My first Magazine Gdr ita Legio 2018 di Qwein Molinari Michele 3.6 | Page 17
ostile. Con una sola legione per noi sarebbe una disfatta. Una guerra civile, aggiunge l’Imperatore, inevitabile per evitare la caduta di
Roma in mano ad un mago barbaro e rinnegato.
MARCIA SU ROMA: Partenza . . . .i contadini abbandonano gli attrezzi nei campi, vedendo passare le imponenti truppe della legione,
guidate dall’Imperatore e Ottaviano. L’Imperatore ha optato per una marcia forzata senza vettovagliamenti al seguito, dopo un giorno e
mezzo di marcia in prossimità di Capua, oltre il Fiume Calore, una doccia gelata raffredda gli animi, le insegne della I Legio Giunone e
II Legio Pretoria, assieme a quelle della III Legio Menervia e la IV Legio Minervia, svettano oltre la riva, in un immenso accampamento
da campagna. Più avanti il ponte di Capua. Uno squillo di trombe fa arrestare la lunga colonna, un altro squillo e questa si apre in
assetto da guerra. Mentre dall’altra sponda del fiume, altri squilli di tromba danno gli stessi ordini. Vicini e se pur lontani gli
schieramenti si osservano imponenti anche se con un rapporto di forze di quattro a uno. Passano veloci i minuti, in uno stato di
tensione assoluta, l’Imperatore tace, così pure gli altri, d’un tratto dall’altra riva del fiume, uno squillo breve seguito da due interrotti, il
segnale di voler parlamentare, con un cenno l’Imperatore fa rispondere al medesimo squillo in eguali note.
UNA DIFFICILE TRATTATIVA: Dalle file avversarie, un legionario si avvicina al fiume, si spoglia completamente, e si tuffa a nuoto e
riguadagna la riva opposta, indeciso se salutare o no, si avvicina all’Imperatore e dice : “ Ho ordine e per questo ti prego di non
volermene, di riferirti gli ordini impostomi dal Comandante delle Legioni Centrali - titolo che prima era di Ottaviano - Servo Pulvio - su
ordine diretto del ‘Imperatore (dicendo questo il legionario ha un attimo di esitazione e non riesce a guardare l'imperatore negli occhi)
Chiede la resa immediata tua e del tuo comandante Ottaviano, questo al solo scopo di evitare un inutile morte delle tue legioni in
notevole inferiorità numerica, sarà risparmiata la vita e sarà mantenuto il grado a coloro che abiureranno il tuo comando, avete quattro
giorni di tempo per la resa incondizionata, sappiate che tra due giorni giungeranno qui la I Legio Priama e dal sud altre due legioni
stanno marciando contro di voi. Non avendo ricevuta risposta alcuna, detto questo porge il saluto e si rituffa nel fiume riguadagnando
la riva opposta.
LA SCELTA: L’Imperatore fa predisporre il campo, e appare chiara la sua decisione di morire sul campo come pure di Ottaviano, ma
vuole i membri della Inquirum Strigis nella sua tenda. Le speranze per Roma e per l'impero sono nelle mani ora della Inquirum Strigis,
Lucio Settimio Severo da ordine di raggiungere Roma, e smascherare l’impostore prima della disfatta. Solo loro possono avere la
speranza di smascherare un mago. Ai giocatori cavalcando anche di parte della notte, occorreranno due giorni per raggiungere Roma,
con cavalli freschi. Non sarà facile Guadare il fiume, Servo Pulvio non è stupido, e ha disseminato picchetti in tutti i guadi possibili nel
raggio di molte miglia, e proprio in uno di questi guadi, i giocatori dovranno combattere in un rapporto di forze di 1 : 1. Per proseguire
indisturbati verso Roma.
CAOS: Raggiunta la capitale, vi regna il caos più assoluto, non vi sono legioni o fanti alla sua presidia, tolti sparuti drappelli
insufficienti, e una parte della città sta bruciando, quindi molti saranno i legionari impegnati a domare gli incendi, nel rione povero. O
almeno così credono i giocatori la città è semi deserta, e pochi sono quelli disposti a proferire parola, se non presi con la forza. In
breve i giocatori scopriranno che non si tratta di incendi, quelle colonne di fumo nei rioni poveri, ma di gigantesche pire volute
dall’Imperatore per mettere al rogo i cristiani, e su ordine dello stesso ogni cittadino romano dovrà assistere alla purificazione del dio
Marte.
