NON LIEU OC PRESS | Page 18

Sorrido compiaciuto. Lei probabilmente immagina che sia un sorriso di approvazione per la sua meta, che
sto gongolando stupidamente per aver indovinato destinazione e ragione del suo viaggio. Non mi era mai capitato di avere un riscontro sulle mie“ vite passeggere” degli aeroporti. Per un po’ parliamo di Barcellona. È stato un bene tirare fuori questo argomento, ci tiene lontani da quelli personali: non amo parlare di me e
di estranei o conoscenti. La presunta Chiara sembra una persona interessante e chiacchieriamo senza sosta mentre ci dirigiamo verso la zona imbarchi. Scopriamo che i nostri voli partono da due gate vicini. Ci sediamo
insieme, lei si rende conto che non ci siamo presentati:
- Io mi chiamo Chiara.- Io Alberto.- E cosa fai a Catania?
Il momento tanto temuto, quello delle domande personali, in realtà mi disturba meno del previsto. Chiara mi piace, ha un bel carattere, è allegra, spigliata e gestisce bene i tempi del dialogo sapendo quando parlare e quando ascoltare. Le racconto di cosa mi occupo e devo essere stato molto convincente, visto
racconta cosa fa e scopro che non è una studentessa, ma lavora per un’ azienda che si occupa di forniture
supposizioni iniziali sulla sua vita e all’ unico errore che
- Sì, lo so, non è un lavoro esaltante.- No, che dici, anzi immagino che avrete clienti in tutta Italia e ti capita di parlare con tante persone.- Sì, questo è vero. Abbiamo un cliente anche a Catania. A proposito, prima te lo stavo per chiedere, ma poi abbiamo parlato di altro. Come mai sei venuto a Milano?- Sono stato al concerto dei Radiohead lo scorso venerdì e poi sono rimasto qualche giorno in più da mio fratello che abita qui da tre anni.- Bello, io non li conosco bene. Invece sabato sono stata al concerto di Tiziano Ferro. Tiziano Ferro. Chiara- adesso sono certo che ti chiami così- perché mi hai chiesto di farti compagnia? Se ci fossimo fermati agli sguardi e ai sorrisi, per me saresti rimasta una ragazza carina che andava a trovare un’ amica a Barcellona. Certo, avrei creduto erroneamente che tu fossi ancora una studentessa, ma non mi avresti spezzato il cuore così, con due parole:“ Tiziano” e“ Ferro”.
Improvvisamente è diventata noiosa, parla e ascolto distrattamente. Forse mi racconta della sua famiglia, mi fa vedere delle foto di bambini, forse i suoi nipoti, non ricordo. Mi alzo continuamente, per prendere un altro
vuota, e guardo continuamente l’ orologio, come se il mio sguardo potesse accelerare il tempo.
- mo, lei mi ringrazia per la compagnia e io rispondo con
alzarmi. Questa volta lei non mi sorride.
Mentre si allontana ho un improvviso rigurgito di umanità. Il clima asettico e disumano degli aeroporti ha contagiato anche me. Per anni ho inventato storie su persone sconosciute per sentirle più vicine a me, ho sopportato la vicinanza di persone di cui avevo immaper Salvini e passione per le danze latino-americane, e adesso, per aver sentito nominare Tiziano Ferro, mi comporto in questo modo? Neanche avesse detto“ Laura Pausini”! Mi alzo, la rincorro e la chiamo:
- Chiara! Se passi da Catania, chiamami. Segnati il mio numero.- Certo, ti faccio uno squillo, così hai anche il mio per la prossima volta che vieni a Milano.- Grazie anche a te della compagnia.
Le do un bacio e poi ci separiamo, lei si dirige verso il gate, io verso il tavolo del bar dove ho lasciato incustodita la mia valigia. Continuiamo entrambi a voltarci, mentre andiamo in direzioni opposte. Stavolta mi sorride con il telefono all’ orecchio. Ricevo lo squillo. So che non la chiamerò e che lei non mi chiamerà, ma mi infastidisce l’ idea che tra qualche anno, scorrendo la rubrica, trovi il suo nome e non mi ricordi di lei. Per questo, quando ho registrato il suo numero, oltre a mettere nome e cognome, nelle note ho aggiunto:“ Nel 2017 è stata al concerto di Tiziano Ferro a Milano”.
18