Per mangiare, un paio
di possibilità: l’osteria di
don Gallo e una locanda
nel ghetto.
dedicato a Fabrizio De Andrè. Uno spazio
non grande dove sono esposti dischi in vi-
nile originali, fotografie, libri e locandine
e da cui può iniziare un trekking urbano
nel centro storico, allo scopo di ricercare i
luoghi più significativi del percorso umano
e artistico dei cantautori.
Secondo alcune guide turistiche l’itine-
rario che ripercorre le vie storiche care a
De Andrè e agli altri interpreti della scuola
genovese richiede una camminata tra car-
ruggi e piazzette di circa due ore. Qualche
esempio: i punti «dove il sole del buon Dio
non dà i suoi raggi», tra via del Campo e
la moderna piazza De Ferrari; la Foce, ci-
tata ne Le acciughe fanno il pallone, il Roby
Bar, ritrovo di artisti e personaggi bizzarri
tra via Cecchi e Casaregis; poi vico Dritto
di Ponticello, oggi fagocitato da piazza
Dante, cantato nella colorita A dumene-
ga, in cui nell’antica Genova si teneva la
processione «domenicale» delle prostitute;
infine Boccadasse, suggestivo borgo ma-
rinaro dove abitavano Gino Paoli in una
mansarda sul mare e Ciacola, la protago-
nista de La Gatta.
La città del porto antico
da tempo ai primi posti tra i ristoranti
consigliati da TripAdvisor a Genova. Ha
prezzi contenuti e un menù tradizionale
rivisitato. Provate la loro focaccia.
In entrambi i locali presentatevi la sera
con questa copia di rivista e vedrete che
gli splendidi gestori di queste due locande
uno sconto ve lo offriranno.
La città dei cantautori
Qualunque trattoria abbiate scelto, fate
una passeggiata per raggiungere via del
Campo 29 rosso, dove si trova il museo
Al porto antico, l’Acquario ospita
12mila esemplari di 600 specie diverse,
che si possono ammirare in ambienti che
riproducono i loro habitat naturali. È il più
grande acquario italiano e il secondo in
Europa. Famoso è il Padiglione dei cetacei
progettato da Renzo Piano. Qui si possono
osservare i mammiferi marini da un tunnel
seminterrato.
Il Museo del mare è il più gran-
de museo marittimo del Mediterraneo.
All’interno imbarcazioni di ogni dimen-
sione e tipologia, strumenti e carte nau-
tiche. Attraverso postazioni multimediali
e interattive, il museo offre al visitato-
di don Gallo ci tengono a far sapere che
solo loro hanno l’àncora appesa fuori dal
locale. La trattoria prende il nome dal faro
che domina il porto. Costruito nel 1543 è il
secondo più alto d’Europa, e contattando
l’associazione «Giovani Urbanisti» della
Fondazione Mario e Giorgio Labò si può
prendere parte a una visita guidata.
La Locanda degli Adorno, già recen-
sita dalla rivista (n. 301, 2016). Si trova in
pieno centro storico in una parte risanata
nell’ambito di un contratto di quartiere
che ha interessato la zona del Ghetto. È