NUOVA FINESTRA_Febbraio 2024 | Page 58

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Rita D ’ Alessandro , ingegnere libero professionista , è membro di Commissioni e Gruppi di Lavoro normativi UNI e CEN in rappresentanza del comparto delle finiture d ’ interni , tra cui il CEN / TC 33 “ Doors , windows and shutters ” e relativi WG 1 “ Windows and doors ”, WG 3 “ Blinds and shutters ” e WG 7 “ Burglary resistance ”. A livello UNI è vicepresidente della CT 022 “ Legno ” e membro del GL 12 “ Porte , Finestre e Chiusure oscuranti ”, del GL 08 “ Serramenti apribili resistenti al fuoco ”, della CT 002 “ Acustica ” e della CT 054 “ Vetro ”. Svolge attività di docenza ai corsi formativi per posatori e tecnici ed è relatrice a seminari e convegni per produttori , professionisti , imprese . È membro della Commissione Acustica dell ’ Ordine Professionale degli Ingegneri della Provincia di Milano e della Commissione Prezzi Opere Edili della Camera di Commercio di Milano , Lodi , Monza e Brianza per il settore serramenti . L ’ esperienza professionale in ambito tecnico-normativo ha avuto inizio nel comparto degli isolanti termici e acustici per l ’ edilizia , dove ha operato per circa un decennio alle dipendenze di una holding francese . Dal 1996 ha avviato la libera professione assumendo incarichi di consulenza tecnico-normativa per una primaria associazione nazionale del comparto finiture d ’ interni , di ricerca e sviluppo prodotti , di progettazione termo-acustica , di CTU e CTP per aziende e imprese edili , di sviluppo manualistica , articoli e pareri tecnici su specifici temi , quali il Regolamento Europeo Prodotti da Costruzione e la relativa marcatura CE dei prodotti , la posa in opera dei serramenti , la resistenza all ’ effrazione delle porte d ’ ingresso , la sicurezza di sistemi vetrati , il risparmio energetico e l ’ acustica in edilizia , il comportamento al fuoco di prodotti e sistemi , ecc . Nel 2018 ha ricevuto da parte di UNI il Premio Paolo Scolari quale riconoscimento per il contributo apportato allo sviluppo della normativa tecnica .
lative alla resistenza all ’ impatto da corpo duro ed eventualmente , da corpo molle , nonché alla capacità portante residua post-rottura . Il metodo di prova della grandine descritto in UNI 11895 , così come i limiti di accettazione , sono stati desunti , come si accennava in apertura , dalla UNI 10890 relativa ai lucernari di materiale plastico , ed è finalizzato a simulare l ’ impatto di chicchi di grandine proiettati a determinate velocità , in funzione della classe di resistenza che il fabbricante intende raggiungere . La differenza più significativa tra quanto riportato nelle due norme , dovuta alla tipologia e alla natura del materiale oggetto di test , consiste nel condizionamento del campione di prova : mentre per i lucernari di materiale plastico , oltre al condizionamento standard ( campione conservato in ambiente a temperatura compresa tra 18 ° C e 25 ° C per 24 ore prima del test ) può essere previsto un ulteriore trattamento con ghiaccio tritato per valutarne la resistenza allo sbalzo termico , per le superfici vetrate è specificato che le la temperatura di prova deve essere funzione , ove possibile , delle reali condizioni di impiego in termini di destinazione d ’ uso e di condizioni climatiche , per meglio rappresentare il comportamento dei materiali in opera . Il campione deve essere conservato alla temperatura di prova stabilita in accordo con il fabbricante per 12 ore prima dell ’ esecuzione del test . Il chicco di grandine è schematizzato da una pallina di forma sferica di poliammide ( PA 6.6 , quindi particolarmente rigida ) di diametro e massa predefiniti , con superficie liscia e senza difetti ( anche se nella realtà le forme , le dimensioni e il conseguente peso che un chicco di grandine può assumere sono svariate …). Il campione di prova , quale potrebbe essere appunto una finestra da tetto , viene installato in conformità alle istruzioni del fabbricante , in modo da riprodurre le reali condizioni di posa in opera e successivamente colpito dalla sfera lanciata in direzione ortogonale alla superficie di impatto ( anche se nella realtà la direzione di impatto può essere del tutto casuale …), alla velocità corrispondente alla classe di resistenza richiesta . La posizione di impatto deve essere pertinente con le zone in cui è più probabile la rottura della vetrata ( 3 differenti zone – bordo di fissaggio , angoli o spigoli , superficie centrale ) e devono essere effettuati almeno 3 lanci per ogni singola zona . Le velocità di impatto e le relative classi di resistenza alla grandine sono riportate in Tab . 2 .
TABELLA 2
CLASSI DI RESISTENZA ALLA GRANDINE E RELATIVE VELOCITÀ DI IMPATTO
CLASSE DI RESISTENZA
VELOCITÀ DI IMPATTO DELLA SFERA ( V = M / S )
CORRISPONDENTE VELOCITÀ ESPRESSA IN KM / H
Classe 11 11 (+ 0,5 / -0 ) 40 (÷ ~ 41 ) Classe 15 15 (+ 0,7 / -0 ) 54 (÷ ~ 57 ) Classe 19 19 (+ 0,8 / -0 ) 68 (÷ ~ 71 ) Classe V ( a ) V ( a ) (+ 0,8 / -0 ) --- ( a ) velocità di prova della sfera
Come si può osservare , è possibile ottenere classi anche maggiori della 19 , che probabilmente più si avvicinano alla rappresentazione reale dei fenomeni atmosferici manifestatisi nel corso del 2023 , anche perché l ’ attrezzatura di prova che determina la velocità può ( e deve ) essere calibrata fino a 40 m / s ( circa 140 km / h ). La prova si ritiene superata se sono verificate tutte e tre le condizioni seguenti :
• il vetro rimane in sede e non vi è attraversamento della sfera ;
• le dimensioni e la massa di eventuali frammenti di vetro che cadono dal campione di prova non devono essere rispettivamente maggiori di 70 mm e 50 g ;
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