e vi a
GENOVA
PER NOI
Raccogliendo la suggestione iniziale
di Giorgio Sordelli, nel 2010 Animazione
Sociale ha iniziato a raccontare le «locande
sociali»: luoghi dove si fa buona cucina, si
produce inclusione, si alimenta socialità.
Numero dopo numero, ne abbiamo recen-
site 80, realizzando una mappa di trattorie,
agriturismi, circoli dove attraverso il cibo
si creano opportunità di lavoro per perso-
ne altrimenti escluse, gestiti con criteri no
profit da associazioni, cooperative, gruppi
di cittadini/e, ecc.
Il senso dell’operazione era suscitare
interesse verso operazioni commerciali
coraggiose. Ci siamo trovati di fronte a
gestori con le idee chiare, in molti casi
abbiamo fatto splendidi incontri. A distan-
za di tempo alcune realtà hanno chiuso i
battenti, altre si sono trasformate, altre
semplicemente ci sono sfuggite (per ora).
Da questo numero di rivista vogliamo
fare di più: aprendo due rubriche.
La prima l’abbiamo chiamata “Come
viandanti”. Intende esplorare l’anima so-
ciale delle città. Siamo consapevoli che esi-
stono innumerevoli guide dedicate a angoli
nascosti, botteghe misteriose, spazi insoli-
ti, ma vorremmo provare a creare sentieri
di turismo sociale, rivolti a quanti amano
visitare le città con l’animo del viandante,
aperto agli incontri e all’inatteso.
La seconda, come il lettore vedrà nelle
pagine seguenti, si chiama “Invito al viag-
gio”. Di volta in volta chiederemo a real-
tà di turismo sociale di illustrare le loro
proposte, invitando i lettori ad andare a
scoprirle. Fare turismo sociale signifi ca ri-
spondere a un bisogno di socialità, quasi
uno stile di vita o una scelta di valore, con
l’impegno di sviluppare legami, creare oc-
casioni di arricchimento culturale, dare
valore alle risorse del territorio.
Queste nuove rubriche si avvarranno
della preziosa collaborazione di Brunello
Buonocore, che in questi anni è stato tra i
più curiosi narratori di questi esperimenti
sociali. (NdR)
VERSO
NUOVE VIE
DI TURISMO
SOCIALE
Brunello Buonocore
Inauguriamo questa nuova rubrica sal-
pando da Genova. Parliamo prima di tutto
di dove andare a mangiare. Ci sono un paio
di possibilità.
La città del buon cibo
‘A Lanterna, trattoria già recensita
da Animazione Sociale (n. 241, 2010). È
nota come il ristorante della comunità di
don Andrea Gallo, che oggi può avvaler-
si della remise en forme operata dallo chef
Antonino Cannavacciuolo. Il ristorante fa
parte della Comunità di San Benedetto al
Porto, di cui don Gallo è stato il fonda-
tore. In quest’impresa lavorano tra le 16
e le 18 persone: sette richiedenti asilo in
borsa lavoro, cinque persone provenienti
dai distretti sociali e dal Sert, e altre cin-
que che sono lo staff stabile attorno a cui
ruota chi arriva dalla Comunità o da altri
percorsi. Ambiente multiculturale e ov-
viamente pesce freschissimo. Attenzione
perché a Genova altre trattorie fanno ri-
ferimento alla lanterna, ma al ristorante