LA PARTENZA: Viene fissata pochi giorni dopo, direzione il porto di Napoulus, contrariamente a membri del suo rango, che si spostano con carri con servi, e comodità al seguito, il Senatore pretende un cavallo, un grosso castrato bianco di dimensioni notevoli. Si presenta alla partenza in Gravis Lorica e con le insegne di un Centurione, l’ armatura appare consunta, e gli sta di sigillo. Perfino i suoi servi restano esterrefatti quando annuncia loro di non volere il seguito, e rinuncia alle vesti con la toga del senato. Il viaggio prosegue rapido, più di quanto si aspettassero i giocatori, e sebbene è evidente che il Senatore accusa qualche dolore alla schiena, mantiene una grande andatura. Addirittura la prima notte, anziché sostare nelle locande, pretenderà di accamparsi, dormendo avvolto nel semplice mantello. Questo obbligherà il drappello intero a un giorno in più di sosta, per i dolori che il Senatore accuserà il giorno dopo, obbligandoli a una tappa di un giorno in più in una locanda. Il Senatore pare comunque divertito, racconta davanti al fuoco episodi delle sue battaglie, di quando era giovane, e lo fa con modi che lo fanno sembrare più un soldato di bassa lega che un augusto senatore di Roma.
L ' AGGUATO: Il viaggio prosegue, e mancano soltanto poche ore di cammino per arrivare a Napoulus, quando lungo una stretta via circondata da fitti alberi, uno di questi crolla sbarrando la strada, e facendo impennare uno dei cavalli dei giocatori, con conseguente rischio di caduta. Si tratta di una trappola, un gruppo di briganti in cerca d’ oro. Sono in sette, sbucano dagli alberi a lato, 4 ai lati, 2 dietro e uno oltre l’ albero abbattuto. Il Senatore, invece di starsene in disparte, spronando il cavallo, con un salto poderoso scavalca il grande albero abbattuto, poi sguaina la spada e con un colpo preciso mozza la testa al bandito che si trovava sulla sua strada. Ha inizio un combattimento cruento, ma è chiaro da come si muove e dagli ordini che sta impartendo che il Senatore si trova nel suo elemento. Difatti dopo una prima scaramuccia i briganti vista l’ irruenza si daranno alla fuga. La fatica più grossa sarà fare a pezzi il pesante albero che sbarra la via su ordine dello stesso Senatore.
NAPOULUS: Il porto e la città di Napoulus con sfondo il Vesuvius, sono sempre uno spettacolo, e la città, allegra e ricca, offre di tutto, anche se i borseggiatori, abilissimi si aggirano a caccia di sprovveduti. Avvicinandosi al porto, profumi di pesce marinato, fritto e caramellato nel miele impone una piccola sosta. E il Senatore non disdegna le prelibatezze e il pregiato vino mielato che le molte bancarelle offrono a prezzi bassissimi, strizzando gli occhi e palpeggiando una grassa matrona dal senso prosperoso che gli sorrideva. Al porto una grossa galera, una nave da guerra attende il Senatore e il suo seguito. Assieme alla pesante nave un piccolo mercantile farà la stessa rotta usufruendo della fortunata scorta della nave da guerra. Il mare e calmo, e il vento soffia favorevolmente. I marinai come i soldati della galera sono cordiali, alcuni giocano ai dadi piccole somme o a morra, e il Senatore ne viene attratto come una falena verso il fuoco e vince e perde senza batter ciglio.
BISANZIO:. Il porto, enorme come la città, venite accolti con tutti gli onori, ali di folla si sono dati convegno per ricevere il Senatore, che non può qui fare a meno di indossare la veste che lo distinguono. Ai lati più per rappresentanza che per contenere la gente che appare cordiale ci sono guardie armate che salutano restando ferme sulle loro posizioni. Dal canto suo il Senatore tra i carri presenti ne sceglie uno scoperto, e nel tragitto per raggiungere il castello, lancia sesterzi al passaggio alla folla da un piccolo scrigno. Questo innesca un po’ di parapiglia ma anche molte lodi verso il Senatore. In città pare tutto seguire il programma, come il rapporto con i dignitari e rappresentanti della corte di Bisanzio, cosi come nella presentazione del candidato. Al banchetto in onore del Senatore, anche indagando, tutti attendono con tranquillità l’ elezione del Dux cittadino, e non vi sono problemi in tal senso. Di fatto Festo Tullio, oramai anziano e malato, ha già da tempo lasciato le redini del governo cittadino in mano a colui che a giorni sarà eletto, e i giocatori verranno a sapere che di fatto si tratta di un figlio illegittimo dello stesso Festo Tullio. Dal canto suo Patro Desesto, appare subito un baldo giovane, abile nella politica, dal viso onesto e pulito, anche senza una grande esperienza militare, vista la sua giovane età. Ciò che traspare e come in pubblico il Senatore si ponga, seguendo quasi alla lettera l’ etichetta, tanto quasi da apparire diverso, anche se vistosamente forzato. In città viene proclamata una settimana di festa, viene emessa un ultima legge cittadina dal vecchio Dux, mentre presenta agli ospiti Patro Desesto, ovvero per i due anni a venire tutti i cittadini che avranno più di sei figli registrati ufficialmente, non avranno obbligo di pagare tasse o gabelle. Questo comporta un atmosfera di gioia tra la popolazione. Viene fissato tra i presenti domani l ' ufficializzazione dell’ evento, e il banchetto sta volgendo al termine. Qualche dignitario ubriaco è già finito sotto la tavola in preda ai fumi del prelibato vino, lo stesso Senatore appare piuttosto barcollante.