GUERRA CIVILE: Lungo le vie soldati e cittadini combattono piccole e sparute battaglie. Se i giocatori cercheranno l’imperatore a
palazzo, non lo troveranno, solo pochi servi impauriti. Ma lo troveranno nel rione cristiano, dove già da qualche miglio, oltre al fumo, si
avverte un odore acre di carne umana. Avvicinatisi, si avvertirà il calore prodotto da gigantesche pire, sulle quali ardono i corpi di
cristiani, legati e ammassati, sotto lo sguardo vitreo e attonito dei presenti, alcuni piangono, altri sono svenuti a terra, un odore di carne
bruciata, sangue, vomito aleggia nell’aria, e sopra uno scranno rialzato, circondato da guardie, il falso Imperatore, plaude all’evento
sorseggiando vino.
TROPPI AVVERSARI: Il mago è molto potente, ma non potrà usare la sua magia, a meno di svelare il suo vero volto, egli possiede
tutti i riti avanzati. Ma potrà ordinare alle guardie pretoriane di combattere per lui in un rapporto di 4 a 1 rispetto i giocatori. Ai giocatori,
con poco tempo a disposizione creare un finale adeguato, con astuzia o forza. Attaccandolo a distanza, un aurea magica, lo
proteggerà dal colpo, ma lo obbligherà a rivelare le sue reali forme. A quel punto le guardie pretoriane resteranno ferme, interdette. Il
mago alza le mani al cielo e questi pare illuminarsi e aprirsi in un gigantesco cerchio di nubi, ma una freccia partita inchioda il mago
allo scranno e il cielo torna normale. Tutto si arresta, cessano i combattimenti.
CORSA CONTRO IL TEMPO: Stanchi, feriti, assieme a altri porta ordini, partono le missive per fermare le legioni. Per salvare
l'imperatore e Ottaviano, impedire la guerra. Non sarà facile cavalcare continuamente fintanto le bestie non cadono a terra stremate
prive di vita. Difficile sarà convincere i comandi delle Legioni dei nuovi ordini, essi sono consapevoli che uccidendo l'Imperatore
qualcuno di loro potrebbe proclamarsi Duce, e prendere il controllo dell'Impero. Starà ai giocatori convincerli a restare nei ranghi.
Successivamente ritorno e festa a Roma con l'Imperatore Lucio Settimio Severo che entra a Roma al comando delle Legioni.
QWEIN
TERZA AVVENTURA
IL SIGILLO
LA PREPARAZIONE : I giocatori saranno avvertiti con un mese d’anticipo sulla missione, permettendo loro
come premio di gozzovigliare per Roma, preparandosi all’evento, che essendo di una certa rilevanza li
obbligherà a armature e uniformi da parata, non che un brevi corso attraverso gli insegnamenti del più
illustre maestro di cerimonia della capitale Tito Proverbius. Individuo grassoccio, che insegnerà l’uso “civile”
durante i pasti, e come rivolgersi correttamente a persone illustri, le posizioni da tenere, a quanti passi, se
sulla destra o sinistra. Il tipo manifestamente pederastra vestito con stoffe colorate e tante mossettine.
LA MISSIONE: Scortare a Bisanzio Il Senatore Manlio Enlio Dimetro, ufficialmente più che una reale missione, un premio, quale
riconoscimento del salvataggio della vita dell’Imperatore Lucio Settimio Severo. Il viaggio, lento con servi e comodità al seguito,
prevede 2 settimane alternatosi sui carri e sui cavalli. La via è praticabile, le strade ciottolate, e rese sicure da un andirivieni di
contingenti. Nella possente e immensa città, ogni sette anni il Dux cittadino, colui che governa le forze locali, viene rieletto dal consiglio
cittadino sotto l’osservanza di precise regole e il vaglio di un Senatore Romano, a garanzia che tutto avvenga secondo le regole.
IIL SENATORE: Tipo stranamente alla buona, chiaramente un ex militare, e dai modi, appare chiaro che il titolo non e certo stato avuto
tramite eredità, quanto conquistato sui campi di battaglia. Già oltre la cinquantina, capelli bianchi portati corti alla moda di Cesare,
asciutto e di carnagione abbronzata, naso aquilino, insomma il tipico romano. Anche la vistosa cicatrice sulla guancia sinistra viene
portata con fierezza, come una medaglia al valore. Il Senatore vive in una villa fuori Roma, con tantissimi contadini, la cosa insolita e
che tutti appaiono dei liberti, ovvero non schiavi , ma persone libere. Accoglierà prima della partenza i giocatori nella sua villa, offrendo
loro vitto e alloggio senza economie. La villa molto bella ha perfino le terme personali. E il Senatore ha apertamente un buon numero di
concubine, non è sposato, cosa insolita per un rappresentante del senato. Ma diversi ragazzini che si aggirano nella villa portano
inconfondibilmente il suo naso.