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Si può individuare un pensiero generale del mercante medioevale prendendo spunto da un libro scritto da Dino Compagni, mercante fiorentino vissuto tra il 200-300 d.C.. Essi era un uomo politico, mercante di panni e un imprenditore, per questo motivo non conosceva il latino e scriveva in volgare toscano. Dino inizia descrivendo la società dell'epoca in modo generale, scrivendo dei cavalieri poichè erano loro che vincevano le battaglie e,quindi, erano visti con grande ammirazione da tutto il popolo. Ai funerali, infatti, i cittadini erano seduti su stuoie mentre i cavalieri e i dottori (laureati all'università) erano seduti su panche poste più in alto.
Dino espone, inoltre, la situazione in cui si trovavano gli abitanti dell'epoca. Egli descrive, infatti, la lotta che c'era tra i guelfi e i ghibellini. In questo contesto storico nasce il governo di popolo, ovvero al vertice del comune c'era un gruppo di sei priori nominati dalle corporazioni. Questi priori stavano in carica 2 mesi, in tal modo la gente non poteva utilizzare il potere per propri interessi, abusandone.
A differenza dei cavalieri, che volevano solo fare guerra, i mercanti volevano la pace, la giustizia, poichè solo con queste caratteristiche una società può commerciare con altri paesi.
Il mercante