Gianmarco Giorda Direttore Generale Anfia
“ Tornare al principio sempre sostenuto : essere neutrali dal punto di vista tecnologico ”
Gianmarco Giorda Direttore Generale Anfia
Sul tema “ L ’ automotive europeo e i nuovi orizzonti della transizione green e digitale ” ha fatto il punto Gianmarco Giorda , Direttore Generale di Anfia ( Associazione nazionale filiera industria automobilistica ) presentando al Parts Aftermarket Congress 2023 un focus su tre temi specifici : Euro 7 , Europa vs Cina nell ’ elettrico e piano industriale al 2030 per il settore auto in Italia . L ’ Euro 7 è uno degli standard normativi che stanno impattando di più sul settore , confermando la bulimia regolatoria degli ultimi anni in Europa : si concentra sugli inquinanti locali come NO x
, PM10 , PM23 eccetera , mentre il regolamento sulla CO 2 è già in vigore e per gli e-fuel si attende la clausola di review nel 2026 . La buona notizia è che Anfia e le omologhe associazioni europee , giudicando irricevibili le proposte iniziali della Commissione Europea con target tecnicamente infattibili e troppo onerosi per i costruttori , supportati nella trattativa anche da alcuni componentisti , hanno ottenuto attraverso diversi incontri nell ’ ambito del ‘ trilogo ’ ( la stessa Commissione , il Parlamento Europeo e il Consiglio UE ) il ritorno a standard normativi quasi in linea con il precedente Euro 6 , lavorando sulle cosiddette tre T : test di omologazione , timing di entrata in vigore e target di emissioni . L ’ Euro 7 , ha sottolineato Giorda , interessa anche la regolamentazione dei costruttori con piccoli volumi ( ad esempio Ferrari e Lamborghini ) e i limiti alle emissioni di particolato derivanti sia da sistemi frenanti sia da pneumatici : “ I contenuti iniziali sono stati rivisti totalmente ”. Qualche esempio per auto e commerciali leggeri : il regolamento per le nuove omologazioni è stato posticipato dal 2025 al 2027 e al 2029 per le immatricolazioni , con limiti emissivi simili all ’ Euro 6 , e non sono stati introdotti nuovi inquinanti . Proroghe e modifiche , soprattutto per i test che continueranno a essere effettuati al banco e non su strada , sono state ottenute anche per i veicoli pesanti . Risultati minori per i piccoli costruttori ( meno di 10mila unità l ’ anno ), con la conferma dell ’ entrata in vigore al 2030 , mentre per sistemi frenanti e pneumatici tutti i limiti e i test verranno fissati da un ente specializzato come l ’ Unece di Ginevra , anche per evitare duplicazioni normative .
“ Non vorrei dare l ’ idea che non vogliamo decarbonizzare e ridurre gli inquinanti : siamo a favore di un Euro 7 fattibile che non mini la competitività , visto che già altre normative lo stanno facendo , come il regolamento CO 2 che impone il bando di tutto ciò che non è emissione zero allo scarico nel 2035 . La speranza è che ci siano accorgimenti per tornare al principio sempre sostenuto : essere neutrali dal punto di vista tecnologico . Va bene darsi obiettivi , ma le tecnologie devono essere scelte dall ’ industria e non da chi legifera ”. La possibile invasione o conquista di importanti quote di mercato dei costruttori cinesi in Europa e in Italia sta tenendo banco : la Cina negli ultimi quattro anni ha venduto quasi 27 milioni di veicoli , un trend in crescita significativa che riguarda anche l ’ India mentre dal 2019 , anno pre-Covid , al 2022 il Vecchio Continente ha perso quasi 5 milioni di unità vendute , incluso il Regno Unito . Il trend negativo interessa anche il Giappone e gli USA , che però tengono meglio grazie anche a una serie di misure protezionistiche per le produzioni sia di veicoli che di batterie e altri componenti . La produzione europea va solo un poco meglio delle vendite e tutto ciò , secondo Giorda , mette a rischio la tenuta di parecchi stabilimenti e filiere allargate : “ Rischiamo di essere un vaso di coccio
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