AUTOMOTIVE E INNOVAZIONE
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Tutto ha inizio negli anni 50
Com’ è nata e cosa si intende per intelligenza artificiale? Sorprenderà scoprire che il termine è tutt’ altro che recente essendo stato coniato quasi settant’ anni fa, ancor prima che l’ uomo mettesse piede sul suolo lunare. Era, infatti, il lontano 1956 quando l’ informatico statunitense John McCarthy ne parlò in una conferenza pubblica qualificandola come“ la scienza e la progettazione del rendere le macchine capaci di simulare l’ intelligenza umana”, aprendo la strada allo studio della materia. In realtà uno dei pionieri in questo campo è stato, ancora prima, il matematico britannico Alan Turing, considerato il padre fondatore dell’ intelligenza artificiale. Nel 1950 pubblicò un articolo intitolato“ Computing Machinery and Intelligence” in cui propose il suo famoso“ Test di Turing” come un metodo per valutare la capacità di una macchina di mostrare un comportamento intelligente. Tornando ai giorni nostri l’ Unione Europea, nella fase di approvazione e stesura del cosiddetto IA Act, il Regolamento europeo sull’ intelligenza artificiale( quadro normativo comunitario che disciplina la materia orientando gli Stati membri verso un uso sicuro ed etico) l’ ha definita come l’ abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’ apprendimento, la pianificazione e la creatività. Permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepiscono, risolvere problemi e agire verso un obiettivo specifico. Il computer riceve i dati( già preparati oppure raccolti tramite sensori, come per esempio una videocamera), li processa e risponde. I sistemi di intelligenza artificiale, in sostanza, sono capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti e lavorando in autonomia. Implicitamente l’ UE ha adottato anche la precedente definizione dell’ OC- SE, l’ Organizzazione per la
Cooperazione e lo Sviluppo Economico, secondo la quale l’ IA è un“ sistema automatico progettato per operare con livelli di autonomia variabili, che può mostrare capacità di adattamento dopo la sua attivazione e che, per obiettivi espliciti o impliciti, deduce dagli impulsi che esso riceve come generare risultati quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni che possono influenzare gli ambienti fisici e virtuali”. Calandoci nello specifico del settore automotive, invece, l’ ACEA( European Automobile manufacturers Association) nel suo“ Position paper- Artificial Intelligence in the automobile industry” definisce le funzioni caratteristiche dell’ IA come“ le percezioni di un ambiente attraverso l’ acquisizione di dati, l’ interpretazione di questi, le conclusioni disegnate in base alla conoscenza o alle informazioni raccolte dai dati e decisioni in relazione a un obiettivo complesso”. motore se il guidatore è sotto l’ effetto di alcol o allertare istantaneamente i soccorsi in caso di incidente. Senza dimenticare l’ attenzione alla sostenibilità: l’“ Automobile Sapiens”, come l’ ha definita l’ Osservatorio Auto e Mobilità della Luiss Business School in una recente ricerca, è realizzata con materiali sempre più ecocompatibili attraverso tecnologie a basso impatto ambientale ed è alimentata da energia verde. Un futuro già disponibile, pronto a rivoluzionare il modo in cui viviamo la mobilità.
APPROCCIO PROATTIVO Gli interventi di manutenzione oggi possono essere evitati, anticipati e ottimizzati attraverso la manutenzione predittiva, gli aggiornamenti da remoto, i richiami automatici da parte delle Case e la diagnosi avanzata. Utilizzando algoritmi avanzati per l’ analisi dei dati provenienti dalle numerose centraline di bordo è possibile monitorare costantemente lo stato del veicolo e prevedere eventuali guasti prima che si verifichino. L’ intelligenza artificiale può raccogliere informazioni in tempo reale