PANTA REI vol.1 | Page 11

9.L’OCCIDENTE VISTO DAGLI ALTRI

I crociati erano malvisti dalle popolazioni locali, in particolare dai Bizantini e dagli Arabi. Possiamo trovare una testimonianza di critica e giudizio verso i crociati nel libro di Anna Comnena, figlia dell’imperatore bizantino, Alessio Comnena. Come primo commento troviamo: “erano numerosi come le foglie e i fiori della primavera [...] Tutti emigrarono in massa”, infatti i bizantini non si aspettavano un numero così elevato di soldati occidentali e sembrava che tutto il popolo si fosse spostato per combattere. Uno dei tanti aspetti di cui Anna si lamenta è che fossero tutti capi e tutti con nomi impronunciabili: infatti i bizantini li consideravano maleducati perché non sapevano come comportarsi davanti all’imperatore, non avendo nel loro territorio una figura imperiale. Anna nei suoi scritti evidenzia anche il fatto che i preti portassero le armi, cosa neanche pensata nel territorio bizantino che vedeva la figura militare e religiosa separate. Inoltre secondo Anna solo i soldati erano mossi da motivi religiosi, mentre i capi dei vari eserciti volevano solo aumentare il loro prestigio. Invece per quanto riguarda la popolazione araba è stato ritrovato un libro scritto da un emiro che parla dell’arrivo dei crociati. Vengono considerati strani e rozzi, e soprattutto ignoranti in medicina, in quanto usassero tecniche arretrate e legate alla religione o a miti vari; ovvero, per esempio, pensavano che un trauma alla testa fosse legato alla presenza del diavolo e per curarlo aprivano il cranio, e versavano del sale nel tentativo di cacciarlo. “non hanno rispetto verso le loro donne” affermava l’emiro; inoltre si scandalizzò quando vide che non solo i cristiani rappresentavano Dio,ma che lo facessero anche sotto forma di bambino. Nonostante tutte queste lamentele, sia bizantini che arabi erano affascinati dal modo di combattere e dal coraggio dei crociati.