My first Magazine Repertorio BES 2018 | Page 8

1) Alunni con background migratorio Gli alunni con background migratorio molto spesso necessitano di interventi ad hoc relativi all'apprendimento della lingua italiana per sviluppare in prima istanza la lingua della comunicazione interpersonale e la lingua dello studio 1 finalizzata all'uso del linguaggio specifico delle discipline. Spetta al team dei docenti/Consiglio di classe confrontarsi sulle strategie didattiche da adottare per facilitare l’apprendimento dei contenuti minimi e dei linguaggi settoriali e sulle modalità di valutazione. Il DPR 394/99 2 attribuisce di fatto al Collegio docenti il delicato compito di provvedere: • al necessario adattamento dei programmi d’insegnamento; • all’individuazione di specifici interventi individualizzati o per gruppi di alunni-studenti. Ciononostante, lo strumento individuato dalle scuole per l'attuazione di specifici interventi individualizzati è il PDP, o Piano Didattico Personalizzato 3 . Si tratta di una pratica maggiormente diffusa nella scuola primaria e nella secondaria di primo grado, di cui occorre definire l'ambito di applicazione anche alla luce delle indicazioni ministeriali al riguardo. Gli alunni-studenti con cittadinanza non italiana necessitano innanzitutto di interventi didattici relativi all'apprendimento della lingua, che la scuola può attivare a livello organizzativo su indicazione del Collegio dei docenti anche utilizzando le risorse sul territorio 4 ed eventualmente tramite la formalizzazione di un Piano Didattico Personalizzato. In assenza di certificazione clinica, la normativa conferisce la competenza e la responsabilità pedagogica ai Consigli di classe o ai team docenti per osservare e rilevare difficoltà nell'ambito dell'apprendimento (distinguendo tra ordinarie difficoltà e gravi difficoltà); in caso di gravi difficoltà, il team dei docenti/Consiglio di classe può concordare l’adozione di particolari strategie didattiche che comportano la compilazione e l'adozione di un PDP. 1 Per sviluppare in maniera soddisfacente la lingua della comunicazione interpersonale, un alunno non italofono impiega circa due o tre anni, per sviluppare invece quella dello studio e quella finalizzata all’apprendimento disciplinare sono necessari tra i cinque e i sette anni. Si tratta di tempi di cui ovviamente anche i processi valutativi devono tenere conto, per evitare che l’alunno si trovi di fronte a grandi difficoltà a causa di un gap linguistico di cui non è in alcun modo responsabile (da Vademecum per l'integrazione realizzato a cura dei Servizi pedagogici del Dipartimento istruzione e Formazione della Provincia di Bolzano). 2 L'art.45 del DPR 349/99 costituisce un punto di riferimento per l'iscrizione e l'inserimento degli alunni stranieri e per l'organizzazione degli interventi di integrazione. Il comma 4 determina la competenza del Collegio dei docenti in riferimento ad adattamento dei programmi, interventi individualizzati e predisposizione di corsi intensivi di lingua italiana sulla base di specifici progetti. 3 Per approfondimenti si veda la sezione PDP: Piano Didattico Personalizzato. 4 A questo riguardo, si ricorda che i Centri linguistici attivano corsi di lingua per alunni e studenti stranieri e ne comunicano l'attivazione alle scuole. 7