My first Magazine Animazione Sociale | Page 91

quinto e ultimo posto della graduatoria.
Si tratta di uno schema a cui le amministrazioni locali devono giocoforza adattarsi; i documenti di pianificazione sui rifiuti si riempiono, da quel momento, di riferimenti alla prevenzione e al riutilizzo. Le azioni che vengono promosse rimangono però spesso al livello sperimentale, vengono coinvolti soggetti volontari che presto esauriscono le proprie forze; insomma, le conseguenze delle dichiarazioni contenute nei documenti formali sono spesso poco significative. Alle sperimentazioni, inoltre, non è quasi mai collegato un sistema di monitoraggio e valutazione che consenta di apprendere dagli errori e far evolvere proposte e azioni.
In Italia la narrazione del riuso resta di stampo ambientalista
Negli anni ʼ80 l’ industria di massa e il consumismo accrescono il numero di oggetti scartati ma ancora utilizzabili.
89 animazione sociale 315
A questo punto della storia è come se tutto il mondo dell’ usato, con le sue pratiche, il suo immaginario, la sua cultura, venisse inglobato in una narrazione ambientalista che ha al centro la prevenzione nella produzione di rifiuti.
Nel 2011 in Italia nasce anche un’ alleanza che coinvolge tutti gli operatori dell’ usato: soggetti accomunati dal fatto di commercializzare beni usati, ma provenienti da tradizioni molto diverse tra loro. Nella rete Onu( Operatori nazionali dell’ usato), infatti, si ritrovano sia gli ambulanti e i rigattieri tradizionali, sia i rappresentanti di rovistatori e raccoglitori informali, sia le catene commerciali nate negli anni’ 90 e i pochi centri di riuso.
Lo stare insieme è motivato soprattutto dai vuoti legislativi, ad esempio per quanto riguarda il commercio dell’ usato, che fa sì che ambulanti e rigattieri operino spesso sulla soglia della legalità. Anche i centri di riuso vivono in una sorta di limbo, dal momento che sono ancora mancanti i decreti attuativi( 2) che rendano effettivamente prati-
2 | I decreti attuativi della legge 205 continuano a mancare. Tuttavia, nel dicembre 2015, il cosiddetto « Collegato ambientale », Legge del 28 dicembre 2015, n. 221, disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’ uso eccessivo di risorse naturali, stabilisce alcune procedure per consentire il riuso degli oggetti purché si individuino, nei centri di raccolta, delle aree distinte, in modo che il flusso dei beni sia nettamente distinto dal flusso dei rifiuti.