My first Publication Sottosopra numero 3 | Page 4

UNITO prepara alla guerrA Negli ultimi mesi UniTo ha avviato una serie di progetti “green” che s’inseriscono all’inter- no del contesto generato dalle mobilitazioni di Friday for Future, allo stesso tempo da anni è stata attivata la SUISS (Scuola Universitar- ia Interdipartimentale in Scienze Strategiche) che non è altro che una scuola che prepara alla guerra. Perché metto in relazione ques- tione ambientale e guerra? Semplicemente perché sono due aspetti incompatibili tra loro e chi vuole tenerli insieme – UniTo in questo caso – non può che subordinare l’uno all’altro. Per capire quale dei due aspetti è secondar- io basta distinguere gli obiettivi strategici dal “marketing”. Ma qualcuno potrebbe pensare che cosa c’entra la SUISS con la guerra? La scuola è stata inaugurata nel 2009 ed è la prima di- rettamente collegata al Ministero della difesa, unica in Italia, prepara figure “a tutela degli interessi strategici nazionali e internaziona- li”. Cosa intendono per “interessi strategici”? Attualmente l’esercito italiano è impegnato in missioni come l’Active defence, una missione che ha l’obiettivo di incrementare la difesa aerea turca da parte della NATO a segui- to del peggioramento delle condizioni di si- curezza dell’area a ridosso del confine turco con la Siria. La missione, avviata il 1 gennaio 2008, oggi è ancora attiva nonostante tutte le prese di distanza da Erdogan, povero chi ancora si beve queste chiacchiere. Non è tut- to. I militari italiani sono presenti anche in Mali e in Somalia nell’ambito dell’European Union Training mission, in Marocco, in Libano, in Iraq e in Libia. Proprio qualche giorno fa è stato abbattuto un drone italiano che volava su territorio libico. Questi sono tutti obiettivi stra- tegici dello Stato italiano, dell’Unione Europea e della NATO che gli studenti e i militari della SUISS si preparano ad affrontare al meglio. Non è solo la guerra guerreggiata a devas- tare popoli e territori, come sappiamo oggi nel mondo non mancano gli scenari di conflitto militare ma anche quando non è combattuta sul campo la guerra è causa di un enorme spreco di risorse naturali: produrre armi, carri armati, aerei, droni, radar e addestrare gio- vani studenti allo scopo di assoggettare altri popoli agli interessi delle potenze occiden- tali invece che impiegare quelle risorse per costruire scuole, ospedali, teatri o musei è ciò che rende incompatibile la guerra con la nat- ura. Utilizzano le risorse naturali per procura- re distruzione e poi ci raccontano che queste sono limitate o scarse, quindi saremmo noi gli sciagurati egoisti che si dimenticano il led del- la TV acceso e causano così i cambiamenti cli- matici. Un trucco che serve solo a nascondere le enormi responsabilità che hanno le istituz- 4 ioni nei riguardi dell’inquinamento e che ci fa credere di essere individualmente responsa- bili della distruzione dell’ambiente naturale. Mi risulta difficile capire come si possa co- niugare la faccia “green” che UniTo si vuole dare con un cuore così grigio e indissolubil- mente legato alla sopraffazione dei popoli e alla devastazione d’interi territori, è evidente che se UniTo ha un ruolo nel portare avanti gli obiettivi strategici e questi entrano in con- tradizione con la questione ambientale allo- ra quest’ultima diventa secondaria e quindi è solo “marketing”. Ogni volta che metto piede a Palazzo Nuovo e mi capita di vedere i nuovi contenitori della raccolta differenziata, piuttosto che l’Ufficio green nella Palazzina Aldo Moro mi vengono in mente gli antichi greci che durante la guer- ra del Peloponneso inventarono la cortina fu- mogena, oppure quando per conquistare Troia si nascosero in quel famoso cavallo di legno. I prodotti bio nelle macchinette delle mer- endine hanno il sapore dell’esercito di Giulio Cesare nascosto sulle sponde del fiume Allier, questa faccia “green” che la nostra università sta cercando di darsi sembra proprio l’anti- ca tattica dell’inganno militare: una cortina di fumo verde che nasconde un esercito di mili- tari in formazione. Quella tattica che ci arriva da Sun Tzu e approda fin dentro i piani stra- tegici di UniTo, ma nel 2019 è ancora il caso di farsi ingannare da un trucco così banale? Forse è arrivato il momento di guardare ai fatti e cogliere l’attimo opportuno per conte- starli. Dum loquimur, fugerit invida aetas: car- pe diem, quan minimum credula postero. Vercingetorige