My first Publication Sottosopra numero 3 | Page 5

“CONTRO L’INGIUSTIZIA DEL POTERE LA RESISTENZA E’ UN DOVERE” INTERVISTA A NICOLETTA DOSIO “Ci sono due parole che ritornano frequentemente nei nostri discorsi: anzi, sono le parole chiave dei nostri discorsi. Queste due parole sono ‘sviluppo’ e ‘progresso’. […] Bisogna as- solutamente chiarire il senso di queste due parole e il loro rapporto, se vogliamo capirci in una discussione che riguarda molto da vicino la nostra vita anche quotidiana e fisica.” P. P. Pasolini Quando sentiamo la classe dominante par- larci di tutela dell’ambiente, del territorio, della salute, ricordiamoci del progetto di Alta Ve- locità Torino-Lione. Ricordiamoci che mentre si dicono preoccupati per la salvaguardia del pianeta e dei suoi cittadini, mentre blaterano di green economy e scendono nelle piazze a protestare contro il cambiamento climatico, vogliono devastare una valle costruendoci un’opera inutile, costosissima e dannosa per l’ambiente e la sua popolazione. Ricordiamoci che per il raggiungimento dei loro unici scopi di profitto, di sviluppo, sono disposti a mettere in atto un feroce dispositivo di criminalizzazi- one e repressione che da decenni continua a colpire chiunque si opponga, come i solidali e gli attivisti del Movimento NoTav. Per questo, dopo le ennesime sentenze di carcerazione contro chi difende la Val Susa dallo sfruttamento del capitale, abbiamo sen- tito l’esigenza di intervistare Nicoletta Dosio, una dei dodici NoTav condannati a un anno di reclusione per aver partecipato, ben sette anni fa, alla giornata “Oggi paga Monti”. Era infatti il 3 marzo 2012, quando il movimento NoTav decise di organizzare una mobilitazi- one pacifica in risposta alle dichiarazione di Monti di prosecuzione dell’opera. Un centi- naio di persone tra valsusini e non, si riversò nell’autostrada Torino-Bardonecchia e sol- levò le sbarre del casello di Avigliana che por- tano in valle, liberando così per qualche minu- to quella tratta dal pedaggio. Fu un chiaro segnale che la Val Susa diede alla società Sitaf, proprietaria di quella trat- ta autostradale e complice nella costruzi- one dell’Alta Velocità, che per quel giorno si dovette accontentare di far qualche spiccio di profitto in meno; e soprattutto fu la risposta che un’opposizione popolare dal basso volle dare al governo e all’Unione Europea che nei mesi precedenti avevano dimostrato di vol- er l’opera anche a costo di espropriare con la forza i terreni dei contadini (fino a ferire gravemente un compagno) e di militarizzare permanentemente un intero paese. Fu una giornata che, nonostante il clima pe- sante vissuto negli ultimi anni, si concluse senza scontri o momenti di tensione, ma che oggi sta portando in carcere con l’accusa di “violenza privata e interruzione di pubblico servizio” dodici persone. Un’accusa infonda- ta e tutta politica che cerca di annientare chi lotta per la giustizia sociale e per la reale sal- vaguardia dell’ambiente, chi lotta per il pro- gresso. Nicoletta è una di noi, è una professoressa di lettere in pensione e un’abitante della valle che resiste, oltre che storica attivista del Mov- imento e militante di Potere al Popolo!, che non ha paura di esprimere il proprio dissen- so. Come ha ribadito nella conferenza stam- pa tenuta sotto il Tribunale di Torino qualche giorno fa, ha deciso di non richiedere alcuna misura alternativa al carcere, perché ricono- sce come assolutamente legittima la sua con- dotta, perché a 73 anni non ha alcuna paura di questo infame potere. E noi non possiamo che esserle grati per questo suo esempio. – – – Il movimento NoTav può essere considerato a tutti gli effetti uno dei movimenti più lon- gevi ed eterogenei del nostro Paese: in tren- tatré anni quella che poteva essere una lot- ta circoscritta di una comunità ‘’periferica’’ come la Val di Susa per la difesa della pro- pria terra, ha saputo allargarsi, radicarsi nel territorio, raccogliere la solidarietà in tutta la penisola, essere di esempio per altre lotte ‘’gemelle’’ (come il NoTap e NoMuos) e attra- versare generazioni, di valsusini e non. Quali sono state le pratiche più efficaci, i momenti più significativi, e soprattutto il percorso che 5