassicurato sulla revisione del regolamento che impone lo stop alla produzione di motori termici diesel e benzina a partire dal 2035. Anche se ancora non ha chiarito quando e in quali termini. Una rinegoziazione chiesta da tempo da tutte le associazioni di categoria, che auspicano la rimodulazione dei target di emissione di CO2 con“ un approccio politico pragmatico, più flessibile e tecnologicamente neutrale alla decarbonizzazione del trasporto stradale”( Acea). D’ altra parte, parliamo di una filiera che impiega quasi 14 milioni di addetti e rappresenta circa il 7 % del Pil comunitario, oltre ad avere un impatto significativo su molti altri settori come quello dell’ acciaio e dei prodotti chimici. Un comparto che ha investito oltre 250 miliardi di euro nella riconversione green e che ora chiede a gran voce di essere supportato per raggiungere gli ambiziosi obiettivi energetici.

L’ AVANZATA DELLE CINESI Approfittando di questa impasse generale, un numero sempre maggiore di modelli cinesi e asiatici è sbarcato nel Vecchio Continente alla conquista del mercato, facendosi largo prepotentemente con listini particolarmente allettanti ed equipaggiamenti sempre più ricchi. E se un tempo le linee di queste vetture poco incontravano il gusto europeo e la sicurezza dei mezzi lasciava a desiderare, oggi nella maggior parte dei casi non è più così. Una penetrazione favorita, tra l’ altro, negli ultimi anni dall’ incontrollato aumento dei prezzi medi dei modelli europei(+ 52 % dal 2013), anche nei segmenti più bassi, e dalla perdita di potere d’ acquisto delle famiglie a causa dell’ inflazione. Tornando alla diffusione di auto 100 % a batteria( BEV), l’ Italia rimane il fanalino di coda in Europa con una quota di mercato di elettriche pure di poco superiore al 5 %- dietro alla Spagna con il 7 %- a fronte una media Ue complessiva del 15,6 %, ma con alcuni Paesi virtuosi come Olanda e Belgio che vantano market share superiori al 30 %, seguite da Regno Unito( 20 %), Francia( 19 %) e Germania( 17 %). Chi ha un’ auto con un po’ di anni( e chilometri) alle spalle, dunque, preferisce tenerla e ripararla, frenato dal costo del nuovo e dal dubbio su quale motorizzazione scegliere.
IL FUTURO PROSSIMO DI AFTERMARKET E AUTORIPARAZIONE INDIPENDENTE In questo scenario l’ aftermarket e gli autoriparatori come si pongono? Se il profondo rosso delle immatricolazioni rischia di mettere in crisi i costruttori, al contrario rappresenta un’ occasione di crescita per il post-vendita e le officine. Ma al tempo stesso anche una sfida. Un parco circolante