Due figure del Medioevo
Il monaco
Le informazioni relative a come pensava un monaco provengono da un testo che ha scritto su di se un frate francescano di nome Salimbene. I monaci avevano avevano la certezza di vivere in un mondo ordinato grazie a Dio che lo ha costruito e le sacre scritture contenevano le risposte a tutte le domande. I monaci imparavano a memoria la Bibbia, infatti copiare o prendere appunti era molto difficile e costoso. Per la mancanza di nuovi libri su cui scrivere i monaci cancellarono molti manoscritti antichi. Salimbene, come gli altri monaci, sapeva parlare e pensare in latino. Salimbene apparteneva ad una famiglia aristocratica e sia lui che il fratello maggiore decisero di diventare Francescani: questo fu una tragedia per il padre, in quanto non aveva nessun figlio che potesse ricevere l’eredita. Inoltre la vita Francescana era considerata vergognosa dai nobili, infatti la famiglia cercò di impedirglielo così Salimbene dovette scappare da casa. Il padre si rivolse persino a Federico II e al papa, ma Salimbene ci racconta orgoglioso di aver tenuto duro. Sappiamo anche che Salimbene si vergognava a chiedere l’elemosina, ma una notte vide in sogno la madonna che mendicava. Salimbene fu costretto a mangiare cavoli per tutta la vita anche se prima di farsi frate non li mangiava perchè era uno dei cibi che a lui piaceva di meno. Salimbene dice le cose come stanno, se lo pensasse parlerebbe male anche di un papa. Salimbene durante i suoi viaggi notò una differenza nel rivolgersi alle persone: a Roma si usava solo il tu, mentre nel nord Italia veniva usato solo il voi, persino con gli animali. Salimbene era una persona molto curiosa ed attento a tutto quello che accadeva infatti nel testo che ha scritto su di se ci sono moltissimi particolari, anche poco importanti.