cabile la «preparazione per il riutilizzo» su tutto il territorio nazionale.
La ricerca di visibilità di tutti questi soggetti riuniti in associazio-
ne è finalizzata soprattutto a un riordino legislativo, è motivata con
il valore sociale del commercio dell’usato, capace di incidere sulla
riduzione dei rifiuti.
Da quell’esperienza sono nate diverse attività, analisi sul territorio,
diverse interlocuzioni con le amministrazioni locali, la misurazione
dell’impatto ambientale del riuso attraverso analisi Lca (Life Cicle
Assessment) finalizzata a valutare la riduzione di emissioni climalte-
ranti, grazie al prolungamento della vita dei beni usati venduti nelle
grandi catene di intermediazione.
Tutta questa vicenda ha finito, probabilmente, per generare anche
confusione. Nella percezione del cittadino comune, infatti, i centri di
riuso, i mercatini dell’usato, i mercatini di beneficenza, hanno finito
per occupare lo stesso spazio simbolico e tutte le esperienze vengono
spesso definite come mercatini dell’usato (quando non del riciclo...),
dove la connessione tra circolazione di beni usati e riduzione dei rifiuti
sono le uniche due polarità caratterizzanti un insieme di esperienze
e di azioni che presentano, oltre che punti di connessione, anche ele-
menti di distinzione.
Ma più che ridurre i rifiuti
il valore è creare lavoro
Mentre in Italia avviene tutto questo, in altre parti d’Europa le
esperienze dei centri di riuso si sviluppano e stabilizzano. Alla loro
nascita contribuiscono le amministrazioni locali, grazie a ipotesi di
lavoro spesso più articolate che le nostre dichiarazioni sulla riduzione
dei rifiuti.
Il caso delle
Fiandre
3 | Dobbiamo
questi dati
ad Annemie
Hendrickx
che ha svolto
uno studio
specifico sui
centri di riuso
delle Fiandre.
Uno dei soggetti che opera nelle Fiandre, che scegliamo qui a mo’ di
esempio, Opniew & Co, nasce nel 1995, grazie a partner quali: Ufficio
governativo federale dell’economia sociale; Comunità Fiamminga -
Regione; Provincia; Comuni; Agenzia del lavoro; Servizi sociali, che
arrivano a coprire, fino al 2014, il 65% del costo di gestione, e dal 2014
a oggi il 45% (3) .
Il motivo per cui tanti soggetti contribuiscono è contenuto nella
vision:
Fare impresa con le persone al centro, con attenzione per l’ambiente
e in modo responsabile, assicura lo sviluppo delle persone