AVANTI: Man mano si avanza la nebbia alterna schiarite a punti talmente fitti che i rumori si perdono, diventano ovattati, ben presto le mura del vallo diventano indistinte e scompaiono. Perfino i cavalli restano silenziosi quasi timorosi di irriverenza a produrre un suono eccessivo. Secondo la mappa anche se antiquata, a nemmeno 15 miglia dovrebbero incontrare Vetustus, un castra abbandonato da almeno 100 anni.
VETUSTUS: Apparso come dal nulla, le ancora alte mura del castra si innalzano davanti i giocatori, come grossi giganti immobili apparsi all’ improvviso. Il tutto è a pezzi, edifici crollati, alcuni con chiari segni di bruciatura, le porte divelte, un ambiente reso ancora più spettrale da rivoli di nebbia che si insinuano ovunque, ma avanzando nella piazza non si può fare a meno di notare cose strane. Resti e carcasse di animali, pelli stese, e i resti di grandi falò, la cenere anche a un occhio inesperto rivela che non possono essere passati più di 10 giorni. Non ce nulla che possa servire.
BRUTTI INCONTRI: Un numero di barbari con pennellate di blu sul volto attacca i nostri eroi, ne consegue un combattimento per salvarsi la vita. Valore medio caratteristiche 8 danni arma 7 armatura 2.
VERSO IL VALLO DI ADRIANO: Il Viaggio si presenta tranquillo ma in un atmosfera pesante, la nebbia bagna le armi e i vestiti, e il morale è piuttosto basso. Occorrerà accamparsi la notte lungo la via. E qui in più di un occasione si potranno intravedere delle figure che si muovono nella nebbia, ma ad un eventuale controllo, nessuna traccia. Dopo una settimana di viaggio nella nebbia i giocatori saranno preda dello sconforto più totale.
CEMBALI: Il suono di cembali( piatti di ottone) battuti nella nebbia, il primo suono dopo tanto viaggiare, proviene distante davanti i giocatori, secondo la mappa non dovrebbe esserci nessun villaggio. Oramai è notte, dovrebbero accamparsi ma con questa novità non vi saranno luoghi sicuri dove farlo. Avanzando si vedranno fuochi e luci, torce ardono conficcate in pali su un’ ampia distesa. E con sorpresa giungono voci in latino un poco desueto, antico.
LA LEGIONE PERDUTA: Legionari romani, armati di tutto punto restano immobili in ordine di parata, divisi per linee, davanti i comandanti, si intravedono perfino le insegne anche se non se ne può leggere il nome. Avanzando con cautela per spiarli o richiamando i legionari questi non risponderanno, se ne staranno immobili.
Raggiunti da vicino, con stupore scopriranno che sono scheletri, scheletri che indossano elmi, spade e scudi romani, anche se arrugginiti e consunti. Le loro orbite vuote sono inespressive e ogni cosa che vorranno fare non si muoveranno. Se ne resteranno immobili.
Eppure paiono pronti a combattere, reparti schierati, circa 8.000 fanti. Le corazze recano lo stemma delle ali d’ aquila, in disuso dalla fine di Cesare. I Primpili recano sul’ insegna I ° Legio Minervia. La legione perduta 200 anni prima. Immobili statue, eppure si udivano voci, parevano legionari in vita, ora appaiono nella nebbia come figure orrende, spettrali, ma in lontananza le voci si sentono ancora, un centurione sta strigliando un soldato reo di non avere l ' armatura in ordine. Muovendosi verso le voci smetteranno e si troveranno altri scheletri irti in piedi fermi immobili.
CEMBALI: Intanto il suono dei cembali è ora più vicina e continua incessante il suo suono sgraziato. Seguendo il suono si giungerà in vista di palizzate, una sorta di piccolo fortino circolare.
All’ interno arde una grande pira di fuoco, e ombre vi danzano attorno proiettandosi alte. Su una collina un fuoco azzurro arde alto, attorno a esso danza come impazzito un uomo semi nudo dipinto di blu. A ogni passo grida in una lingua sconosciuta e ogni grido provoca un irrobustirsi della nebbia. Figure si innalzano dal terreno, prendono forma e silenti si dirigono verso il campo dei Legionari. Sono soldati con le insegne di Roma, le armi logore, i corpi scheletriti.
