My first Magazine Animazione Sociale | Page 28

Cerchiamo una condivisione che lavori sul comune o una condivisione che lavori sull’immune? Ancora una volta, quanta condivisione e quale condivisione è possibile e a quali condizioni di estrusione. La questione dell’approssimazione si fa più delicata e richiede di arricchire il concetto fecon- dandolo con almeno le più importanti condizioni che possono renderlo possibile, ricordando che la condivisione riguarda un processo che noi umani pratichiamo sistematicamente (6) . Quando possiamo creare un gruppo e favorire il senso di appartenen- za a quel gruppo, immediatamente esso tende ad assumere una conformazione paranoide, ovverosia rinforza se stesso contro gli altri. Un’approssimazione provvisoria e vulnerabile In conclusione, come possiamo definire la con- divisione? Potremmo considerarla come un’appros- simazione provvisoria, che cerchiamo continuamente come esseri sociali, ma che va costantemente cer- cata senza darla per scontata o vivere di rendita, perché c’è la relazione alla base della condivisione, cioè l’esperienza che tu non sai mai come andrà a finire, anche se è una relazione che ha una storia. Se la condivisione non è qualcosa che finirà bene per definizione, che cosa è? È la ricerca che una relazione abbia senso, è la ricerca che una relazio- ne produca senso qui e ora, indipendentemente da come finirà perché, nel qui e ora, sono impegnato a cercare il che fare per generare condivisione. L’ultima considerazione connessa al tentativo di definire la condivisione ha a che fare con una parola che stiamo sottoponendo a stress semantico e pragmatico: la vulnerabilità. Questa nel corso del tempo non è stata una bella parola e bisognerebbe chiedersi perché. Il vulnus richiama l’immagine (7) dell’incavo del ventre materno, nel senso che la vulnerabilità ha un grande potenziale generativo e ha molto a che fare con la con- divisione. È difficile condividere ciò che è condivisibile con una persona senza essere vulnerabili a quella persona, senza essere rag- giungibili e penetrabili da quella persona, senza fare spazio dentro di sé all’altro, che significa sco- prire il limite di sé come condi- zione dell’interazione con l’altro, condizione che è generativa. La vulnerabilità, insieme al limite e alla sua provvisorietà, è una delle condizioni della con- divisione. La passione e la com- passione implicano il desiderio e quindi il godimento e il co-sen- tire con gli altri, però implicano il patire: non si può amare molto senza soffrire altrettanto. Ugo Morelli, psicologo i ) e studioso di scienze cognitive, insegna all'Università di Napoli ed è fondatore di Polemos, scuola di formazione e 6/ Si veda Wilson E. O., La conquista sociale della Terra, Raffaello Cortina, Milano 2013. 7 / Morelli U., Mori L., Il codice materno del potere, ETS, Pisa 2013. studi sui conflitti: ugo. [email protected]