My first Magazine Gdr ita Legio 2018 di Qwein Molinari Michele 3.6 | Page 25

armature, non sopravviverebbero a lungo in pieno mediterraneo. Una lotta contro il tempo, l’intera struttura arde, unica via per domare l’incendio, spedire fuori bordo ciò che resta dei velacci e del sartiame. La vela si sgancia e cade pesantemente in mare spegnendosi, fortunatamente resta legata ad una corda e potrà essere in parte recuperata. L’albero e alcuni legacci incendiati, potranno essere spenti agilmente. In questo caso la situazione sarà grave da districare, con mezza vela, senza nessun marinaio esperto in navigazione in mare aperto. Non resta che buttare i corpi degli schiavi e dei caduti in mare e tentare di proseguire alla bene meglio, mentre la nave pirata si allontana, unico riferimento il calare e il sorgere del sole. Ma la fortuna è benevola con i personaggi. In entrambi i casi tre notti dopo, in lontananza una luce sopra il livello del mare, finalmente un punto di riferimento (per rendere più patos, lasciamo i neo marinai ad una quasi totale disperazione). COLPO DI FORTUNA: Fortuna vuole che si tratti del gigantesco Pharos di Alessandria. Non ci vuole molto per attraccare nel molo principale, attivo anche di notte, ma nessuna traccia di persone calve nelle vicinanze. Quando un ragazzino moro, lacero e denutrito, si avvicina e in latino stentato, chiede se siete quelli Inquirum Strigis, e ricevuto risposta, cambiando quasi tono di voce, come per darsi un contegno, chiede di mostrargli il sigillo. Dice di essere un servo di Festus, ma dalle apparenze pare più uno schiavo, e vi invita a seguirlo. ALESSANDRIA: Poco lontano un carro a quattro ruote, trainato da una coppia di buoi vi attende (Eventuali feriti gravi potranno essere soccorsi a casa di Festus). Alessandria è immensa, case di ogni genere e stile, ma è chiara l’impronta romana, infatti attraversate diverse ville patrizie, le terme, fino a giungere alla villa di Festus, riccamente adornata, una pessima imitazione dei gusti romani. Il ragazzino si precipita all’interno, e dopo pochi minuti, escono una sequela di servi, e dietro questi, con fare goffo un uomo grasso sulla cinquantina, quasi calv o, con una tunica azzurra, questi buffando per lo sforzo, raggiunti i personaggi, invita ad entrare, presentandosi come Festus Abonetreus, ordinando ai servi di provvedere agli ospiti ed ai feriti, mandando a chiamare il medicus locale immediatamente. LA VILLA: Festus appare felice di vedervi, ma non tanto per la vostra venuta quanto di liberarsi velocemente di un onere impostogli da Roma. I giocatori, vengono medicati, lavati e rivestiti con tuniche pulite, mentre i servi provvedono a ripulire e ungere armi e armature. Festus in vostro onore, ordina di preparare un banchetto, e in breve i servi provvedono alla bisogna, dice di scusarlo se non è venuto personalmente al molo, ma ha da diverso tempo un gonfiore al piede gli da dolori allucinanti, impedendogli di compiere lunghi tratti a piedi. Dopo il pasto la conversazione entra nel merito dei fatti. Festus dice che da circa due mesi, accadono fatti strani nella cittadina, ronde armate che normalmente eseguono il pattugliamento cittadino, sono scomparse nel nulla, strani furti e strane sparizioni, solo una volta, in un punto dove chiaramente era avvenuta battaglia, abbiamo trovato una tavoletta di cera, poi asciugandosi il mento lordo , ordina in egizio ad un servo di provvedere, questi corre a prendere un pezzo di stoffa, e lo porge al padrone. All’interno legata c’è una tavoletta di cera, ma le incisioni che ci sono sopra, non sono di nessuna lingua conosciuta, ma quello che è peggio, vi è disegnata chiaramente un pezzo della zona cittadina, i bastioni esterni, e con due x, le postazioni difensive. Da questo ho dedotto che la cosa potesse avere un certo interesse per l’imperatore, e dopo ho avuto ordini di attendervi e informarvi dell’accaduto. POLITIA: Il dialogo prosegue, il padrone di casa spiega che a questi fatti, si somma un piccolo problema locale, da diverso tempo, il malumore serpeggia ad Alessandria, proprio nel periodo dell’elezione dell’Eparca cittadino, una sorta di ministro del culto locale, con poteri governativi, poi con una pausa aggiunge - sempre comunque sotto il controllo romano. Diverso tempo addietro l’Eparca è morto a seguito di un incidente, è stato trovato con il collo spezzato nella sua abitazione, ma si è trattato soltanto di un banale incidente, una caduta dalle scale, era una persona piuttosto anziana. Ora a contendersi il titolo, vi sono due persone, una è Farabonus, fautore della pace e dell’unione a Roma, peraltro nelle grazie del Dux di Alessandria, è