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3.6 che politiche di aiuto e ricostruzione di successo si basano sulla partecipazione dei sopravvissuti alle operazioni, a partire dalla Requisiti prestazionali igienico-sanitari A fianco di un quadro di riferimento esaustivo dal punto di vista dell’approccio pianificazione dei loro stessi bisogni, le autorità che forniscono gli aiuti al progetto di interventi di emergenza, ma manchevole dal punto di vista devono essere riconosciute e in qualche modo accettate dai sopravvissuti tecnico, si affiancano delle linee guida più tecniche, fornite dall’organizzazione stessi. mondiale per la salute. Sono forniti parametri tecnici, risultato di pratiche 14.Linee guida locali. Solo personale locale e qualificato può formulare passate e attenti monitoraggi sulle correnti situazioni di emergenza che, linee guida efficaci per la soluzione dei problemi post-disastro, in quanto similmente a quelli che un Regolamento Edilizio stila per il singolo comune. ogni situazione è differente per il tipo di rischio, tradizioni costruttive, Misure per l’abitare d’emergenza collettivo e singolo base economica, sistema sociale. In ogni caso è auspicabile che questo 9 testo sia la base sulla quale programmarle . 15. La superficie minima di un rifugio di emergenza dovrebbe essere di 3.5 m2 per occupante, o di 10 m3 nel caso la conformazione permetta di usare 9  Office Disaster Co-ordinator, 1982 letti a castello. 16. La distanza minima tra una brandina e l’altra non deve essere inferiore a 3.3 Campo terremotati dopo il disastroso terremoto di San Francisco del 1906. 0.75 m. 17. È richiesta un’adeguata ventilazione, tra i 20 e 30 m3 all’ora per persona. 18. La temperatura ottimale è tra i 15 e 19 °C, ma temperature inferiori possono essere tollerate con un abbigliamento adeguato. In inverno i ripari sovente necessitano di modifiche per sopportare correttamente il clima rigido. 19. Per evitare surriscaldamento nei climi caldi, è necessario provvedere a un corretto ombreggiamento, una buona ventilazione e capacità termica (nel caso di adeguamento di strutture pesanti esistenti). 20. Un lavandino ogni 10 persone o 4-5 m di lavandoni ogni 100 persone è la quantità minima per consentire una corretta igiene personale ed evitare il propagarsi di epidemie. Inoltre sono necessari una doccia ogni 50 persone in climi temperati e una doccia ogni 30 persone per quelli caldi. 21. Qualora non si disponga di scarichi fognari esistenti, le latrine a perdere dovranno essere posti entro 50 m dai moduli abitativi e ad almeno 20 m da 57