IL DRUIDO: Da 5 mesi un Druido sta adoperandosi per utilizzare una grande magia, e attraverso fuochi magici ha intrapreso un rito che ha generato delle nebbie magiche, grazie a queste ha potuto riportare a una non vita un intera legione di soldati Romani. I resti ora sono delle marionette nelle sue mani, e con essi si presta ad attaccare il vallo di Costantino.
Di fatto i legionari Romani cedettero in un imboscata, ad opera dei britannica e dei Druidi, attraverso una magia fu dissimulato una strada sicura mentre di fatto finirono inghiottiti da sabbie mobili in una palude, e le loro anime non ricevettero mai una degna sepoltura. I loro spiriti ora danzano impennandosi dalla pira e sempre più chiari appaiono i volti contorti nei fumi di quei disperati che gridano silenti vendetta.
Se i giocatori vorranno attaccare il druido parlerà in un latino perfetto, e la sua voce parrà venire forte e chiara da ogni dove.“ Vi aspettavo da mesi, oramai è troppo tardi.. si strappa dal collo un sacchetto e lo lancia tra le fiamme davanti a lui. Il sacchetto raggiunge la pira e questa esplode dilaniando il druido stesso che cade a terra a pochi metri dai giocatori con il sorriso sul volto.
I CORNI DI MARCIA: Suonano i segnali, i corni da battaglia che chiamano alla marcia le legioni. Il clangore di ottomila uomini che si mettono in riga seguiti da un coro di voci... ROMA!!!! Sul posto non vi sono altri druidi e il rito appare completato, quel che resta della pira non da indizi, ma indietro verso il Vallo di Costantino un armata di legionari non morti marcia in assetto da guerra. Se si avvicineranno ai soldati questi li ignoreranno anche se saranno attaccati. Spade, frecce, tutto pare inutile, teschi tibie, si spezzano, il soldato cade ma poi le ossa si ricompongono si risaldano e questi riprende la sua marcia.
CEMBALI: Quando tutto appare inutile si ode nuovamente il suono di cembali battuti. Il druido è morto chi la suona? Non certo il vento di nuovo un ritmo regolare. Tornando sui propri passi, il suono viene oltre la fortezza circolare, oltre un fitto boschetto vi sono i resti di un insediamento, un villaggio. Il suono cessa improvvisamente. E davanti ai giocatori tra i resti marci dei legni del villaggio una figura corre nella foresta. Ne consegue un inseguimento. Ma per quanto corrano non riusciranno mai a raggiungere la figura che appare vestita da soldato romano.
Questa si perde tra i boschi. Cala lo sconforto ma tornando sui propri passi non troveranno solo i cimbali, ma i resti di un legionario, ossa semi sepolte e un elmo al cui interno inciso in punta di coltello appare la scritta Cornelio Decimo. Guardando meglio l ' elmo questi appare crestato e non certo l ' elmo di un soldato, ma ha i fregi di un comandante di legione.
Solo prendendo le ossa e indossando i resti dell ' armatura portandosi all ' inizio della colonna in marcia, questa si arresterà. Dando gli ordini giusti, la nebbia mulinerà e rivoli dalla forma umana si proietteranno su ogni scheletro, che cadrà a terra scomposto. Ma poi la nebbia pian piano formerà i volti, i corpi di quegli antichi legionari, e anche se composti di rivoli di nebbia, riavranno il loro antico aspetto.
Un ultimo rivolo di nebbia colpirà i resti del comandante di legione che si unirà agli uomini. Eseguito il saluto di Roma si vedranno i sorrisi di quei soldati, i volti rilassati non più sofferenti. Il suono di un corno rompe il silenzio, e il suono che lascia libere le truppe. Rivoli di fumo salgono in cielo vorticanti per sparire.
Un ultimo grido, un coro di ottomila voci.. PER ROMA!!!!