My first Publication Sottosopra numero 3 | Page 7

Ci troviamo in un contesto in cui tutti sem- brano voler risolvere la crisi ambientale: negli ultimi mesi abbiamo visto le piazze riempirsi di giovani che percepivano l’urgenza di at- tivarsi di fronte al cambiamento climatico in atto, abbiamo visto movimenti in tutto il mon- do chiedere ai propri governi di prendere provvedimenti e persino la classe dirigente ha iniziato a parlare di green economy. Come mai, secondo te, proprio ora un movimen- to come quello NoTav subisce una nuova pesante ondata repressiva, nonostante anni di lavoro per la difesa attiva del territorio e del suo ecosistema che andrebbero distrutti da un’opera tanto inutile quanto inquinante? “Perché evidentemente è sempre orientata in senso ostinato e contrario a questi profitti e a questo modello di sviluppo che cambia maschera e vestito a seconda della comod- ità. È bellissimo che i giovani si muovano, sono una forza futura reale, e loro cercano di ad- domesticarla e di metterla in silenzio o di il- luderla con la questione della green economy che noi ormai conosciamo perché è un nuo- vo modo per far profitto sui diritti di tutti e so- prattutto un modo per cercare di isolare un discorso ambientale astratto da uno di tipo sociale. Io credo che le due cose debbano andare insieme perché altrimenti sono men- zogne. Il movimento NoTav dice esattamente questo, cioè che là dove ci sono i grandi profit- ti non ci può essere né giustizia sociale né giustizia ambientale. Allora il movimento che dice queste cose diventa anche un pericolo culturale oltre che concreto e reale, perché la loro forza sta nella menzogna, nella bugia, nel devastare il mondo facendo finta di metterlo a posto. Quando noi diciamo che ol progresso è quella cosa che continua ad andare avanti devastando il mondo, creando rovine, e con- tro di questo noi rivendichiamo il senso del limite, loro lo sentono in una delle sue tante sfaccettature che è il limite ai loro profitti che vorrebbero infiniti. E quindi ecco perché il mov- imento NoTav bisogna metterlo in silenzio”. 7