IL TERREMOTO: Una violenta scossa di terremoto sconvolge l’ atmosfera, l’ intero edificio trema, alcuni stucchi cadono dal soffitto, provocando grida e panico tra i presenti. Fortunatamente cosi come è venuto si placa rapidamente. Il Senatore impartisce ai servi l’ ordine di riferire immediatamente su possibili danni alla popolazione. Molti servi partono, e la sala tende a spopolarsi, la festa è finita. Un soldato arriva e parla sommessamente al Senatore, che si alza in piedi e comunica a gran voce ai pochi presenti.“ Mi riferiscono ora che in tutta Bisanzio non vi sono stati crolli, solo una persona e deceduta a seguito del crollo di un cornicione, oltre qualche ferito non grave, quindi vi prego di brindare con me agli dei che hanno protetto la città”.
A LETTO: Il Senatore si ritira nelle sue stanze del castello, una ricca camera piena di mobili pregiati, e ai giocatori vengono assegnate camere attigue. La notte passa serenamente, per quanta guardia i personaggio possano fare. L ' indomani il Senatore vestito di tutto punto come dovesse scontrarsi in battaglia, armatura lucida, spada nel fodero, entra velocemente nella camera dei giocatori, manca un ara all’ alba. Intima a tutti di alzarsi vestirsi di tutto punto e seguirlo. Dietro di lui una figura strana, un uomo grassoccio semicalvo, indossa un semplice saio azzurro e due semplici sandali. Attenderà che siate pronti. Quando secondo lui lo sarete dirà:“ Avanti vecchio cristiano, senza timori, di a loro quello che hai detto a me poco fa!”.
IL TEMPIO: Il vecchio con fare reverente ma per nulla intimorito, schiaritosi la gola dice che in seguito alla scossa di ieri sera, il pavimento di un tempio cristiano che sorgeva sulle fondamenta di un antico tempio pagano, e crollato nel pavimento sotto la navata per un buon 30 passi. L’ intero edificio è stato pervaso da un odore di morte. Ma non e tutto, ben presto fu chiaro che sotto vi era come una stanza dedita a un culto malevolo, e che corridoi e stanze si diramavano la sotto. Cominciammo le procedure di benedizione per consacrare il luogo, ma vi fu un grido, poi come un soffio d’ aria venuto dal nulla ci scaraventò a qualche metro, e figure evanescenti, spettri di natura orrenda e maligna presero a balenare nell’ aria come impazziti sopra la voragine. Radunammo altri credenti e da allora recitiamo continue preghiere attorno il foro, e di fatto le creature vi restano come imprigionate. Ma non possiamo smettere, potrebbero uscire i demoni dell’ inferno da quella voragine maledetta.
INFARTO: Messo al corrente dalle guardie di quanto accaduto, Festo Tullio si precipita ansimante verso la stanza del Senatore e non trovandolo va in quella dai giocatori. Ha saputo del problema. Ma giunto in prossimità del Senatore, viene colpito da un pallore innaturale, si stringe il braccio sinistro, e poi il petto, sgrana gli occhi e cade a terra. Vengono chiamati subito i medici. Ma Festo vuole parlare convinto che questa sarà per lui la fine. Rantolando“ Non dovevo, io ho la colpa, gli dei mi perdonino, ho concesso io ai cristiani di far sorgere la quel tempio …. Dicevano fossero solo leggende …. La non vi era un tempio, ma un sigillo, una prigione. Da tempo immemorabile ci tramandiamo questa storia, e Patro ne sarebbe stato messo al corrente alla sua incoronazione. Io non vi ho mai creduto. Il suo respiro diventa debole e fatica a respirare vistosamente. Se la leggenda dice il vero, la sotto vi è un sigillo, un oggetto che impedisce ai demoni di lasciare l’ inferno, ma il terremoto. In un ultimo gesto come ad abbracciare l’ aria smette di respirare e muore.
LA REALTA ': Sotto nel foro, generazioni di esseri millenari tenuti prigionieri stanno prendendo consistenza da uno stato di spettri, ogni momento che passa diventano parte di questo piano d’ esistenza. Ora sono molto deboli, e come spettri non riescono a uscire come