stato lui di fatto a lasciare una forte somma in contanti per abbellire la piazza centrale, l’altro e Detanubis, che Ra se lo porti negli inferi, questo cane rabbioso, da diverso tempo incita le folle contro il domi . . . fa una pausa, em . . . . il protettorato romano. LA SCOMPARSA: Ma i guai non finiscono qui, ora c’è di peggio amici miei, da una settimana Farabonus è misteriosamente scomparso dalla sua villa sul Nilo, e sciocche dicerie locali parlano della vendetta del dio Anubi, adirato per aver scelto la via della pace e della sottomissione dl suo popolo. Questo a soli venti giorni dalle elezioni pubbliche dell’Eparca. Appena potrete viaggiare, andremo sul posto, vi ci porterò di persona, si trova a due giorni di cammello da qui, nel frattempo siete miei ospiti. I giocatori, potrebbero scegliere di visitare Alessandria per curare eventuali ferite nel frattempo, e potrebbero anche cacciasi nei guai. SPEDIZIONE DI RECUPERO: Giunto il momento di partire, Festus si dice impossibilitato a venire a causa del dolore al piede, ma vi concede l’uso dei suoi servi e animali per farvi da guida. Partenza, ogni giocatore, dovrà evitare brutali cadute, o morsi da parte degli animali, che appaiono restii ad andare verso la zona desertica. Un oasi di strada, vi fornisce riparo e possibilità di dissetarvi per la notte, l’indomani, verso il tramonto, dopo aver viaggiato tutto il giorno sotto un sole cocente, dovendo togliere le armature e appenderle alle selle degli animali, per non arrostirvi, arrivate sulle sponde del fiume Nilo, un’immensa distesa di acqua, e tra palme e alberi da frutta appare una villa in chiaro stile romano. LA VILLA DI FARABONUS: Avanzando non vi sono servi , ma legionari, alcuni di questi sono intenti a saccheggiare la dispensa e il vino della villa, infatti neanche si accorgono di voi, se non quando vi trovate faccia a faccia. Il meno ubriaco, con i distinti di Veteranus, si avvicina e saluta col braccio teso, poi senza attendere domande. - Sono Demetrios Panarea, comando questo manipolo a sorveglianza della villa, poi fa una pausa osservando i propri commilitoni e continua. - Pare che una decina di giorni addietro vi sia stato un rapimento, di un ricco commerciante locale, dicendo questo accenna ad un sorriso, due servi sono stati trovati uccisi, con le membra strappate, nulla di preoccupante, ma abbiamo arrestato due servi che sicuramente hanno visto i fatti, che al momento si trovavano nella villa, e non sono fuggiti come glia altri, ….. stupidi, ora come minimo aspetta loro la morte. I DUE SOSPETTI: Si trovano nella cantina, sotto massima sorveglianza. In effetti un ragazzo senza barba e un uomo anziano cieco, sono tenuti prigionieri nella polverosa cantina, piena di botti di vino, alcune anche recentemente squarciate, inondando il pavimento di vino e rendendo l’atmosfera quasi irrespirabile. Un legionario addormentato per terra sarebbe la guardia che li sorveglia. Il ragazzo presenta diversi segni di frusta e pestaggi, tanto che ha un occhio completamente chiuso. Il Veteranus, dice che non ha voluto parlare, ai giocatori ci vorrà poco per capire che il ragazzo è muto, ma con garbo e gentilezza, sarà disposto a disegnare sulla polvere i fatti così come li ha visti. Il disegno, raffigura Anubi il dio con la testa di coyote, che prende un uomo e lo porta con se, attorno al dio ci sono altre figure armate . Di più il ragazzo non riesce ad essere chiaro, dicendo di essersi nascosto dentro una botte per la raccolta dell’acqua fuori della casa. Gli altri servi sono fuggiti. Il vecchio cieco, non ha visto nulla, ma narra di aver udito u na lingua strana, diversa dal comune, e aver toccato un uomo, prima di ricevere un colpo con la spada, per fortuna di piatto sulla testa. Il ragazzo a gesti indica una direzione fuori della villa, verso il deserto sabbioso, e in effetti puntando nella direzione, anche se cancellate quasi del tutto, si intravede un a pista, forse una ventina di uomini, che indossavano strani calzari. INDIZIO: Uno dei legionari, un locale, dice che in quella direzione c’è la valle di Haasha, un posto malvagio, una valle sacra. Nessun locale, oserà mettervi piede, tanto meno i portatori, potrete comunque rifarvi come grado sui legionari, che comunque opporranno resistenza, adducendo che hanno ricevuto ordine di piantonare la villa e non allontanarsi per nessun motivo o ragione senza ordine del Dux di Alessandria, e in effetti hanno una pergamena con ordine scritto. Potrete comunque requisire i cavalli dei legionari, meno adatti al deserto, ma più sicuri come andatura. Le tracce, si vanno perdendo, ma per fortuna in alcuni punti, sono ancora leggibili.