Cerchiamo una condivisione che lavori sul comune
o una condivisione che lavori sull’immune? Ancora
una volta, quanta condivisione e quale condivisione
è possibile e a quali condizioni di estrusione.
La questione dell’approssimazione si fa più
delicata e richiede di arricchire il concetto fecon-
dandolo con almeno le più importanti condizioni
che possono renderlo possibile, ricordando che la
condivisione riguarda un processo che noi umani
pratichiamo sistematicamente (6) . Quando possiamo
creare un gruppo e favorire il senso di appartenen-
za a quel gruppo, immediatamente esso tende ad
assumere una conformazione paranoide, ovverosia
rinforza se stesso contro gli altri.
Un’approssimazione
provvisoria e vulnerabile
In conclusione, come possiamo definire la con-
divisione? Potremmo considerarla come un’appros-
simazione provvisoria, che cerchiamo continuamente
come esseri sociali, ma che va costantemente cer-
cata senza darla per scontata o vivere di rendita,
perché c’è la relazione alla base della condivisione,
cioè l’esperienza che tu non sai mai come andrà a
finire, anche se è una relazione che ha una storia.
Se la condivisione non è qualcosa che finirà bene
per definizione, che cosa è? È la ricerca che una
relazione abbia senso, è la ricerca che una relazio-
ne produca senso qui e ora, indipendentemente da
come finirà perché, nel qui e ora, sono impegnato a
cercare il che fare per generare condivisione.
L’ultima considerazione connessa al tentativo
di definire la condivisione ha a che fare con una
parola che stiamo sottoponendo a stress semantico
e pragmatico: la vulnerabilità.
Questa nel corso del tempo
non è stata una bella parola e
bisognerebbe chiedersi perché.
Il vulnus richiama l’immagine (7)
dell’incavo del ventre materno,
nel senso che la vulnerabilità ha
un grande potenziale generativo
e ha molto a che fare con la con-
divisione. È difficile condividere
ciò che è condivisibile con una
persona senza essere vulnerabili a
quella persona, senza essere rag-
giungibili e penetrabili da quella
persona, senza fare spazio dentro
di sé all’altro, che significa sco-
prire il limite di sé come condi-
zione dell’interazione con l’altro,
condizione che è generativa.
La vulnerabilità, insieme al
limite e alla sua provvisorietà, è
una delle condizioni della con-
divisione. La passione e la com-
passione implicano il desiderio e
quindi il godimento e il co-sen-
tire con gli altri, però implicano
il patire: non si può amare molto
senza soffrire altrettanto.
Ugo Morelli, psicologo
i )
e studioso di scienze
cognitive, insegna
all'Università di Napoli ed
è fondatore di Polemos,
scuola di formazione e
6/ Si veda Wilson E. O., La conquista sociale della Terra,
Raffaello Cortina, Milano 2013.
7 / Morelli U., Mori L., Il codice materno del potere, ETS, Pisa
2013.
studi sui conflitti: ugo.
[email protected]